Il bisogno di essere confermata in una bambina nata in una coppia di due donne. Breve nota di Andrea Lonardo
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Per approfondimenti, cfr. la sezione Catechesi, scuola e famiglia.
Il Centro culturale Gli scritti (16/10/2016)
Una maestra di scuola materna racconta di una bambina di 4 anni giunta alla materna, accompagnata dalle sue due “mamme” che già dal primo incontro si rivolgono alla docente intimandole di non utilizzare i termini “padre e madre” e minacciandola di intervenire in caso contrario.
La bambina, evidentemente facendo eco a ciò che aveva sentito ripetere in casa, nel primo mese insiste ripetutamente nel dire che “i maschi non sono bravi come le donne” e che “per fortuna, in casa, ci sono le sue due mamme e una sorella, tutte donne, senza uomini”. La sua critica alla figura maschile è continua e infarcita di luoghi comuni che, presumibilmente, sono quelli ascoltati in casa.
Ma, pian piano, la bambina si affeziona alla maestra che, peraltro, non le fa alcun accenno alla sua situazione familiare.
La maestra mi racconta che, al terzo mese di scuola, la bambina le si fa vicino e le chiede: “Maestra, ma secondo te mio papà mi vuole bene?”.
Nell'intimo portiamo il bisogno di un padre e della sua conferma.