Spiegare la creazione ai bambini nella catechesi. File audio di una relazione di Andrea Lonardo
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Mettiamo a disposizione il file audio di una relazione tenuta da don Andrea Lonardo presso la parrocchia di Santi Elisabetta e Zaccaria il 20/10/2016. Per altri files audio vedi la sezione Audio e video. Per approfondimenti, cfr. la sezione Sacra Scrittura e la sotto-sezione La Parola di Dio nella catechesi.
Il Centro culturale Gli scritti (27/11/2016)
Conferenza
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Domande e Risposte
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SCHEMA UTILIZZATO NELL'INCONTRO
Andrea Lonardo
www.gliscritti.it Canale YouTube Catechisti Roma
1/ Il mondo è stato creato da Dio o viene dal Big Bang?
2/ Ma Dio conosce il mio nome?
da Hans Urs von Balthasar, Il cuore del mondo, Piemme, Casale Monferrato, 1994, pp. 17-18
Cerchi una prova, e sei tu stesso la prova.
Dio «ci ha scelti - afferma la lettera agli Efesini - prima della creazione del mondo» (Ef 1,4)!
Da Francesco d’Assisi, Cantico delle creature
Laudato sie, mi’ Signore […]
Per quelli ke perdonano per lo tuo amore
et sostengo infirmitate et tribulatione
beati quelli ke l’sosterranno in pace
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Per sora nostra morte corporale
da la quale nullu homo vivente pò skappare.
Guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali.
Beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Rengratiate e serviateli cum grande humilitate.
3/ Adamo è veramente esistito? (Adamo= terrone, fatto di terra)
Adamah Adam
Mc 7 14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! 15Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». [16]
17Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. 18E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, 19perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. 20E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. 21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, 22adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. 23Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
San Francesco: «Un giorno i frati discutevano assieme se rimaneva l’obbligo di non mangiare carne, dato che il Natale quell’anno cadeva in venerdì. Francesco rispose a frate Morico: “Tu pecchi, fratello, a chiamare venerdì il giorno in cui è nato per noi il Bambino. Voglio che in un giorno come questo anche i muri mangino carne, e se questo non è possibile, almeno ne siano spalmati all’esterno”» (Vita seconda di Tommaso da Celano 199).
4/ Qual è la differenza fra la scimmia e l’uomo?
da J. Ratzinger, Introduzione al cristianesimo, Brescia, 1974
Possedere un anima spirituale vuol dire precisamente essere tassativamente voluti, individualmente conosciuti ed amati da Dio; avere un anima spirituale significa essere creatura chiamata da Dio ad un perenne dialogo con lui, una creatura quindi capace a sua volta di conoscere Dio e di rispondergli... (Ciò) viene espresso mediante un linguaggio più spiccatamente storico ed attuale mediante la frase essere un interlocutore di Dio... L’immortalità dell’uomo si fonda sulla di lui dialogica polarizzazione su Dio, il cui amore è l’unica forza capace di accordare la vita eterna... Non è possibile in definitiva fare una netta distinzione fra naturale e soprannaturale.
da R.M. Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge,
Fiori e frutti sono maturi quando cadono; gli animali si sentono e si trovano l’un l’altro e sono soddisfatti. Ma noi, che ci siamo prefissi Dio, non possiamo essere pronti. Spostiamo in avanti la nostra natura come le sfere dell’orologio. Abbiamo ancora bisogno di tempo.
da «L’uomo supera infinitamente l’uomo». Breve riflessione sul transumano, di Fabrice Hadjadj (anche su www.gliscritti.it)
L’essere umano è l’animale che si meraviglia di esistere. Siamo delle scimmie evolute, dei primati giunti al culmine della perfezione? Dubito che sia così. Perché il culmine della perfezione per il primate sta nell’agilità suprema con la quale spostarsi dal ramo o nella facilità assoluta di procurarsi delle banane. Essa non sta in questa capacità di meravigliarsi, in questa facoltà che vi lascia gli occhi sgranati, stupefatti, indifesi di fronte alla vertigine di essere vivi. Essa non sta in questa inclinazione alla contemplazione che, ad esempio, vi fa provare una tale meraviglia di fronte al manto striato della tigre che vi dimenticate di proteggervi contro i suoi graffi.
