Santa Giovanna d’Arco, di Antonio Sicari (in appendice Angelo Branduardi canta Giovanna d'Arco)
Riprendiamo la breve presentazione della vita di Giovanna d’Arco scritta da Antonio Sicari per il volume A. Sicari, Vite di santi in breve, Jaca, Milano, 2004, pp. 78-80, cui abbiamo premesso un passaggio introduttivo tratto dalla più ampia biografia scritta dallo stesso Sicari in A. Sicari, Nuovi ritratti di santi, Jaca, Milano, 1991, pp. 25-41. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (28/10/2010)
da Santa Giovanna d’Arco, di Antonio Sicari, in A. Sicari, Nuovi ritratti di santi, Jaca, Milano, 1991, pp. 25-26
Giovanna d’Arco è forse la santa più culturalmente stimolante del calendario cristiano. Non nel senso che abbia scritto libri o interpretato significativi modelli culturali, ma nel senso che il suo personaggio e la sua opera pongono alcuni tra gli interrogativi più stimolanti, più capaci di far saltare convinzioni troppo facilmente acquisite.
Che la fede non c’entri con la politica (né debba mai averci a che fare) se non dopo lunghe e faticose mediazioni; che Dio non sia mai schierato né con l’uno né con l’altro esercito che si fronteggiano a battaglia; che anzi non debbano esserci affatto battaglie; che la storia la facciano soltanto gli uomini con le loro opinabili scelte e spesso con la loro malvagità; che le nazioni non si siano costruite secondo un provvidenziale disegno di Dio, ma per il gioco delle circostanze e degli interessi (soprattutto economici); che il miracolo non possa mescolarsi stabilmente con gli avvenimenti più quotidiani: queste ed altre affermazioni simili sembrano ormai divenute tutti dogmi intoccabili, sia per non-credenti che per cristiani evoluti.
Se nella storia passata non tutto è andato proprio così, se nel passato si è troppo mischiata la fede alla politica e il soprannaturale alle vicende delle città e degli stati, tutto ciò viene caso mai «giustificato», ammettendo che i tempi non erano abbastanza maturi e che perciò certe confusioni risultavano inevitabili. Sono accadute. Ce ne scusiamo.
Si potrebbe affermarlo anche per Giovanna d’Arco, il cui caso risale al secolo XV, se non fosse che esiste una recentissima «canonizzazione»: la Chiesa l’ha proclamata santa e ha riconosciuto come vera quella «missione» con cui ella è stata chiamata a salvare il Regno di Francia contro gli inglesi e i borgognoni.
Per di più si deve notare che non è stata affatto canonizzata come «martire» (per essere stata ingiustamente bruciata nel fuoco), dato che non venne uccisa in odio alla fede, ma per interessi politici; è stata canonizzata per l’obbedienza con cui è rimasta fedele alla missione ricevuta da Dio: di salvare militarmente il Regno di Francia.
Santa Giovanna d’Arco, vergine e patrona di Francia (1412-1431), in Antonio Sicari, Vite di santi in breve, Jaca, Milano, 2004, pp. 78-80
Giovanna era una contadinella nata a Donremy, nella Francia settentrionale, nel 1412. All'età di 13 anni, aveva cominciato a udire delle voci che le affidavano la missione di correre in aiuto del suo popolo e di liberare la sua patria oppressa. Si era alla fine della guerra dei Cent'anni, quando la Francia sembrava ormai in procinto di passare definitivamente in mano agli Inglesi che vantavano diritti sulla corona francese. Già Enrico V d'Inghilterra sedeva a Parigi, e Carlo VII, il delfino, era stato dichiarato erede illegittimo.
A 17 anni, «la pulzella» (ragazza vergine) trovò il coraggio di obbedire alle «voci del cielo» che le risuonavano nell'anima: indossò abiti maschili e intraprese a cavallo il lungo e disagiato viaggio per raggiungere il delfino. Quando, dopo molte peripezie, riuscì a parlargli privatamente, Giovanna mostrò di essere così addentro ai segreti del regno, della politica e dell'arte militare che Carlo VII le diede fiducia e le affidò un piccolo esercito.
Il primo obiettivo che «le voci» le avevano indicato era quello di riconquistare Orléans, e la città fu, infatti, presa, dopo un'aspra battaglia in cui Giovanna mostrò straordinarie doti di strategia militare. Divenuta «Giovanna d'Orléans», seguita dall'entusiasmo dei suoi compagni d'arme e del popolo, la pulzella riuscì, nel 1429, a condurre il delfino nella cattedrale di Reims e a farlo incoronare re di Francia.
Insistette quindi affinché Carlo si decidesse a occupare in fretta Parigi, ma già alcuni cortigiani avevano instillato paura e gelosia nel cuore del fragile monarca, che trattò segretamente la pace con i Borgognoni alleati degli inglesi. Giovanna restò così inutilmente occupata in sterili battaglie di retroguardia, finché rimase ferita durante l’assedio di Parigi.
Continuò a combattere, ma venne tradita durante la difesa di Compiègne. Fu arrestata e venduta agli inglesi. Solo dimostrando pubblicamente ch’era falsa la missione celeste di Giovanna, gli inglesi avrebbero potuto rivendicare ancora un qualche diritto sulla Francia. Venne perciò inscenato un processo di «stregoneria» davanti a un tribunale dell'inquisizione, appositamente convocato, nel quale gli Inglesi si erano assicurati di poter manovrare a piacimento. La sentenza era stata stabilita in anticipo.
Così Giovanna - nonostante si fosse appellata al papa (e questo sarebbe dovuto bastare per far interrompere ogni azione giudiziaria) - fu condannata e arsa viva sulla piazza del vecchio mercato di Rouen.
Un testimone inglese ha raccontato: «Sul fuoco, Giovanna gridò più di sei volte: 'Gesù!', e soprattutto col suo ultimo respiro gridò con voce forte 'Gesù!', al punto che tutti i presenti poterono udirla. E quasi tutti piangevano di pietà». Aveva solo 19 anni.
Poco tempo dopo, papa Callisto III ordinò la revisione del processo, che si concluse con la revoca della condanna e il riconoscimento che Giovanna era stata «una figlia prediletta dalla Chiesa». È stata canonizzata nel 1920 e proclamata patrona di Francia».
Appendice: Giovanna d'Arco (versione live) di Angelo Branduardi
Riprendiamo da Youtube una versione live della bellissima canzone Giovanna d'Arco, cantata dallo stesso autore Angelo Branduardi. Purtroppo le parole dell'artista che seguono l'esecuzione non rendono merito alla canzone (fra l'altro Branduardi confonde Carlo VII con Luigi IX, il “re santo”)