1/ Come il giornalismo nasconde la realtà a partire dall’ideologia dei potentati che lo guidano. Le icone ortodosse sulla Stazione spaziale interazionale (ISS) non ci sono più: una questione di deontologia professionale. Breve nota di Andrea Lonardo 2/ Russia, l’icona della Vergine insieme agli astronauti. Sulla Stazione spaziale internazionale arriva un nuovo equipaggio. E tutto il mondo vede in diretta tv l’immagine della Madonna di Kazan che era stata affidata dal patriarca Kirill (da Vatican Insider) 3/ Quelle immagini sacre cristiane in orbita spaziale. Il direttore risponde, di Marco Tarquinio

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 26 /11 /2014 - 23:47 pm | Permalink | Homepage
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1/ Come il giornalismo nasconde la realtà a partire dall’ideologia dei potentati che lo guidano. Le icone ortodosse sulla Stazione spaziale interazionale (ISS) non ci sono più: una questione di deontologia professionale. Breve nota di Andrea Lonardo

Il Centro culturale Gli scritti (27/11/2014)

 

Il taglio della prima foto è da Repubblica, l'inquadratura piena è dal web... qual è la differenza? Qual è l’intenzione del giornalista che traspare dal taglio della foto rispetto all’immagine piena? Più in generale è lecito domandare: come si scelgono le foto o le si tagliano a secondo di ciò che si vuole far vedere o trasmettere o nascondere?

Si noti bene: non è solo questione del fatto che qui si parla della presenza di icone in un contesto scientifico che la vulgata vorrebbe popolato da persone aliene da qualsivoglia fede. Piuttosto questa manipolazione dei fatti e delle immagini così evidente in questo caso deve ricordare che la scelta delle notizie e delle immagini è norma nel giornalismo quando piega la realtà ai suoi disegni. La necessità di fare colpo, stimolando l’emotività dei lettori, determina l’enorme emergere di insignificanti fatti di cronaca nera, mentre importanti notizie riguardanti i paesi in via di sviluppo o le povertà del mondo non vengono nemmeno pubblicate. Il chiacchiericcio sulla politica italiana la fa da padrone su fatti di politica internazionale ben più rilevanti.

Le questioni “morali” sono presentate spessissimo a partire dall’ideologia dominante della testata con un moralismo veramente dozzinale che squalifica sempre come retrogrado e conservatore chiunque non la pensi secondo il politicamente corretto.

Le foto pubblicate dai media vengono utilizzate secondo schemi che permettono di demonizzare già con la sola immagine il personaggio che la testata vuole denigrare. Tornano in mente, solo per fare un esempio, le foto di Benedetto XVI ritratto di spalle in articoli che lo riguardavano in prima pagina!

Ritengo che la riscoperta di una deontologia del giornalismo sia oggi necessaria: solo una de-ideologizzazione del giornalista permetterebbe di offrire al lettore nuovamente una visione aderente al reale.

Sul sito di Repubblica del 29/6/2012, a fianco del titolo Papa: "Nella Chiesa il male non prevarrà. Ratzinger ordina 44 nuovi arcivescovi" apparve questa foto e vi rimase per due giorni. Quale altro personaggio sarebbe ritratto di spalle a fianco di una notizia in fondo così “normale”? L’uso dell’immagine la dice lunga sulle intenzioni ideologiche del quotidiano.

Comunque, la serie di immagini è tratta dal video trasmesso in diretta dalla NASA in occasione dell’arrivo sulla stazione orbitante di Samantha Cristoforetti e di altri due astronauti.

2/ Russia, l’icona della Vergine insieme agli astronauti. Sulla Stazione spaziale internazionale arriva un nuovo equipaggio. E tutto il mondo vede in diretta tv l’immagine della Madonna di Kazan che era stata affidata dal patriarca Kirill (da Vatican Insider)

Riprendiamo dal sito Vatican Insider un articolo redazionale pubblicato il 17/11/2011. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (27/11/2014)

Icona della Vergine, missione (spirituale) compiuta. Già, perché quell’immagine, tra le più venerate dai russi ortodossi, era stata donata lo scorso marzo dal Patriarca di Mosca, Kirill, all’allora direttore dell’Agenzia dello Spazio (Roscosmos) Anatoly Perminov. “Spero che l’icona venga presa a bordo della navicella nel viaggio che celebrerà il 50esimo anniversario del primo lancio di un uomo nello spazio”, aveva auspicato il leader religioso riferendosi alla missione della Soyuz TMA-24 che di lì a poco, il 30 marzo, sarebbe partita per la Iss (stazione Spaziale Internazionale), dedicando l’impresa all’ormai mitico Gagarin. Il Patriarca aveva aggiunto riferendosi agli astronauti: “Oltre ai loro complessi e importanti doveri compiranno anche una qualche missione spirituale con l’icona”.

