Eritrea, il regime ha tradito il popolo. Ruba soldi e futuro. L’ex ambasciatore Aldebran Woldegiorgis: la dittatura complice dei trafficanti di uomini, di Paolo Lambruschi
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Riprendiamo da Avvenire del 19/7/2016 un articolo di Paolo Lambruschi. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, vedi la sotto-sezione Immigrazione, accoglienza e integrazione, intercultura nella sezione Carità, giustizia e annunzio.
Il Centro culturale Gli scritti (1/8/2016)
Un giovane stato derubato delle sue risorse minerarie e del suo futuro da un regime oppressivo. La ferrea morsa in cui il partito unicostringe l’Eritrea ha messo in fuga una generazione, causando da anni un esodo biblico verso Ue e Stati Uniti che ha altissimi costi in vite umane. Aldebran Woldegiorgis conosce dall’interno i segreti del piccolo Paese africano più chiuso e con il più alto tasso di migranti nel mondo rispetto alla popolazione di appena 5 milioni di abitanti. Tra i fondatori del Fronte popolare, il partito unico al potere da 25 anni ininterrotti, Woldegiorgis ha fatto parte del Comitato centrale dalla nascita fino al momento in cui se ne è dissociato, nel 2006, quando era ambasciatore all’Ue. Ma è stato rettore dell’Università dell’Asmara e governatore della banca centrale. Oggi è professore alla Libera Università di Bruxelles. Di recente ha pubblicato il libro 'Eritrea at crossroads' che ripercorre la storia del Paese fino all’indipendenza e al 'tradimento' del tiranno, Isaias Afewerki.
«Mi ha sempre ispirato – afferma – la visione di una Eritrea libera, democratica e prospera e credevo che fossero traguardi possibilI dopo l’indipendenza raggiunta ormai un quarto di secolo fa. Poi la situazione è deteriorata. Nel 2001 furono incarcerati senza processo e senza accuse i leader politici più importanti nel governo di unità nazionale, alcuni ufficiali di alto grado, intellettuali e giornalisti. Nessuno conosce la loro sorte. Oggi vediamo esattamente l’opposto del progetto che avevamo. Anziché democrazia c’è una dittatura, anziché ricchezza povertà crescente che si sta radicando toccando chiunque. Perciò nel 2006 ho deciso di oppormi a questo governo che ha irregimentato la società e tradito l’aspirazione del popolo ».
L’Eritrea preoccupa l’Ue per gli incessanti flussi migratori, con un’età media in calo, che genera. Perché bambini di 12-13 anni fuggono da soli rischiando la vita?
Perché l’istruzione a ogni livello è fallita, non hanno possibilità di studiare per costruirsi il futuro. Ad esempio il sistema di leva militare universale doveva durare un anno e mezzo agli inizi, ma di fatto è degenerato in un servizio militare a tempo indeterminato pagato 15 dollari al mese e simile a una schiavitù. Viene negato il diritto all’istruzione, a una vita normale, ad avere una famiglia, la società è sottoposta a controlli ferrei, il sistema giudiziario costituito da corti speciali guidate da persone che non hanno studiato legge. I poteri sono concentrati nelle mani del presidente Afewerki, divenuto un tiranno, l’economia e l’informazione sono controllate dal Fronte. Così imprenditori, professionisti e gioventù fuggono e da anni assistiamo a un esodo di massa dal Paese. Ecco perché bambini e giovani rischiano la vita tra le sabbie del Sahara, nelle mani di trafficanti senza scrupoli o sui gommoni nel Mediterraneo. Perché l’Eritrea è un inferno.
Chi sono gli amici del tiranno?
La realtà è che non ha amici. Ha stretto alleanze con Paesi arabi da cui prende soldi, ma affitta anche a Israele basi militari. Fa matrimoni di convenienza.
In questi anni l’Asmara ha deciso di sfruttare le proprie ricchezze minerarie. Non basterebbero a garantirne lo sviluppo?
Certo, l’Eritrea siede su ricchi giacimenti di oro e potassio che potrebbero rilanciarne l’economia. Le miniere vengono sfruttate da multinazionali stranieri. Il potassio arriva dalle miniere della Dancalia attaverso l’australiana Colluli Mining Share Company, posseduta al 50% dalla compagnia nazionale mineraria eritrea (Enamco). Nel nord la miniera d’oro di Bisha è invece appannaggio di una società in joint venture tra la canadese Nevsun e l’Enamco. Nelle miniere verrebbero impiegati soldati di leva. Ma né il ministero delle Finanze né la Banca centrale sanno dove finiscano i proventi dello sfruttamento minerario. Solo Isaias li controlla. L’accusa è che finiscano su conti correnti in banche di Dubai, in Cina, in Malesia. Stiamo cercando le prove. Nessuno conosce il bilancio dello Stato, non si sa l’entità degli incassi e della spesa pubblica.
Il regime è coinvolto nel traffico di esseri umani come accusa l’Onu?
Niente succede in Eritrea senza che Isaias lo sappia o lo permetta. Ha costituito una fitta rete di spie in grado di offrirgli informazioni anche dettagliate su tutto quanto accade. E ci sono molte storie e testimonianze di persone trasportate dall’Asmara fino a Kassala in Sudan su veicoli militari senza mai venire controllati ai posti di blocco.