Il compositore Claudio Monteverdi fece voto di andare in pellegrinaggio a Loreto e divenne prete nel 1632 (dal Dizionario biografico degli italiani)
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Riprendiamo alcuni passaggi dalla voce MONTEVERDI, Claudio Gian Antonio, di Paolo Fabbri, nel Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 76 (2012). Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (7/12/2014)
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La morte del duca Ferdinando Gonzaga (29 ottobre 1626) aveva portato sul trono mantovano il fratello Vincenzo II, per il cui insediamento venne commissionata a Monteverdi La finta pazza Licori, favola pastorale di Giulio Strozzi, incompiuta (testo e musica perduti). In seguito, anzi, gli fu proposto ancora una volta di tornare al servizio dei Gonzaga, ma il 10 novembre 1627 tramite Striggio il compositore declinò l’offerta, chiedendo però contestualmente al duca di appoggiare presso la sorella imperatrice una sua richiesta volta a ottenere un canonicato a Cremona.
Sappiamo che il 15 luglio 1627 Monteverdi fu impegnato dapprima nella residenza dell’ambasciatore inglese a Venezia (di cui era ospite il principe di Neuburg), e poi al Carmine per i primi vespri della Madonna del Carmelo: nel settembre del 1627 era a Chioggia per servire il podestà Foscarini.
Ben più impegnative commissioni gli erano frattanto giunte da Parma, dove si progettavano le feste per il matrimonio di Odoardo Farnese e Margherita de’ Medici. Monteverdi, che soggiornò più volte a Parma (da ottobre a inizio dicembre 1627, gennaio-febbraio e prima metà di dicembre 1628) avendo a collaboratore Antonio Goretti, ebbe il compito di musicare gli intermezzi stesi da Claudio Achillini e Ascanio Pio di Savoia per L’Aminta del Tasso (13 dicembre 1628: uno dei quali rappresentato anche nel carnevale 1628 come mascherata), e il torneo Mercurio e Marte di Achillini (21 dicembre 1628) che inaugurò il nuovo teatro ducale (composizioni tutte perdute). In ambito veneziano, fu commissionata a Monteverdi la musica (perduta) per I cinque fratelli, sonetti di Giulio Strozzi eseguiti all’Arsenale di Venezia durante un banchetto (8 maggio 1628) in onore del granduca Ferdinando II e del principe Giovanni Carlo de’ Medici. Nel febbraio 1630 lo troviamo impegnato presso le monache di S. Lorenzo, e in aprile la sua Proserpina rapita (testo di Strozzi) fu rappresentata a palazzo Mocenigo per le nozze fra Giustiniana Mocenigo e Lorenzo Giustiniani (rimane un solo brano, incluso nel postum Libro nono).
L’estate 1630 vide dapprima Mantova saccheggiata dai lanzichenecchi imperiali (18-21 luglio), poi il divampare della peste a Venezia, che fece circa 50.000 morti. In quelle luttuose circostanze Monteverdi fece voto di andare in pellegrinaggio a Loreto, se si fosse salvato. Non siamo sicuri che la promessa sia stata mantenuta: certo è, invece, che fu di Monteverdi la musica per la messa di ringraziamento per la fine dell’epidemia (21 novembre 1631).
Il 9 marzo 1631, a ogni buon conto, il compositore prese gli ordini minori, e il 16 aprile 1632 fu ordinato sacerdote. L’anno successivo ottenne finalmente l’agognato beneficio cremonese, grazie all’imperatore Ferdinando II cui aveva mandato musica: nell’incertezza della pensione mantovana a suo tempo decretatagli, quel vitalizio dava ben altra sicurezza.
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