Come San Patrizio ha davvero convertito l’Irlanda. La ragione per cui la Festa di San Patrizio è così allegra (birra verde a parte), di Bert Ghezzi
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Riprendiamo dal sito Aleteia un testo di Bert Ghezzi pubblicato il 17/3/2016. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti. cfr. la sezione Storia e filosofia.
Il Centro culturale Gli scritti (3/7/2016)
L’Irlanda non ha mai avuto la conoscenza di Dio, ma finora ha sempre adorato idoli e cose impure. Come è possibile che i suoi abitanti siano diventati un popolo del Signore e che sono ora chiamati figli di Dio? I figli degli scozzesi e le figlie dei loro capi stanno diventando monaci e vergini di Cristo. (San Patrizio)
Durante il Giorno di San Patrizio, nella nostra famiglia ci si veste di verde o si deve rispondere alla signora della casa. Il suo 17 marzo è così eccessivo che persino i suoi deliziosi manicaretti sono diventati sgradevolmente colorati di verde. A volte penso che nelle vene della mia cara moglie irlandese debba scorrere sangue smeraldo.
Mi chiedo cosa ne penserebbe S. Patrizio in persona di tutte le carnevalate che negli Stati Uniti contraddistinguono il suo giorno. Sarebbe a suo agio con il modo in cui ogni anno viene commemorato? Andrebbe in giro con un trifoglio, brandendo un bastone shillelagh o ballando in mezzo alla strada? Reciterebbe ballate nonsense mangiando cibo verde e tracannando birra verde?
Non dico che S. Patrizio non gradirebbe tutta questa baraonda, dopotutto gli storici lo chiamano “il primo vero irlandese”. Possiamo immaginare quindi che, come i suoi compatrioti, sapeva come festeggiare. Forse però S. Patrizio vorrebbe che noi lo ricordassimo in modo cristiano, come molti fanno in Irlanda. Ad esempio prendendo del tempo per pregare, per studiare la Bibbia o per condividere una parola di fede con un vicino. Perché ciò che ha contraddistinto la sua esistenza era la preghiera, lo studio e l’evangelizzazione.
Patrizio è arrivato in Irlanda come schiavo nel 405, quando dei briganti hanno strappato lui e molte altre persone dalle proprie case nella Britannia romana. Per sei anni, tra i monti dell’Irlanda del nord, Patrizio ha custodito maiali per il suo padrone pagano. Nella sua Confessione dice che la sua schiavitù è stata una fase di rafforzamento spirituale. “Il mio amore e il mio timore per Dio”, ha scritto, “è decisamente aumentato, la mia fede è cresciuta e il mio spirito si è destato”. Ha trascorso giorni e notte intere a pregare. “È stata la preghiera a svegliarmi prima dell’alba, quando fuori c’erano neve, ghiaccio e pioggia”, ha ricordato. “In me non v’era tiepidezza alcuna, come è invece ora, perché il mio spirito era fervente in me”.
Una notte Patrizio ha udito una voce celestiale, in un sogno, che gli ha rivelato che sarebbe presto tornato nella sua terra d’origine. Successivamente la voce gli ha annunciato che sarebbe tornato in Britannia su una nave che si trovava a 320 km di distanza. Patrizio è quindi fuggito dal suo padrone per percorrere a piedi quei chilometri che lo separavano dalla nave. Appena arrivato, il capitano si è rifiutato di prenderlo a bordo; ma dopo che Patrizio ha pregato, il capitano ha cambiato idea e gli ha dato un passaggio.
Dopo tre giorni di navigazione, la nave ha raggiunto la spiaggia. Per un mese intero Patrizio e gli altri marinai hanno camminato su terreni impervi. Quando il loro cibo stava scarseggiando, il capitano li ha sfidati di pregare Dio affinché li aiutasse. “Volgiti seriamente”, disse Patrizio, “e con tutto il tuo cuore al Signore mio Dio, a cui nulla è impossibile”. Proprio in quel momento comparve sulla strada una mandria di maiali e in poco tempo i suini diventarono un invitante arrosto. Fino a quando Patrizio non lasciò i marinai, un mese più tardi, a nessuno è mancato del cibo o qualsiasi altra cosa.
Patrizio aveva circa 22 anni quando si poté riunire alla famiglia. L’accoglienza è stata calorosa, nella speranza che lui non avesse dovuto più lasciarli. Ma le cose andarono diversamente. Ricevette presto un sogno, infatti, che gli annunciò che sarebbe dovuto tornare in Irlanda.
“Ho sentito”, ha scritto Patrizio, “le voci degli abitanti della foresta di Focluth, sul mare occidentale. Gridavano, come se avessero una sola bocca: ‘Ti imploriamo, oh giovane santo, di venire e stare ancora una volta con noi”. Patrizio comprese che Dio lo stava chiamando a portare il Vangelo in Irlanda. È infatti diventato apostolo dell’Irlanda.