Alcuni dicono che l’affermazione dell’uomo, nel corso dell’evoluzione, sarebbe dovuta alla sua maggiore capacità di adattarsi al mondo. Eppure l’uomo sembra, al tempo stesso, un grande disadattato: invece di vivere pacificamente secondo l’istinto, cerca un senso, decifra il mondo come se fosse una foresta di simboli, desidera un al di là, un al di là non necessariamente come un altro mondo, ma come un modo di penetrare nel segreto di questo mondo, di intenderlo nel suo mistero, di bere alla sua fonte.
da In attesa de Il viaggio del veliero, dopo Il leone, la strega e l'armadio ed Il principe Caspian: chiavi per la lettura delle Cronache di Narnia, di Andrea Lonardo (su www.gliscritti.it )
Nel primo racconto, Il nipote del mago, Lewis racconta la creazione del mondo attraverso il canto di Aslan.
La melodia del leone chiama all'esistenza tutto ciò che esiste, finché, al culmine della sua opera, vengono destati la coscienza e l'amore negli animali parlanti:
«“Narnia, Narnia, Narnia, svegliati. Ama. Pensa. Parla. Che gli alberi camminino. Che gli animali parlino. Che le acque siano sacre”. Quella era la voce del leone. I bambini avevano sempre saputo che prima o poi il leone avrebbe parlato, ma quando sentirono la sua voce provarono un’emozione fortissima. […] E tutte le creature e tutti gli animali, con voci diverse, alte o basse, cupe o chiare, salutarono con queste parole: “Salute, o Aslan. Abbiamo udito e ti obbediamo. Noi siamo svegli. Noi amiamo. Noi pensiamo. Noi parliamo. Noi sappiamo”. [...] “O nobili creature, io vi faccio dono di voi stessi”» (Le cronache di Narnia, I, Il nipote del mago, Mondadori, Milano, 2000, pp. 87-88)
5/ Ma il mondo è stato creato in sette giorni?
«La Bibbia ebraica, per quanto dia piena soddisfazione alle esigenze della mente umana, è notoriamente teocentrica. L'uomo non è né il metro né il centro delle cose» (LEON ROTH, Jewish Thought in the Modern World in The Legacy of lsrael,Oxford, 1928, p. 437).
da Isidor Grunfeld, Lo Shabbath
Il lavoro può rendere liberi, ma si può anche esserne schiavi. È detto nel Talmud che quando Dio creò il cielo e la terra, essi continuarono a girare senza posa come due rocchetti di filo, sino a quando il Creatore ordinò: "Basta".
L'attività creativa di Dio fu seguita dallo Shabbath, allorché deliberatamente Egli cessò la Sua opera creatrice. Questo fatto, più di ogni altra cosa, ci presenta Dio come libero creatore, che liberamente controlla e limita la creazione da Lui attuata secondo la Sua volontà.
Non è quindi il lavoro, ma la cessazione del lavoro che Dio scelse come segno della Sua libera creazione del mondo. L'ebreo, cessando il suo lavoro ogni Shabbath, nel modo prescritto dalla Torah, rende testimonianza della potenza creatrice di Dio.
E, inoltre, rende manifesta la vera grandezza dell'uomo. Le stelle e i pianeti, una volta iniziato il loro moto rotatorio che durerà in eterno, continuano a girare ciecamente, senza interruzione, mossi dalla legge naturale di causa ed effetto. L'uomo invece può, con un atto di fede, porre un limite al suo lavoro, affinché non degeneri in una fatica senza senso.
Osservando lo Shabbath, l'ebreo diviene, come dissero i nostri Saggi, simile a Dio stesso. Similmente a Dio, egli è padrone del suo lavoro, non schiavo di esso.
da Achad Ha-am, Al parashat derakim, III, c. 30 (citato in Le livre du chabbat. Recueil de textes de la letterature juive, a cura di A. Pallière- M. Liber, Paris 1974, p. 61; Achad Ha-Am= “uno del popolo” è pseudonimo di Asher Hirsch Ginsberg, 1856-1927)
Non è tanto Israele che ha custodito il sabato, ma è il sabato che ha custodito Israele.
Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì (nomi di divinità pagane)
Sabato (nome ebraico)
Domenica (Dies Domini, Gionro del Signore, nome cristiano)
Come hanno potuto degli ebrei spostare la festa dal sabato alla domenica?
6/ Maestra, ma mio papà, secondo te, mi vuole bene? (Adamo, Eva e la costola)
tzela non vuol dire solo costola, ma anche fianco
da Daniel Lifschitz
«Perché Dio plasmò dalla costola e non dalla testa? Per evitare che la donna dominasse l’uomo. Perché non dal piede? Per evitare che l’uomo la dominasse. Dalla costola, perché avessero pari dignità».
da Pietro Lombardo
“Veniva formata non una dominatrice e neppure una schiava dell’uomo, ma una sua compagna” (Sentenze 3, 18, 3).
