Nepal: 12 anni di carcere per aver macellato una vacca, di Prakash Dubey
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Riprendiamo dall'Agenzia di stampa Asianews del 03/04/2006un articolo scritto da Prakash Dubey. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la loro presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti sull'induismo e sul buddhismo vedi la sezione Cristianesimo, ecumenismo e religioni alla sottosezione relativa.
Il Centro culturale Gli scritti (15/9/2014)
La sentenza è stata emessa dopo appena due settimane. Per i buddisti tibetani mangiare le vacche non è peccato, ma la legge del Nepal vieta la macellazione. Secondo una attivista per i diritti umani e uno studioso indù questa legge viene utilizzata per ottenere una punizione rapida di persone che creano problemi.
Kathmandu (AsiaNews) - Kripa Bhoteni, una signora buddista, è stata condannata a 12 anni di carcere da una corte di Sankhuwasabha, nord est del Paese, per aver macellato una mucca. La polizia ha dato il via alle indagini due settimane fa e la corte ha emesso la sentenza con rapidità. La macellazione di bovini è un crimine grave, che può portare anche alla pena di morte.
"E' un dato di fatto che la corte ha dimostrato grande prontezza nel risolvere il caso", ha dichiarato Pawan Shrestha, una attivista per i diritti umani, buddista. "Ma è grave che le nostre corti di giustizia nepalesi di rado emettono sentenze così rapide nei casi di omicidio. È una tragedia che la vita di una vacca sia più importante della vita umana".
Shrestha ha poi aggiunto che anche se il Nepal è ufficialmente un regno indù, la maggioranza dei suoi abitanti "pratica altri culti, come il buddismo e l'animismo. Solo il 20% dei nepalesi seguono la tradizione induista "Vedic-Sanatani", per la quale mangiare la carne è proibito e rappresenta un grande peccato".
"Macellare le vacche – continua Shrestha - è proibito in Nepal. Ma la verità è che quasi tutte le persone che vivono sull'Himalaya nei pressi del Tibet sono di origine mongolo-tibetano, e credono nel buddismo tibetano. Questo culto non proibisce di mangiare il manzo e di uccidere le vacche, ed è per questo che nonostante la legge queste persone mangiano carne bovina. Di fatto le mucche sono la principale fonte di carne in questa regione fredda, e quando la polizia o altri ufficiali civili hanno dei problemi con qualche persona ricorrono a questa legge per ottenere una punizione rapida. Questo è anche il caso di Bhoteni".
Shrestha ha infine sottolineato che le vacche della regione himalayana tibetana non sono della stessa razza di quelle della pianura del Nepal. "Sono di razza 'yak'. Anche i Lama tibetani, compreso il Dalai Lama, mangiano la carne di yak. È ovvio che con il passare degli anni il Dalai Lama è diventato vegetariano. La povera Bhoteni ha ucciso il vitello solo per mangiarne la carne, come ha sempre fatto. Non aveva nessuna intenzione di offendere i sentimenti degli indù, ed è un dato di fatto che in questa che in questa area non ci sono indù se si fa eccezione dei pochi poliziotti o funzionari dislocati qui".
"E' vero e noto che le tribù indigene nepalesi di origine tibetana mangiano carne bovina", ha aggiunto uno studioso indù di cultura e popolazioni nepalesi. "È parte della loro cultura e delle loro tradizioni alimentari. Lo sanno tutti. Nonostante ciò, delle volte sono vittime della vendetta e sono costrette a marcire in galera. È il caso di Bhoteni. Lo Stato deve cambiare queste leggi arcaiche e riconoscere che per certe comunità indigene le vacche non sono animali sacri".
"Noi indù – continua - non abbiamo diritto di imporre la nostra cultura o le nostre abitudini. Siamo in un'era di democrazia e globalizzazione e questa nostra tirannia culturale è pericolosa, aliena le simpatie delle tribù locali. Inoltre i maoisti possono trarre vantaggio da questa situazione, dalle tensioni fra le tribù buddiste nei confronti degli indù".