Il re d’Italia Umberto I nel 1900 chiese di riconciliarsi con la Chiesa prima di essere ucciso dall’anarchico Bresci a Monza (dall’Osservatore Romano di allora)
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Il Centro culturale Gli scritti (18/5/2011)
L’Osservatore Romano del 18 agosto 1900, alla vigilia del trigesimo della morte del re Umberto I, assassinato a Monza, scrisse:
«Non pochi d’Italia, e molti ancor più all’estero, in vista delle onoranze funebri ecclesiastiche, tributate al defunto re Umberto, e di una certa preghiera pubblicata in suffragio dell’anima di Lui han mosso lamento contro l’Autorità Ecclesiastica, quasichè avesse questa in ciò receduto dalle leggi santissime della Chiesa. Fa d’uopo avvertire che l’Autorità Ecclesiastica ha tollerato i funerali del defunto Re, non solo per protestare contro l’esecrando delitto perpetrato in persona di Lui, ma sì ancora e molto di più, per le circostanze personali del defunto il quale negli ultimi tempi soprattutto della vita ha dato non dubbii segni di sentimento religioso, fino a desiderare, come si disse, di riconciliarsi con Dio per mezzo de’ sacramenti in questo Anno Santo.
Posto ciò è da presumere che negli ultimi momenti della sua vita abbia implorata l’infinita misericordia in Dio; e, se ne avesse avuto l’agio, non avrebbe esitato di riconciliarsi con Lui. Or è legge della Chiesa, dichiarata più volte dalla sacra Penitenzieria, che in simili casi può consentirsi la sepoltura ecclesiastica anche a chi altrimenti non si dovrebbe, moderandone, secondo la qualità delle persone, la pompa esteriore.
Quanto poi alla nota preghiera, composta in un momento di suprema e compatibile angoscia, non essendo essa conforme alle leggi della sacra Liturgia, non può essere, né è stata mai approvata dalla Suprema Autorità Ecclesiastica».