Argini di civiltà, del rabbino Abraham Skorka
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Riprendiamo da L’Osservatore Romano del 12-13/1/2015 un articolo scritto da Abraham Skorka. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti sul dialogo fra le religioni, vedi la sezione Cristianesimo, ecumenismo e religioni.
Il Centro culturale Gli scritti (25/2/2015)
Il XX secolo è stato caratterizzato dalla consacrazione di ideologie antropocentriche, che hanno preso corpo in un processo che aveva avuto inizio alcuni secoli prima. L'individuo ha preso il posto di Dio. Le religioni sono state ridotte a mere tradizioni e rituali, la presenza di una creatività spirituale è stata frenata. Il proclama di Nietzsche sulla morte di Dio, gli scritti di Kierkegaard, e persino la dura conclusione marxista sulle religioni come oppio dei popoli, possono essere visti come veementi critiche contro le istituzioni religiose che detenevano potere all'interno di società con grandi ingiustizie sociali, più che contro la religiosità in se stessa.
Fra gli ebrei dell'Europa orientale nel XVIII secolo nacque un movimento che enfatizzava lo sviluppo spirituale in tutti gli strati sociali, specialmente in quelli più bisognosi. Era il movimento chassidico. Ebbe grandi maestri dei quali sono giunti fino a noi scritti e racconti frammentari. Ma ciò nonostante, in essi si percepisce una profondità superlativa, che testimonia, peraltro, la crisi alla quale rispondevano. I progressi delle scienze e delle tecniche, e le molteplici scoperte che questi favorirono, sorpresero esperti e neofiti. Tuttavia le istituzioni religiose, in generale, non generarono un dialogo dinamico con l'intelletto secolare, ma continuarono piuttosto a sostenere un atteggiamento dogmatico, antitetico a quello che venne chiamato "libero pensiero". Per molti in occidente la realtà religiosa cominciò a essere sinonimo di oscurantismo.
Nel XX secolo le passioni confuse delle società europee si plasmarono in drammatici conflitti che lasciarono dietro di sé morte e distruzione mai viste prima. Tutti i freni che limitano la condotta umana a un ambito civilizzato furono infranti. Lo sterminio degli armeni, gli orrori della prima guerra mondiale, la sanguinosa guerra civile spagnola, il secondo conflitto mondiale, durante il quale si perpetrò la Shoah, il crimine più spaventoso mai commesso contro un popolo, furono la conseguenza di una realtà in cui l'uomo escluse ogni presenza del Dio biblico dalla propria esistenza. Si eressero semidei, come nel passato pagano, che sostenevano concezioni idolatriche che dovevano, a loro dire, redimere l'uomo e le società dalle loro sofferenze esistenziali.
A partire dagli anni Settanta del secolo scorso, si produsse un ritorno alle religioni abramitiche, al religioso, ma non in una versione spirituale rinnovata, bensì in una concezione fondamentalista, estrema. Si accantonò la necessaria dialettica tra fede e ragione, che permette di ritrovare un equilibrio esistenziale capace di mostrare la parte migliore dell'uomo. Gilles Kepel descrisse questo processo nel suo famoso saggio La vendetta di Dio.
Il "fattore religioso", come lo chiamò Saramago, cominciò a svolgere nuovamente un ruolo importante sul palcoscenico dell'umanità. Ma quale deve essere in realtà il ruolo delle religioni? Quello di costruire argini di civiltà. Tutti gli atti di violenza e di barbarie riflettono una bancarotta della cultura, e quando la religione ne è una componente costitutiva, essa riflette il fallimento del proprio agire.
Uno dei versetti più significativi di tutta la Bibbia consiste nelle parole che Dio dice a Caino vedendolo irato e frustrato perché Egli non ha gradito la sua offerta. Il Creatore gli dice: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai» (Genesi, 4,6-9). Dio invita Caino a dominare la sua ira, i suoi impulsi, o se si preferisce, nel lessico freudiano, la sua pulsione di morte. Uno dei messaggi fondamentali della Torah si trova nell'invito di Dio all'uomo a dominare i suoi impulsi distruttori. Quando ordina ai Figli di Israele di mettere frange di fili circondate da un filo violaceo - tzitzit - ai quattro angoli dei loro abiti, il testo biblico spiega che ciò è volto a fare ricordare l'onnipresenza divina, e quindi a osservare i precetti da Lui stabiliti. Una delle ultime sfide che Mosè pose al popolo d'Israele, secondo il Deuteronomio, fu di scegliere la vita invece della morte.
L'obiettivo principale di ogni religione è di costruire "dighe" che sappiano contenere le passioni distruttive dell'uomo. E questo stabilisce il limite tra civiltà e barbarie. Ci fu una generazione di profeti, quella di Isaia, Osea, Amos e Michea, che enfatizzò il concetto secondo il quale la base dell'onore reso a Dio è il rispetto per ogni individuo. Tale generazione segnò per sempre l'essenza del giudaismo.
Il mondo lacerato di oggi, dove la demonizzazione dell'altro è tanto comune ed è spesso il prologo alla sua eliminazione, richiede urgentemente una risposta. È ora che i leader religiosi di ogni credo, insieme a tutti coloro che tracciano le linee di pensiero nelle scienze, nelle arti e in tutte le altre forme di creatività umana, si prodighino congiuntamente, esplicitamente, inequivocabilmente, per favorire il rispetto che tutti devono avere verso il prossimo, indipendentemente dalla diversità di credo, ma uniti nei valori di equità e di giustizia.
È il momento di avere il coraggio di sviluppare un dialogo religioso che sappia unire i cuori in modo che ognuno riconosca nell'altro suo fratello. È ora di concretizzare la proposta di Dio a Caino: superare l'istinto distruttore con le nostre forze spirituali. È ora di unirsi per iniziare a materializzare la visione di Isaia e di Michea: trasformare le spade in aratri e le lance in falci.
L'alternativa è continuare a vivere in un'umanità in cui l'odio divide gli uomini e la pulsione di morte continua e essere incentivata. Come ha scritto il rabbino Abraham Joshua Heschel al presidente Kennedy protestando per la condizione dei neri negli Stati Uniti, il momento richiede grandezza morale e audacia spirituale.