Amici musulmani, gli eventi recenti stanno spingendo tanti al disprezzo verso Allah e verso l’Islam: è ora, dunque, di parlare con coraggio in pubblico!, di Giovanni Amico
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Il Centro culturale Gli scritti (18/8/2014)
Le crocifissioni e le decapitazioni ostentate con immagini e video auto-prodotti, le pubbliche lapidazioni per ragioni morali, gli atti di intolleranza verso le minoranze con l’obbligo di diventare musulmani per non essere espulsi o asserviti, la violenza verso le donne con pratiche come l’infibulazione, l’imposizione di matrimoni a bambine, la schiavizzazione di donne non islamiche con l’obbligo di sposare uomini musulmani, la mancanza di una vera politica di educazione delle nuove generazioni che le apra alla passione per la cultura e ad una capacità di lettura critica delle fonti dell’Islam…
tutto questo sta portando al disprezzo di Allah e dell’Islam in generale.
Molti musulmani si rendono contro che la minoranza islamica che appoggia la violenza sta disonorando Allah: molti che non avevano alcun pregiudizio sull’Islam stanno diventando acerrimi nemici della religione musulmana.
Anche molti loro amici non musulmani - ci sentiamo di far parte di questo gruppo - che vorrebbero difendere una visione positiva dell’Islam si trovano senza argomenti dinanzi a chi ritiene la fede islamica fonte di violenza.
Esiste una crisi intera all’Islam: questo è evidente. Le violenze perpetrate in tanti paesi nel nome di Allah non sono assolutamente segno di una rinnovata forza dell’Islam. Sono anzi il segno evidente di un senso di inferiorità da parte di chi le compie, sono il segno di una sconfitta. Chi pensa che l’Islam non raggiunge più la cultura di oggi con la propria testimonianza, non ha altra via che cambiare con la violenza il mondo: ma così sta dichiarando che nella normalità della vita l’Islam è morto, è sconfitto, non ha futuro, non convince più.
Per questo vogliamo dire con forza ai nostri amici musulmani:
“Cari amici musulmani, basta con il vittimismo, basta con il dire che tutto il mondo ce l’ha con voi”.
“Cari amici musulmani, no, le cose non stanno così! Dovete muovervi voi per primi, perché non siete dei perseguitati. Se tutto dipendesse dagli altri e non da voi, vorrebbe dire che siete degli incapaci, e che tutti gli altri sono più bravi di voi. Se voi non dovete e non potete fare niente, vuol dire che l’Islam è fallimentare e non serve a niente”.
“Noi che siamo vostri amici non la pensiamo così: voi avete delle carte da giocare. È ora che scendiate in campo voi per primi, senza aspettare di accodarvi ad altri. E che diciate che questi violenti stanno offendendo Allah e l’Islam: che la violenza che ha caratterizzato l’Islam nei secoli non è intrinseca al Corano”.
“Cari amici musulmani, non è sufficiente, però, dire che l’Islam è una religione di pace: è generico e non significa nulla. È ora, invece, che abbiate il coraggio di denunciare le guerre compiute nel passato nel nome di Allah. È ora che cominciate ad insegnare ai vostri bambini che non bisogna gloriarsi della violenza dei primi secoli dell’Islam, altrimenti si continuerà a dare ragione a chi compie oggi violenze nel nome di Allah proprio per essere fedele alle origini, affermando di voler riportare i musulmani al loro inizio più puro. Bisogna piuttosto dire che siccome l’Islam è una religione di pace, le guerre di conquista che sono state fatte alle origini dell’Islam e poi ancora in periodo turco sono state un errore. Affinché non si alimenti il disprezzo verso l’Islam bisogna che oggi i musulmani dicano con sincerità di aver capito che quelle guerre non appartengono all’essenza della religione islamica e che pertanto possono essere rinnegate dalle giovani generazioni musulmane senza toccare per questo i fondamenti dell’Islam”.
“Soprattutto, cari amici musulmani, è necessario incoraggiare lo studio: fate studiare i vostri bambini e i vostri ragazzi, soprattutto fate studiare le vostre bambine e le vostre ragazze. Che leggano libri e romanzi, che leggano poesie, che dialoghino liberamente di psicologia, di cinema, di filosofia, di scienze, di arte. Saranno le giovani generazioni ad aiutarvi, se darete loro la passione per la bellezza e per la ricerca. Altrimenti l’Islam sarà sempre accusato di essere indietro di seicento anni con la civiltà, sarà sempre accusato di essere inadatto alla libertà ed al mondo moderno. Altrimenti Allah sarà sempre più disprezzato e visto solo come fonte di violenza”.
“Cari amici musulmani, non è più tempo di avere paura di protestare pubblicamente: è ora di rischiare sulla vostra pelle e con il vostro sangue, denunciando voi stessi quelli che predicano il fondamentalismo islamico in Italia o nel paese in cui vivete. Adesso, altrimenti sarà troppo tardi. Se voi non scendete in campo e lasciate parlar bene dell’Islam solo noi che non siamo musulmani, l’Islam è finito e non ha più niente di interessante da dire al mondo. Anche voi - e non solo i violenti - sarete causa del disprezzo che circonderà l’Islam”.