Perché non troviamo più moscerini sul parabrezza dell’automobile? Gli entomologi parlano di «Armageddon ecologico» e il New York Times ha dedicato un intero servizio alla problematica: a scomparire sarebbe stato il 75 per cento degli insetti, di Silvia Morosi

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 18 /12 /2017 - 10:31 am | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal Corriere della Sera del 7/12/2017 un articolo di Silvia Morosi. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sotto-sezione Ecologia.

Il Centro culturale Gli scritti (10/12/2017)

Fino a qualche anno fa erano una presenza fissa sul parabrezza delle nostre automobili, non senza creare dei problemi di visibilità alla guida. Ora, lo avrete notato, insetti e moscerini sembrano essere spariti. Tanto che gli entomologi parlano di «Armageddon ecologico». Come si legge da una ricerca pubblicata su Plos One, e condotta sulla base di centinaia di prove e numeri raccolti in 27 anni all’interno di 63 riserve collocate su tutto il territorio tedesco, «in 30 anni sono scomparsi tre quarti degli insetti alati, dalle farfalle alle api. Il declino complessivo medio si aggira attorno al 76 per cento», anche se d’estate, quando la colonnina di mercurio si alza e le temperature si fanno roventi, si registrano punte che arrivano fino all’82 per cento. La scarsità di cibo e i pesticidi in agricoltura Tra le cause più probabili del fenomeno ci sono le variazioni climatiche, la trasformazione del paesaggio e la scomparsa delle foreste. Ma non bastano solamente queste tre ragioni a giustificare i numeri. Secondo gli esperti tra i motivi della scomparsa si sono anche «la scarsità di cibo, i pesticidi utilizzati nell’agricoltura intensiva, la massiccia urbanizzazione di vaste aree rurali e le innumerevoli fonti di illuminazione notturna delle città». Salvate le automobili, però, a fare le spese della scomparsa è l’intero ecosistema, tanto che il New York Times ha anche dedicato un servizio apposito alla problematica: «Gli insetti rappresentano i due terzi delle specie viventi sulla Terra e ora stanno vivendo un terribile declino. Se li perdiamo, tutto rischia di crollare», ha spiegato Dave Goulson dell’Università di Sussex, nel team della ricerca. «Stiamo rendendo inospitali tanti tratti di terra per la maggior parte degli esseri viventi, stiamo andando incontro ad un’Armageddon ecologica». Il ritmo di scomparsa è del 6 per cento l’anno, calcola Lynn Dicks dell’Università dell’East Anglia. La mappatura della Krefeld Entomological Society La popolazione degli insetti in Europa è fortemente diminuita. Gli scienziati — come si legge su Science Mag — hanno rilevato un allarmante declino di api da miele, farfalle Monarca e lucciole. Tuttavia, pochi hanno prestato attenzione a falene, sirfidi — insetti impollinatori spesso scambiati per api — e coleotteri. Un grande lavoro sul fronte della mappatura è fatto dalla Krefeld Entomological Society, un team di entomologi che si è occupato di tracciare e registrare la presenza di insetti in più di cento riserve naturali nell’Europa occidentale dagli anni Ottanta. Nel 2013 il gruppo ha comparato i campioni rilevati con quelli del 1989, riscontrando un calo di circa l’80 per cento. Stesso risultato dalla comparazione del 2014. «Se sei un uccello che si ciba di insetti in quella particolare area, quattro quinti del tuo cibo sono scomparsi nel corso dell’ultimo quarto di secolo ed è sconcertante», ha aggiunto Goulson. Un dato che si ripercuote sull’intera catena alimentare. «Nonostante la biodiversità della vegetazione sia aumentata nelle riserve studiate, il numero degli insetti continua a precipitare», afferma Martin Sorg, un entomologo che cura i campioni raccolti dalla Krefeld Society. © Corriere della Sera RIPRODUZIONE RISERVATA