In morte di Tiziana Cantone: il mondo ti permette tutto, ma nel suo moralismo ti condanna. Non così. Breve nota di Andrea Lonardo
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Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo.
Il Centro culturale Gli scritti (16/9/2016)
Tiziana Cantone, 31 anni, si è tolta la vita. Vale la pena dire una parola, mentre la ricordiamo e preghiamo per lei.
Il mondo ti permette tutto, ma nel suo moralismo e nel suo voyeurismo ti condanna. La chiesa non ti permette tutto, si oppone a ciò che è male, ma non ti disprezza mai, anzi è lì per rialzarti quando hai la tentazione di farla finita, è lì a dire che chi rivela in pubblico la vita intima di una persona commette un gravissimo peccato.
Non solo i traditori di Tiziana che hanno messo in giro il video e che lo hanno poi divulgato, ma anche i media si gettano come avvoltoi per infangare e mettere alla gogna. Indagare nella privacy e trovare sempre motivi per "fare scandalo" con le notizie, usando il male a fini pubblicitari del proprio quotidiano o del proprio blog, sembra l'attività preferita da un numero nutrito di giornalisti e affini, che si dichiara poi tollerante e aperto, anzi negatore di ogni senso del bene e del male perché ogni discorso etico sarebbe antiquato e reazionario.
Invece, come diceva un maestro di spiritualità: «La Chiesa è intransigente sui principi, perché crede, è tollerante nella pratica, perché ama. I nemici della Chiesa sono invece tolleranti sui principi, perché non credono, ma intransigenti nella pratica, perché non amano. La Chiesa assolve i peccatori, i nemici della Chiesa assolvono i peccati» (R. Garrigou-Lagrange, Dieu, son existence et sa nature, Paris, 1923, p. 725).
O ancora, come affermava G.K. Chesterton: «Il cristianesimo è arrivato anche qui come le altre volte: è arrivato all'improvviso come una spada, e ha diviso il delitto dal delinquente: il delinquente può essere perdonato fino a settanta volte sette; il delitto non deve essere perdonato affatto».