Padre Jacques Hamel è un vero testimone di Allah/Dio, di Andrea Lonardo
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Il Centro culturale Gli scritti (27/7/2016)
Zurbaran, L'agnello di Dio
Padre Jacques Hamel è un vero testimone di Allah – Allah non è un nome confessionale, ma vuol dire semplicemente Iddio (Dio con l’articolo) ed è usato anche dai cristiani per dire che Dio/Allah è amore.
Martire vuol dire esattamente «testimone». Mai deve essere chiamato «martire», testimone di Dio, qualcuno che odia e uccide. Padre Jacques Hamel, invece, è un vero martire, perché è stato ucciso mentre pregava, mentre stava celebrando la messa, perché è stato ucciso da debole, perché è stato ucciso senza che avesse in odio alcuno.
Su un giornale francese è stato pubblicato un testo di padre Jacques Hamel del 6 giugno 2016, che invitava tutti a vivere bene le vacanze. Io propongo che un testo così semplice e esistenzialmente vero, da testimone di Dio, sia letto domenica nelle chiese e venerdì nelle moschee di Francia e d’Europa, perché ci indica quale deve essere il linguaggio dei veri credenti in Europa e nel mondo, perché ci fa bene, perché ha lo stile di Dio:
«La primavera è stata piuttosto fresca. Se il nostro morale è rimasto a mezza strada, come le gemme che vorrebbero dischiudersi ma temono di restare gelate, pazienza – l’estate finirà per arrivare. E anche il tempo delle vacanze.
Le vacanze sono un momento per prendere della distanza con le nostre occupazioni abituali. Ma non è una semplice parentesi. È un tempo di distensione, ma anche di ritorno alle sorgenti, di incontri, di condivisione, di convivialità.
Un tempo di ritorno alle sorgenti: alcuni si prenderanno qualche giorno per un ritiro o un pellegrinaggio. Altri rileggeranno il Vangelo, da soli o con altri, come una parola che vivifica la vita, quella di oggi.
Altri potranno abbeverarsi al grande libro della creazione ammirandone i paesaggi così differenti e talmente magnifici che ci elevano e ci parlano di Dio.
Che possiamo, in questi momenti, intendere l’invito di Dio a prenderci cura di questo mondo, a farne – la dove viviamo – un mondo più caloroso, più umano, più fraterno.
Un tempo di incontro, con dei prossimi, degli amici: un momento per prendersi il tempo di vivere qualcosa insieme. Un momento per essere attenti agli altri, così come sono.
Un tempo di condivisione: condivisione della nostra amicizia, della nostra gioia. Condivisione del nostro sostegno ai bambini, che mostra quanto contano per noi.
Un tempo di preghiera, pure: attenti a quello che accadrà nel nostro mondo in quel preciso momento. Preghiamo per quelli che ne hanno più bisogno, per la pace, per una convivenza migliore.
Sarà ancora l’Anno della Misericordia. Facciamoci un cuore attento alle cose belle, a tutti e a ciascuno, e a quelli e quelle che rischiano di sentirsi un po’ più soli.
Che le vacanze ci permettano di fare il pieno di gioia di amicizia e di ritorno alle sorgenti. Allora potremo riprendere con miglior lena la strada insieme.
Buone vacanze a tutti.
Padre Jacques»
Io comincerò a chiedere la sua intercessione nelle mie preghiere perché è un testimone di Allah. Padre Jacques Hamel assomiglia nella sua morte a Gesù – anche se prima del martirio avesse commesso altri peccati. Gesù non solo non ha odiato. Molto di più: pur essendo l’unico giusto, ha preso su di sé i nostri peccati, anche quello gravissimo dell'odio che è nei terroristi islamisti, ed è morto in croce anche per loro. Morendo in croce come agnello innocente Gesù ha amato veramente – solo chi ama è testimone di Dio, chi odia non conosce Dio, dice l’amico di Isa/Gesù, l’evangelista Giovanni - e dalla sua morte è sgorgato il perdono dei peccatori, dell’adultera, dell’omicida, del traditore, del rinnegatore, del terrorista, che altrimenti non avrebbero scampo e sarebbero destinati senza alcun appello all’inferno.
Questo l'originale francese dell'articolo di padre Jacques Hamel:
«Le printemps a été plutôt frais. Si notre moral a été un peu en berne, patience, l’été va finir par arriver. Et aussi le temps des vacances.
Les vacances, c’est un moment pour prendre de la distance avec nos occupations habituelles. Mais ce n’est pas une simple parenthèse. C’est un temps de détente, mais aussi de ressourcement, de rencontres, de partage, de convivialité.
Un temps de ressourcement: Certains prendront quelques jours pour une retraite ou un pèlerinage. D’autres reliront l’Évangile, seul ou avec d’autres, comme une parole qui fait vivre l’aujourd’hui.
D’autres pourront se ressourcer au grand livre de la création en admirant les paysages si différents et tellement magnifiques qui nous élèvent et nous parlent de Dieu.
Puissions-nous en ces moments entendre l’invitation de Dieu à prendre soin de ce monde, à en faire, là où nous vivons, un monde plus chaleureux, plus humain, plus fraternel.
Un temps de rencontre, avec des proches, des amis: Un moment pour prendre le temps de vivre quelque chose ensemble. Un moment pour être attentif aux autres, quels qu’ils sont.
Un temps de partage: Partage de notre amitié, de notre joie. Partage de notre soutien aux enfants, montrant qu’ils comptent pour nous.
Un temps de prière aussi: Attentifs à ce qui se passera dans notre monde à ce moment-là. Prions pour ceux qui en ont le plus besoin, pour la paix, pour un meilleur vivre ensemble.
Ce sera encore l’année de la miséricorde. Faisons-nous un cœur attentif aux belles choses, à chacun et à ceux et celles qui risquent de se sentir un peu plus seuls.
Que les vacances nous permettent de faire le plein de joie d’amitié et de ressourcement. Alors nous pourrons, mieux pourvus, reprendre la route ensemble.
Bonnes vacances à tous!
Père Jacques»