Patrizio si è quindi recato in Francia, dove per ben 21 anni si è preparato alla sua missione. Per fondare la Chiesa in Irlanda servivano molte cose. Doveva essere pronto a proclamare la Buona Novella a un popolo pagano. Doveva essere in grado di fornire un’educazione cristiana ai convertiti, che dovevano essere infatti seguiti con cura. Dovunque lui ha istituito delle comunità, ha anche dovuto selezionare e formare un clero autoctono per costruire ed equipaggiare le chiese. Soprattutto, doveva avere la forza sufficiente e l’esperienza per superare la resistenza dei druidi, i sacerdoti che usavano la magia per dominare il popolo d’Irlanda.
Per tre anni Patrizio si è dedicato ad approfondire le discipline spirituali e le abilità pratiche, presso il Monastero di Lerins. Ha poi speso quindici anni ad Auxerre, dove il grande monaco e vescovo S. Germano è stato suo mentore. L’addestramento di Patrizio lo ha preparato a essere un fondatore di chiese, non uno studioso. In seguito ha infatti spesso lamentato la propria carenza di istruzione. Ma sapeva che per questo specifico compito aveva bisogno più di saggezza pastorale che di erudizione. In questo periodo Patrizio è stato ordinato diacono e poi sacerdote. Il primo vescovo d’Irlanda, S. Palladio, morì nel 431 dopo un solo anno di servizio. Patrizio gli succedette come vescovo, iniziando il suo operato nel 432.
L’evento cardine del ministero di San Patrizio è avvenuto nella primavera del 433. Era determinato a ottenere il supporto di Lóegaire mac Néill, potente re dell’Irlanda centrale, la cui benedizione gli avrebbe aperto porte ovunque. La sua risolutezza a conquistare l’appoggio del sovrano lo ha condotto a uno scontro inevitabile con i druidi. Il confronto tra il potere spirituale di Patrizio e le arti magiche dei pagani si è concluso con la vittoria del vescovo cristiano, la cui missione iniziò quindi con un grande successo.
Era la vigilia di Pasqua. Lóegaire stava celebrando una festività pagana a Tara, suo quartier generale nell’Irlanda centrale. La legge dell’epoca proibiva a chiunque di accendere un fuoco prima dell’accensione del faro cerimoniale di Royal Hill. A chilometri di distanza, sulla cima della collina di Slane, Patrizio riunì i seguaci per la vigilia della Pasqua. Ignaro del divieto di accendere fuochi, Patrizio ha quindi avviato la liturgia accendendo il fuoco, vivido simbolo della resurrezione di Cristo. Se avesse saputo del divieto, probabilmente non ne avrebbe comunque tenuto conto.
Re Lóegaire, i suoi baroni e i druidi ovviamente notarono le celebrazioni pasquali e furono presi dall’ira. I druidi, percependo il pericolo imminente, avvertirono il re dicendogli che avrebbe dovuto immediatamente spegnere quel fuoco. Se ciò non fosse avvenuto, disse profeticamente uno dei druidi, “non si spegnerà mai, in Irlanda. Farà inoltre eclissare tutta la nostra luce. E chi l’ha acceso conquisterà tutti noi”. Il re e otto carri pieni di guerrieri puntarono quindi all’accampamento di Patrizio.
All’arrivo il re convocò Patrizio chiedendo spiegazioni. La risposta di Patrizio fu un condensato di Vangelo. Quando il capo druido Drochu si è fatto gioco dei misteri cristiani, Patrizio ha pregato a voce alta per la sua punizione. Drochu si librò in aria e morì all’istante. I guerrieri provarono a prendere Patrizio, che pregò affinché i nemici fossero sparpagliati. In quel momento arrivarono una nuvola scura e un forte vento giunsero sui guerrieri, che furono presi dal panico e in molti perirono.
Dinanzi a tale dimostrazione di potenza, il re si accasciò. Il forte sgomento lo spinse a fingere di riconoscere Dio, invitando Patrizio a parlare della fede cristiana ai suoi baroni, presso Tara. Lasciata Slane, pianificò quindi di tendere un agguato a Patrizio e ai suoi uomini. Ma al loro passaggio furono come invisibili agli occhi di re Lóegaire e dei suoi sicari. Durante la fuga, i cristiani cantarono per la prima volta la famosa “Corazza di San Patrizio”, una preghiera che invoca il potere della Trinità, dell’Incarnazione, degli angeli e di tutto il cielo contro ogni pericolo possibile e immaginabile. Una preghiera che, negli anni a venire, Patrizio avrebbe recitato spesso.
