Agacinski, femminista e socialista francese: «Le madri surrogate sono le schiave moderne» (redazionale della rivista Tempi)
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Riprendiamo dal sito della rivista Tempi un articolo redazionale pubblicato l’1/3/2014. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, vedi le sotto-sezioni Famiglia, affettività e sessualità, omosessualità e gender e Le nuove schiavitù nella sezione Carità, giustizia e annunzio.
Il Centro culturale Gli scritti (23/3/2014)
«Bisogna lottare contro la disinformazione e l’enorme propaganda sulle madri surrogate, che una nuova pratica sociale vorrebbe far diventare le schiave del mondo moderno. Soprattutto le donne devono resistere». Sylviane Agacinski, filosofa femminista, voce importante del mondo della sinistra francese e moglie di un ex primo ministro socialista, Lionel Jospin, ha realizzato una nuova edizione attualizzata del suo libro del 2009 Corps en miettes (Corpi lacerati).
Intervistata dalla radio FranceInfo, la scrittrice ha spiegato di aver sentito il bisogno di una nuova edizione in seguito al dibattito che è nato in Francia intorno al matrimonio gay, sconfinato oggi nella domanda di legalizzare la pratica dell’utero in affitto. «Non si tratta di una tecnica ma di una pratica sociale. Nel mio libro ho voluto dare a chi si interroga sulla sua legittimità tutti gli argomenti per opporsi a una tentazione permanente. Quella di dire: se c’è una nuova possibilità tecnica, allora va bene, bisogna attuarla ma questo significa abdicare al diritto, all’etica e alla dignità della donna».
La maternità surrogata viene definita in Francia con la sigla Gpa, cioè gestazione attraverso un’altra persona. «Usare questi termini significa fare disinformazione – afferma Agacinski – ma di cosa stiamo parlando? Questa pratica riduce la donna a uno strumento, la sua vita a un mezzo. La donna è una persona, non una femmina riproduttrice».
E a chi afferma che l’utero in affitto è l’obbligata conseguenza dell’approvazione del matrimonio gay, per permettere alle coppie omosessuali maschili di avere un figlio, risponde: «Prima di tutto non c’entra chi fa ricorso alla maternità surrogata, se eterosessuali o omosessuali. Inoltre, è falso dire che siano gli omosessuali a chiederla: sono piccole lobby gay e gruppi socialisti che parlano di “libertà per i gay di avere figli”. Molti gay hanno figli generati in modo “artigianale” con delle donne. Perché bisogna privare i bambini di una madre? E perché bisogna trattare le donne come mezzi di procreazione di bambini?».
Agacinski è una donna di sinistra e questa battaglia la sta conducendo contro il suo partito, forse anche contro suo marito: «Questa battaglia non è di tutto il partito socialista ma di una piccola parte. I responsabili politici sono sempre stati contro alla mercificazione del corpo della donna. La madre surrogata è la nuova schiava ma la sua schiavitù è mascherata da progresso tecnologico».
Infine, la scrittrice femminista si scaglia contro la compravendita del corpo e dei bambini: «Sappiamo che le donne sono retribuite, anche se si cerca di mascherare questo pagamento con termini come “donazione”. Sarebbe grave anche se fosse gratis, anche se le donne fossero d’accordo, perché il diritto non può permettere una pratica disumana. La quale, come sappiamo, è anche collegata al mercato dei bambini, al baby business, perché molte donne si sottopongono per soldi in Ucraina o California all’iperstimolazione ovarica che danneggia la loro salute».
Ma la donna non è forse libera di fare ciò che vuole con il suo corpo? «No, la donna non è padrona del suo corpo. La donna è il suo corpo».