Portiamo uomini che desiderano la vita come voi desiderate la morte. Breve nota di Andrea Lonardo dopo la strage alla redazione di Charlie Hebdo (e dopo gli assassini di civili a Parigi del 13 novembre 2015)
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Il Centro culturale Gli scritti (7/1/2015, ripubblicato il 14/11/2015)
I terroristi si fanno forza di una frase di Khalid ibn al-Walid, generale di Maometto, che affermava, per spiegare le prime vittorie militari del califfato nel VII secolo: «Porto uomini che desiderano la morte come voi desiderate la vita».
Ed, in effetti, è proprio qui la questione: i terroristi amano la morte. Disprezzano la vita degli altri e disprezzano la loro stessa vita. Sono pronti all’uccisione crudele, senza pietà, di civili, donne, bambini, giornalisti. Sono pronti al suicidio, tanto disprezzano l’essere vivi. Odiano. L’odio è la loro pseudovita.
Come ha detto Gesù: «Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna che dimora in lui» (lo ricorda il suo discepolo amato Giovanni, cfr. 1 Gv 3,13-14).
Ebbene la nostra risposta è che noi portiamo uomini che desiderano la vita come voi, terroristi, desiderate la morte. A noi piace la vita. Amiamo la poesia. Amiamo passeggiare nel creato. Amiamo sederci per mangiare e bere insieme. Amiamo la musica, da Bach a Louis Armstrong, passando ovviamente per Mozart e procedendo oltre il jazz. Amiamo leggere e confrontarci su qualsiasi tipo di questione, comprese quelle religiose. Amiamo l’amicizia di un uomo e di una donna. Amiamo giocare. Amiamo stare insieme ai bambini e vederli sorridere. Amiamo la filosofia e la scienza. Amiamo perdere tempo. Amiamo l'ironia ed il senso dell'humour. Amiamo la serenità della sera. Cerchiamo anche di amare i nostri nemici, sebbene non sempre ci sia facile. Amiamo la libertà.
Sì, noi amiamo la vita. Per questo sappiamo che conquisteremo i cuori di chi non può essere a lungo atterrito da voi terroristi. Amiamo, infatti, anche il duro confronto fra idee diverse, perché sappiamo che solo chi conquista i cuori ha convinto veramente, mentre chi atterrisce gli uomini per vincerli sta implicitamente ammettendo che le proprie idee non valgono niente ed è, in realtà, un perdente, uno sconfitto.
Per questo – mi rivolgo a voi che amate la vita – penso che la risposta più bella stasera che possiamo dare all’odio sia leggere una poesia nel silenzio della propria camera. Oppure telefonare ad un amico, ad un’amica. Oppure sentire della buona musica. Oppure pregare. O ancora giocare con i propri bambini. O anche semplicemente riposare. Sempre ringraziando della vita e dei suoi doni.
Terroristi, la vostra rabbia dimostra che sapete già di avere perso, perché chi odia la vita ha già perso la propria anima.
Un grande uomo, Paolo VI, ebbe a dire, negli anni di piombo, che sperava nella coscienza dei terroristi albergasse ancora la capacità di riconoscere la dignità della vita umana.
Questo oggi chiediamo al Dio dei vivi e dei morti.
Nota bene del 14/11/2015. Il ripetersi di assassini di civili, da Charlie Hebdo al 14 novembre 2015, mostra come le motivazioni politiche e militari addotte dai terroristi non c'entrino niente. Non è per la guerra in Siria o in Iraq che uccidono: uccidono perché ritengono di non poter convincere con le idee i cuori e le menti, uccidono come hanno ucciso i giornalisti, per quanto blasfemi, di Charlie Hebdo, uccidono perché non hanno niente da dire. Se fosse per ragioni militari, attaccherebbero poliziotti e militari, invece uccidono civili come è loro abitudine fare in Siria ed Iraq, e non per sbaglio, bensì deliberatamente e volontariamente.