Appello di papa Francesco: «Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia di profughi, incominciando dalla mia diocesi di Roma».
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Riprendiamo sul nostro sito l’appello di papa Francesco pronunciato dopo l’Angelus del 6/9/2015. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, vedi la sotto-sezione Immigrazione, accoglienza e integrazione, intercultura nella sezione Carità, giustizia e annunzio. Gli scritti aveva appena pubblicato, nel suo piccolo, un appello ad aiutare: 1/ Profughi che a breve busseranno alle porte dell'Europa, se non saranno aiutati in patria, come preferirebbero. Video dalle comunità cristiane della Siria e dell’Iraq. È ora di aiutarli. 2/ Appello a Torino: 5 migranti in ogni comunità. 3/ Migranti, per salvarli. E salvarci. Immaginiamoci migranti o loro genitori, di Marina Corradi. 4/ In Siria, Iraq e Libia. Is senza pietà: esecuzioni e armi chimiche. 0/ Con una breve nota iniziale di Andrea Lonardo, È il momento di aiutare.
Il Centro culturale Gli scritti (6/9/2015)
N.B. L'Ufficio catechistico, nei prossimi giorni, fornirà alcuni video e materiali per presentare l’appello nella catechesi, insieme alle indicazioni operative che verranno dall’Ufficio migrantes e dalla Caritas di Roma.
Kobane, la cittadina dei curdi siriani a pochi metri
dal confine con la Turchia da cui proveniva la famiglia
di Aylan Kurdi, devastata dall'Islamic State.
Cari fratelli e sorelle,
la Misericordia di Dio viene riconosciuta attraverso le nostre opere, come ci ha testimoniato la vita della beata Madre Teresa di Calcutta, di cui ieri abbiamo ricordato l’anniversario della morte.
Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere “prossimi”, dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: “Coraggio, pazienza!...”. La speranza cristiana è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura.
Pertanto, in prossimità del Giubileo della Misericordia, rivolgo un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi. Un gesto concreto in preparazione all’Anno Santo della Misericordia.
Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma.
Mi rivolgo ai miei fratelli Vescovi d’Europa, veri pastori, perché nelle loro diocesi sostengano questo mio appello, ricordando che Misericordia è il secondo nome dell’Amore: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).
Anche le due parrocchie del Vaticano accoglieranno in questi giorni due famiglie di profughi.