Il giorno di Pasqua re Lóegaire tenne un banchetto a Tara, come parte della festività pagana. Patrizio e cinque compagni passarono attraverso porte chiuse a chiave e si presentarono in mezzo ai pagani, portando scompiglio. Invitato a sedere accanto al re, a Patrizio venne quindi data una bevanda in cui il capo dei druidi, Lucat-Mael, mise del veleno. Comprendendo ciò che era avvenuto, Patrizio fece il segno della croce sul calice e la bevanda ghiacciò totalmente, ad eccezione della goccia di veleno. Tutti guardarono Patrizio versare quella goccia sul tavolo. Poi benedì di nuovo il calice, e la bevanda tornò normale.
Di fronte a tale umiliazione, Lucat-Mael cercò di correre ai ripari. Sfidò infatti Patrizio a prendere parte a una “competizione di prodigi” presso la Piana di Tara, così che molti irlandesi poterono assistere. Firs il druido fece un sortilegio e riempì di neve l’intera pianura.
“Possiamo vedere la neve”, disse Patrizio, “ora falla sparire”.
“Non posso farlo prima di domani”, rispose il sacerdote pagano.
“Sei quindi capace di compiere opere malvagie, ma non puoi farne di buone. Con me è il contrario”, ha quindi detto Patrizio. Stese le sue mani disegnando una croce nell’aria. In un istante la neve era sparita non lasciando neanche una traccia. La folla era stupita.
Il prodigio successivo del druido fu di far cadere l’intera vallata nell’oscurità. Di nuovo non fu in grado di ripristinare la situazione iniziale prima che fosse trascorso un giorno. Patrizio pregò e con una benedizione fece sparire l’oscurità. Questa volta gli spettatori gridarono lodando il Dio di Patrizio.
Per mettere fine alla questione una volta per tutte, Patrizio propose una terza sfida. Questa volta con il fuoco. Il druido si sarebbe avvolto con il mantello di Patrizio e sarebbe stato chiuso in una capanna di legno appena tagliato. Benigno, il discepolo più giovane di Patrizio, sarebbe stato vestito con i panni di Lucat-Mael e posto in una capanna di legno secco. Entrambe le capanne sarebbero poi state bruciate dalle fondamenta. Tutti accettarono le condizioni. I due uomini furono posizionati come da accordi e le due capanne vennero date alle fiamme. Questa prova ha avuto un esito eccezionale. Le fiamme hanno consumato la capanna di legno fresco e il druido stesso, lasciando intatto soltanto il mantello di Patrizio. Benigno e la sua capanna non furono toccate dalle fiamme, ma della veste di Lucat-Mael era rimasta soltanto la cenere.
Il confronto tra Patrizio e i druidi fu così spettacolare che gli storici moderni lo descrivono come una leggenda. Ma per quanto straordinari siano stati i miracoli, i primi documenti li hanno narrati come fatti storici. I prodigi di Patrizio hanno posto le fondamenta per la conversione dell’Irlanda. Per quale motivo non avrebbe dovuto aspettarsi un intervento divino in questi significativi momenti della sua opera missionaria?
Nonostante Patrizio avesse dimostrato l’inconsistenza della religione di Lóegaire, il sovrano non diventò cristiano. Ma prese due decisioni che si sono rivelate significative per l’avanzamento dell’opera di Patrizio. Diede a Patrizio il permesso di predicare il Vangelo in Irlanda e gli garantì la sicurezza personale.
Da allora Patrizio percorse in lungo e in largo l’Isola, facendo discepoli in ogni dove. In un tempo relativamente breve, battezzò decine di migliaia di convertiti costruendo centinaia di chiese, che diventarono piene di sacerdoti e diaconi irlandesi. Stabilì numerosi monasteri e scuole affinché ci si prendesse cura dei giovani infuocati per Cristo. Nel 444, poco più di dodici anni dal suo arrivo, Patrizio costruì ad Armagh la prima cattedrale dell’Irlanda, rendendo la città il centro dell’istruzione cristiana e dell’amministrazione ecclesiastica.
Quando Patrizio morì, intorno al 461, l’antico paganesimo era totalmente estirpato. L’intera Isola diventò quindi intrinsecamente e permanentemente cristiana. Ecco, questo è un miracolo che sfido chiunque di voi a mettere in discussione.
Cristo è tutto in tutti
Cristo sia con me, Cristo sia davanti a me,
Cristo sia dietro di me, Cristo sia in me,
Cristo sia sotto di me, Cristo sia sopra di me,
Cristo sia alla mia destra, Cristo sia alla mia sinistra,
Cristo sia nel cuore di ogni uomo che mi pensa,
Cristo sia sulle labbra di tutti coloro che mi parlano,
Cristo sia in ogni occhio che mi guarda,
Cristo sia in ogni orecchio che mi ascolta.
Corazza di San Patrizio
Bert Ghezzi è un noto autore ed oratore. Il suo libro più recente è “The Power of Daily Mass: How Frequent Participation in the Eucharist Can Transform Your Life”. Questo articolo è un estratto di “Mystics and Miracles: True Stories of Lives Touched by God” di Bert Ghezzi (Loyola Press, 2002) ed è stato pubblicato per gentile concessione dell’autore.
[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]