«Se vi toccasse di fare gli spazzini, dovreste andare e spazzare le strade nello stesso modo in cui Michelangelo dipingeva le sue figure». Per Martin Luther King è rivoluzionario solo chi lavora “a regola d’arte”. Breve nota di Andrea Lonardo
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Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo. Per approfondimenti, cfr. la sezione Lavoro e professione.
Il centro culturale Gli scriti (27/7/2017)
Libreria Brother, arpa Redonda e tavolo,
di Giovanni Lonardo
Il predicatore cristiano battista Martin Luther King venne ucciso perché si batteva, ancora nel 1968, per l’uguaglianza dei “bianchi” e dei “neri” negli USA[1].
Ma M.L. King, nella sua lotta, pretese dai suoi che mai usassero non solo violenza, ma nemmeno i toni del disprezzo e dell’odio. Che enorme differenza con quanti oggi invocano la pace e la giustizia con i toni della rabbia!
Ma un ulteriore elemento caratterizzò la lotta del pastore battista. Egli non chiedeva solo ai suoi avversari di cambiare, ma esigeva innanzitutto da se stesso e dai suoi di vivere in prima persona quanto predicavano, secondo lo spirito del Vangelo.
In un discorso pronunciato appena un anno prima della morte M.L. King proclamò:
«Se vi toccasse di fare gli spazzini, dovreste andare e spazzare le strade nello stesso modo in cui Michelangelo dipingeva le sue figure; dovreste spazzare le strade come Handel e Beethoven componevano la loro musica. Dovreste spazzarle nello stesso modo in cui Shakespeare scriveva le sue poesie. Dovreste insomma spazzarle talmente bene da far fermare tutti gli abitanti del cielo e della terra per dire: "Qui ha vissuto un grande spazzino che ha svolto bene il suo compito"»[2]
Egli voleva che ogni uomo, e tanto più chi intendeva riformare la società, lavorasse “a regola d’arte”. Il lavoro, infatti, non serve innanzitutto per guadagnare denaro – anche se questo è importante – ma molto più per vivere la propria vocazione di uomini e servire il bene comune. Chiunque lavora male svilisce la propria umanità, ferisce la vita degli altri uomini e manca di rendere testimonianza Dio.
Note al testo
[1] Solo per offrire un esempio della situazione che M.L. King si trovò ad affrontare, alcuni decenni prima, in occasioni delle Olimpiadi di Berlino, non fu solo Hitler, ma anche la presidenza americana a mantenere atteggiamenti razzisti, ritirando due atleti statunitensi ebrei che avrebbero dovuto gareggiare nella staffetta 4x100 e evitando accuratamente di tributare onori al velocista vincitore di 4 ori che dovette addirittura entrare dalla porta di servizio in occasione di una pubblica cerimonia, perché “nero”. Cfr. su questo 1/ Mannaggia, non c’è una sola cosa che sia avvenuta come la raccontano i nostri libri di storia ideologicamente scritti, neanche la storia di Jesse Owens. L’apartheid che negli USA circondò l’eroe di Berlino. Breve nota di Andrea Lonardo 2/ Atletica, Owens: da Roosevelt la ferita più grande, di Massimo Lopes Pegna
[2] Discorso di Martin Luther King nella New Covenant Baptist Church, 9/4/1967.