Lettera ai miei alunni per il 2011, di Alessandro D’Avenia
Riprendiamo dal sito di Alessandro D’Avenia Prof 2.0 la Lettera scritta dallo scrittore ai suoi alunni del I classico all’inizio del 2011. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (7/1/2011)
Cari ragazzi,
vi ho lasciato in pace fino ad oggi, adesso è venuto il momento di scrivere quello che vi avevo promesso l’ultimo giorno di scuola del 2010.
Ci tengo a sottolineare che non è un modo di farmi i fatti vostri, ma semplicemente un aiuto in più perché questo triennio appena cominciato sia un percorso non solo scolastico ma esistenziale, che vi porti a scoprire sempre meglio i vostri punti di forza e i vostri punti deboli, per imparare a mettere a frutto al servizio degli altri i primi e convivere con i secondi, magari migliorandoli a poco a poco.
Non dovete sentirvi minimamente obbligati a rispondere. Tutto è lasciato alla libertà personale, che è l’unico motore capace di spostare le montagne.
Libertà intesa non semplicemente come “non invadere lo spazio altrui”, concetto ben povero, anche se per certi versi condivisibile, ma libertà intesa come capacità di scegliere per cosa giocarsi la vita – dato che ne abbiamo una sola – a partire dai doni che la vita ci ha fatto.
Quando Dante rimane fortemente turbato dalla vista di Beatrice, un suo amico, che lo aveva accompagnato ad una festa di nozze, alla quale partecipava anche B., gli chiede come mai sia così frastornato e lui risponde:
“Io tenni li piedi in quella parte de la vita di là da la quale non si puote ire più per intendimento di ritornare”, cioè “ho messo i piedi nella vita vera, quella che voglio, quella che mi aspetta, quella che mi fa tremare e gioire, ho capito che lì c’è tutto e non voglio più tornare indietro”. Ecco io vorrei, sulla scorta di questa frase di Dante, nella Vita Nova (cap. XIV), che ciascuno di voi si prendesse qualche attimo di silenzio per riflettere e scrivere, magari su quella vecchia moleskine estiva, quando (in queste settimane, mesi, anni…) vi è sembrato di mettere i piedi in quella vita da cui non volete fare ritorno. Cosa guardate, cosa vi appassiona, cosa vi fa vibrare il cuore, cosa colpisce il vostro interesse, cosa mette in moto le vostre risorse…? Insomma per cosa vi sembra che la vita fluisca potente dentro di voi.
Non dovete per forza rispondere a me, potete anche farlo solo per voi stessi.
Se poi vi sembra che qualcosa possa essere utile anche a me per aiutarvi in questo percorso, potete contare, nei limiti dei miei limiti, su di me.
La lezione che Luca ha fatto qualche tempo fa su Marco Polo può essere l’immagine di questo: libertà di regalare agli altri, con impegno, studio e passione, ciò che vi sta a cuore. Quel giorno tutti siamo stati un po’ migliori grazie ad una libertà ben spesa. E pochi dubitano sul fatto che quello lì finirà col fare l’insegnante…
Vi auguro un fantastico 2011. L’avventura continua.
Con affetto
il prof