da G. Maspero – P. O’Callaghan, Creatore perché Padre. Introduzione all’ontologia del dono, Cantagalli, Siena, 2012, pp. 7-9
Un episodio della vita di un famoso fisico-matematico britannico, considerato uno dei fondatori della meccanica quantistica, Paul Dirac (1902-1984), può risultare utile per illustrare l’impostazione del presente libro. Si racconta che egli fosse ovviamente molto abile con i numeri, ma piuttosto impacciato con le parole, per cui, quando nacque il suo primo figlio e dovette inviare un telegramma al suocero per comunicare la bella notizia, scrisse semplicemente il testo 1+1=3. Il paradosso di questa formula è espressivo di uno scarto logico, di un salto che si produce quando entrano in gioco paternità e filiazione. La necessità della somma elementare 1+1=2 viene scardinata dalla libertà di chi può generare: da un pensiero al finito, si passa a pensare a partire da una sorgente.
Uno dei rischi del momento culturale attuale, è intendere la creazione solamente a partire dal limite imposto dalla necessità, cercando di liberarsi da questo vincolo percepito come imposizione. Si dimentica, invece, che la logica più profonda insita nel creato è proprio quella della vita ricevuta e donata, in modo tale che il senso del mondo non è la necessità, ma la libertà del dono.
7/ A scuola mi hanno detto che Genesi è un testo mitologico: è vero?
da D. Lattes, Nuovo commento alla Torah, Carucci, Roma, 1986, pp. 4-5 e 5-7
Non si è potuto negare alla prima pagina della Genesi quello che essa possiede di nuovo, di originale, di grandioso, di rivoluzionario. «La bella pagina «IN PRINCIPIO DIO CREÒ IL CIELO E LA TERRA» è stato come il freddo maestrale che ha pulito il cielo, come il colpo di scopa che ha cacciato dal nostro orizzonte le chimere che l'oscuravano. Una volontà libera, come quella che implica la parola creò,sostituita a diecimila volontà fantastiche, è a modo suo un progresso. La gran verità dell'unità del mondo e della assoluta solidarietà di tutti i suoi membri, misconosciuta dal politeismo, è almeno chiaramente intuita in quei racconti, in cui tutte le parti della natura sbocciano, grazie all'azione dello stesso pensiero e all'effetto dello stesso verbo». Renan aveva scritto con saggia misura: «Il vero è che la bella pagina con cui si apre la Genesi non è né dotta alla maniera della scienza moderna, né ingenua alla maniera delle cosmogonie pagane. È una scienza fanciulla.
8/ I cristiani possono amare la scienza?
Sunita Williams (Canale YouTube NASA: Departing Space Station Commander Provides Tour of Orbital Laboratory)
Samantha Cristoforetti (Canale YouTube NASA: Welcome to the Space Station!)
9/ Chi è il serpente?
da F. Camon, Occidente. Il diritto di strage, Garzanti, Milano 2003, pp. 121-122
Un pittore aveva bisogno di un modello per disegnare la figura del Cristo nell’Ultima Cena. Gira e rigira, lo trovò in un contadino povero, con uno sguardo mansueto e luminoso. Lo pregò di posare per lui, e quello accettò. Ne venne un Cristo meraviglioso. Il pittore era molto contento. Disegnò anche gli apostoli, tutti tranne Giuda; anche per Giuda ci voleva un modello, perché era troppo importante per quella scena. Gira e rigira, questo modello non lo trovava, finché capita un giorno in un paese di campagna e vede un contadino torvo, bieco, violento, che stava bestemmiando in un casolare e litigando con i familiari. Lo guardò bene e gli parve adatto. Lo pregò di posare per lui, convincendolo con l’impegno che lo avrebbe pagato, e cominciò il ritratto di Giuda. A un certo punto si accorse che l’uomo piangeva. Pieno di stupore, gli chiese: “Perché piangi?”. “Perché”, rispose l’altro, “quel Cristo che avete dipinto la volta scorsa, sono io”. “E cos’hai fatto, dunque, per essere ora così diverso?”. E l’uomo rispose: “Ho peccato”.
Il cardinale Newman disse una volta in maniera straordinaria: il peccato è «l’unica cosa al mondo che l’offenda, l’unica cosa che non sia sua».
-cfr. Ap 666= la mezza figura, la mezza tacca, mezz’uomo
W. Kasper scrisse seguendo J. Ratzinger: «il diavolo è una non-figura che si dissolve in qualcosa di anonimo e senza volto, un essere che si perverte nel non-essere: è persona nel modo della non-persona».
10/ Ma è stato Dio a creare il Big Bang?
Note metodologiche
1/ Genesi è un testo ebraico
2/ Ci interessa la verità, non solo gli aspetti letterari
3/ Leggere Gen 1 e 2 insieme