“Le unioni civili? Nulle se uno dei due è gay…”: il pasticcio sul ddl Cirinnà, di Mattia Feltri
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Riprendiamo da La Stampa del 5/2/2016 un articolo a firma di Mattia Feltri. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, vedi la sotto-sezione Famiglia, affettività e sessualità, omosessualità e gender nella sezione Carità, giustizia e annunzio. In particolare, cfr. Il ddl Cirinnà. Considerazioni giuridiche e non solo sulle unioni civili, di Andrea Lonardo e Dal ddl Cirinnà al Cirinnà bis. Dissimulare la questione delle adozioni è peggio: dall’articolo 14 al nuovo articolo 5, di Andrea Lonardo.
Il Centro culturale Gli scritti (7/2/2016)
Qualcuno di voi sa che il disegno di legge sulle unioni civili (il famoso Cirinnà) prevede la nullità delle medesime unioni se uno dei partner è omosessuale? Non avete letto male. Pensate a due uomini che decidano di unirsi civilmente: bene, secondo il ddl, se uno dei due uomini è gay, l’unione civile è nulla.
È un po’ colpa della fretta, un po’ colpa delle pletoriche e sconfinate norme italiane ma, dove il disegno di legge si incrocia con il codice civile (che prevede solo unioni fra coppie eterosessuali), vengono fuori dei meravigliosi frankenstein giuridici. Fortuna che qualcuno se ne è accorto, così si stanno scrivendo degli emendamenti che sistemino le cose.
Un altro di questi frankenstein è la norma che prevede la nullità dell’unione se uno dei coniugi scopre la «deviazione sessuale» dell’altro; il problema è che in giurisprudenza si definisce «deviazione sessuale» proprio l’omosessualità. Dunque, secondo il testo, se due uomini si sposano e dopo un po’ uno scopre che l’altro è gay...