Elogio della noia, di Alessandro D’Avenia
Riprendiamo da Il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino, del 5 novembre 2010 un articolo di Alessandro D’Avenia. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la loro presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (10/11/2010)
La scuola è una noia. I grandi sono una noia. Lo studio è una noia. Ma anche questa festa è una noia. Lo aveva già detto con immaginifica potenza Baudelaire: “Ma in mezzo ai mostri che guaiscono, urlano, grugniscono entro il serraglio infame dei nostri vizi, uno ve n’è, più laido, più cattivo, più immondo. Sebbene non faccia grandi gesti, né lanci acute strida, ridurrebbe volentieri la terra a una rovina e in un solo sbadiglio ingoierebbe il mondo. È la Noia!”
La noia. Il nemico mortale dei miei studenti, il nemico mortale delle nostre giornate. La noia che ti prende sia quando lavori sia quando sei in vacanza. Anzi a volte ci si annoia di più in vacanza che al lavoro. La noia non dipende da quello che si fa, ma è una condizione del cuore. Non è altro che un preziosissimo indicatore: non stai vivendo tutta la vita che c’è da vivere, la tua vita non è all’altezza della vita vera. Manca qualcosa.
Ci sono due possibili soluzioni. La prima facile, ma incerta: cercare subito un’emozione forte che mi tiri fuori dalla noia. Compro qualcosa di nuovo, lavoro di più, mi sballo… Ma finito l’effetto “adrenalina” ritorno alla noia di prima, divenuta però più profonda, perché sono caduto da più in alto.
Seconda soluzione: mi fermo e mi chiedo cosa mi manca? Cosa manca alla mia vita per essere all’altezza di sé stessa? Di cosa ho nostalgia?
La risposta è: manca la meraviglia. La meraviglia sta in ciò che è nuovo, ma non in senso cronologico: l’ultima cosa che è uscita (l’ultimo film, l’ultimo paio di scarpe… insomma il nuovo della pubblicità), che è sinonimo di “meno vecchio”.
Il vero “nuovo” invece è ciò che sa darmi sempre di più di quello che è. E dove si trova? Un po’ nella realtà, un po’ nel cuore che sa accoglierla: un amico vero, un bel romanzo, un panorama, il quadro di un artista, un progetto da realizzare, Dio… e chi più ne ha più ne metta. E cosa sa essere sempre nuovo ogni volta che lo interroghi? Ciò che ha profondità di spirito.
Ci annoiamo perché ci accontentiamo delle superfici, ma la vita non si inganna. Occorre scovare quel qualcosa di meraviglioso che si nasconde in ogni situazione, ma questo richiede impegno e attenzione.
Non sempre abbiamo questo coraggio, e per questo costringiamo noi e i nostri figli a riempire il tempo come una specie di stomaco bulimico. Abbiamo paura di annoiarci, abbiamo paura che si annoino. Ma proprio la noia ci costringe a cercare quell’equilibrio che manca.
Lasciamo che i nostri ragazzi si annoino, non c’è niente di male. La noia li porterà a contatto con sé stessi rapidamente e forse sarà l’inizio di una ricerca del vero nuovo, che “le cose più recenti” non riescono mai a soddisfare.