E il 16 novembre, come riporta l’agenzia Asia News, mentre il mondo celebrava l’arrivo di un nuovo equipaggio sulla Stazione spaziale internazionale (Iss), dietro agli astronauti che in diretta raccontavano la loro esperienza erano ben visibili due immagini: quella del primo uomo nello Spazio, il russo Gagarin, e quella della Madonna di Kazan.

D’altronde non è la prima volta che un’icona della Madonna viaggia nello Spazio: nel 2009 l’immagine della Vergine Maria del Segno era già stata portata dalla navicella Soyuz TMA16 sulla Iss.

La missione della Soyuz TMA22 conclusa il 16 novembre, è stata seguita col fiato sospeso visto che era la prima con equipaggio dalla fine di agosto, quando un razzo cargo si era schiantato in Siberia. Prima di partire la navicella era stata benedetta al cosmodromo di Baiknour (Kazakistan) da un sacerdote ortodosso. Una buona notizia per Soyuz, rimasto l’unico mezzo per raggiungere l’Iss da quando la Nasa ha ritirato i suoi shuttle, e per il settore spaziale russo, segnato negli ultimi tempi da una serie di incidenti. Al momento l’equipaggio sulla Iss è costituito da tre cosmonauti russi, due astronauti americani e un giapponese.

3/ Quelle immagini sacre cristiane in orbita spaziale. Il direttore risponde, di Marco Tarquinio

Riprendiamo da Avvenire del 27/11/2014 un testo di Marco Tarquinio. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (28/11/2014)

Caro direttore, lunedì sera, seguendo in televisione le immagini dell’arrivo sulla stazione spaziale ISS della nostra astronauta italiana Samantha Cristoforetti, ho colto un’immagine che mi ha fatto trasalire di gioia; una felicità che voglio condividere con quanti avranno già notato un "particolare" della stazione spaziale e anche con coloro ai quali è sfuggito. Per un momento, vedendo le immagini, sono rimasto incredulo: «Ma davvero?», pensavo. «Avrò visto male...», mi ripetevo. Poi ho cercato su internet tra le immagini e i filmati della missione ISS 42/43 "Futura" è ho ritrovato quell’immagine che mi era passata davanti in uno spezzone di filmato televisivo. Sappiamo quanto sia costoso portare nello spazio del carico "non essenziale"; tutto viene ridotto al minimo; ma nella fotografia qui allegata, si osserva chiaramente nella parete della stazione spaziale ISS, dietro agli astronauti Samantha Cristoforetti, Anton Shkaplerov e Terry Virts che consumano allegramente uno spuntino, come con grande dignità e visibilità, siano state disposte quatto bellissime icone (sembrano in stile russo); l’icona centrale, più grande, mostra la Vergine Maria con bambino Gesù. Più in alto delle icone c’è un bel Crocifisso dorato. Difficile, guardando quelle icone antiche in una modernissima stazione spaziale, avamposto remoto dell’umanità, non osservare anche che quella missione è partita da un territorio della ex Unione Sovietica nel giorno della festa di Gesù Re dell’Universo! «Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti.» (dal Salmo 139).
Con grande gioia.
Sergio Vicàri

Già, caro amico, quanto... cielo c’è tra questa immagine dallo spazio e quella fatta circolare 53 anni fa, ai tempi dell’Unione Sovietica, attraverso parole messe sulla bocca di Yuri Gagarin, primo uomo a volare oltre l’atmosfera terrestre. Fecero sapere al mondo che da lassù Gagarin aveva esclamato qualcosa che potrebbe suonare come: «Ho visto le stelle, ma non ho visto Dio». In realtà, la frase pare debba essere interamente attribuita a Nikita Krusciov. L’allora capo del Superpotenza comunista disse, infatti, ai compagni del comitato centrale del Pcus: «Gagarin è stato nello spazio, ma non ha visto Dio». E la propaganda antireligiosa del partito fece ciò che c’era da fare... Testimonianze emerse in seguito ci hanno fatto scoprire un Gagarin assai diverso dal racconto mediatico, battezzato nell’ortodossia e credente. Potremmo concludere che il cielo sopra la Terra è, dunque, lo stesso. Ma, davvero, quanta distanza c’è tra quel lontano volo spaziale e questo di oggi... Ciò che nel 1961 il cristiano Gagarin doveva nascondere in cuore, oggi infatti può venire espresso con libertà, con chiarezza e con bellezza. Non ovunque quaggiù è così, ma vedere che lassù succede è certamente una gioia.