1/ I catecumeni che riceveranno in Roma il Battesimo nella Pasqua 2014 2/ «Sono nata in un piccolo paese della Francia in una famiglia musulmana immigrata dall'Algeria. Da quando riesco a ricordare, cioè da piccolissima, ho sempre pregato il Signore sotto le mie coperte prima di addormentarmi». La testimonianza di una catecumena (a nome di tutti i catecumeni romani) nel Rito dell’elezione 2014 3/ Brani di altre testimonianze che non sono state lette durante il Rito
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Riprendiamo sul nostro sito la testimonianza di una catecumena che è stata letta durante il Rito dell’Elezione dei catecumeni in vista dei Battesimi degli adulti della Pasqua 2014, l’8/3/2014. Per ulteriori testimonianze dei catecumeni romani, cfr. anche
- 90 catecumeni romani si preparano al battesimo che riceveranno nella notte di Pasqua del 2011 e
- Pasqua 2010: nella notte 100 giovani ed adulti romani riceveranno il battesimo: alcune testimonianze (A. L.).
Il Centro culturale Gli scritti (30/3/2014)
1/ I catecumeni che riceveranno in Roma il Battesimo nella Pasqua 2014
Il Rito dell'Elezione dei catecumeni
nella cattedrale di San Giovanni in Laterano
Nella Pasqua 2014 saranno battezzati 101 catecumeni della diocesi di Roma, dei quali 58 donne e 43 uomini, 46 italiani e 55 di stranieri di recente immigrazione.
2/ Testimonianza di una catecumena letta durante il Rito dell’Elezione
Eccellenza reverendissima, sarebbe bello che tutti i catecumeni presenti le raccontassero la loro storia, per testimoniare in quanti modi diversi il Signore ci chiama. Ma, non essendo questo possibile, è stato chiesto a me di raccontare il mio cammino, perché lei possa immaginare anche la gioia di tutti gli altri.
Sono nata in un piccolo paese della Francia in una famiglia musulmana immigrata dall'Algeria. Da quando riesco a ricordare, cioè da piccolissima, ho sempre pregato il Signore sotto le mie coperte prima di addormentarmi, nei momenti difficili della malattia di mio padre chiedendo al Signore di proteggere la mia famiglia.
Ricordo tanti piccoli particolari della mia infanzia collegati alla mia "religiosità naturale" non avendo mai ricevuta nessuna educazione cattolica. Ricordo per esempio la croce quasi al centro del paese davanti alla quale non potevo passare senza fare il segno della croce o del cimitero dove andavo a pulire le tombe, luogo che non mi faceva paura.
Per me tutto era normale, innocente e fu con la stessa innocenza che andai dal sacerdote a chiedere di poter entrare nella chiesa che per me rappresentava un grande mistero. Avevo già l'intuito che in quel luogo qualcosa di "magico" agli occhi di una bambina si svolgeva. Lui non esitò e mi fece entrare dopo la messa più volte. Tutto mi sembrava immenso e ricordo quel soffitto che sembrava talmente alto. Ero così piccola ma lì mi sentii bene, protetta, al sicuro.
Ricordo anche i momenti in cui, nascosta dietro le finestre, spiavo i bambini al catechismo non capendo perché non potevo essere insieme a loro. Era come se io fossi dentro una famiglia alla quale ero estranea tanto che i miei genitori non mi chiesero mai di seguire la loro religione (sono stata l'unica femmina di casa a non fare il ramadan, cosa molto insolita a quel tempo, e mi fu anche concesso di studiare al contrario delle mie sorelle). Me lo dicevano a casa che ero diversa, lo intuivo ma non capivo ancora quello che il Signore voleva per me.
Quando arrivai in Italia, iniziai a lavorare come insegnante di francese. La mia prima esperienza fu con dei seminaristi e uno di loro alla fine del corso mi offrì una Bibbia e una croce. Misi la croce vicino al mio letto e da lì non fu mai tolta. A questa croce mi sarei aggrappata alla morte di mio fratello e qualche anno dopo a quella di mia sorella. Pregai tanto il Signore. Il Signore mi ascoltò, mi prese per mano, mi consolò, mi amò come mai fui amata. Non mi abbandonò mai tanto che fui io la più piccola della casa a consolare il resto della famiglia. Mi dava una forza incredibile e stranamente in quel momento di grande dolore ero felice.
Quando conobbi colui che sarebbe diventato poi mio marito non smisi mai di andare alla celebrazione insieme a lui. La parola del Signore mi parlava e mi spiegava ciò che finora era stato il suo disegno, che fin da bambina non mi aveva mai lasciata, che era sempre stato accanto a me e ora con lo stesso amore mi portava verso una nuova vita cristiana.
Fu allora che con la stessa naturalezza, ma con una nuova consapevolezza, andai di nuovo a bussare alla chiesa del mio quartiere. Come mi aveva aperto le porte della casa del Signore il sacerdote del mio paese lo fece anche il mio parroco. Il 23 novembre c’è stato il rito di ammissione in San Pietro: la sensazione provata quel giorno, la consapevolezza di appartenere ad un popolo scelto dal Signore che mi accoglieva nella chiesa, non mi abbandonerà mai.
Per questo io desidero ricevere i sacramenti della religione cristiana in piena libertà e, come me, tutti i catecumeni presenti lo desiderano perché sentiamo che il Signore vuole farci questo dono.
3/ Brani di altre testimonianze che non sono state lette
- dall'Iran
Sono una donna di nazionalità iraniana, sono cresciuta in una famiglia di religione musulmana. Pubblicamente non potevo dire che ero diventata cristiana, perché lo Stato dell’Iran proibisce il passaggio alla fede cristiana. La mia amica cristiana … è stata arrestata e la polizia cerca anche me e la mia famiglia, per questo motivo, ha rotto i rapporti con me. Così mi sono trovata a chiedere lo stato di rifugiata politica.
- dalla Nigeria
Attualmente ho seri problemi di salute ai reni e spero di subire presto il trapianto. La mia madrina sarà il mio medico, Teresa che è stata per me una testimone della fede ed il mio padrino sarà …, un volontario della Casa della Carità.
- dal Senegal
Da bambino i miei migliori amici erano dei bambini cristiani. Questo non piaceva alla mia famiglia ed i miei genitori, da osservanti musulmani, volevano che io seguissi la loro religione. Io spesso disobbedivo al loro volere e per questo venivo punito e picchiato duramente. Così, arrivato in Italia, mi ritrovavo che il luogo di incontro con Dio non era la moschea, bensì stranamente la chiesa.
- dalla Francia
Sono pilota d'areo e ho sempre avuto la vicinanza di Dio, sia in famiglia sia nel lavoro (non solo perché lavoro in cielo). Ho avvertito la chiamata da piccola, attraverso i segni che hanno sempre salvato la mia vita dai pericoli e mi hanno dato anche delle gioie. Sono stata incoraggiata a intraprendere questo impegnativo cammino dalla provvidenza, incontrando il mio parroco, le Suore della comunità e guardando ad esempi illustri di grandi personalità come Madre Teresa di Calcutta e Giovanni Paolo II, e accompagnata mano nella mano dalla mia famiglia. Tutti mi hanno aiutata ad aprire gli occhi, a vedere meglio e ad amare l'unico Dio Gesù, che riempie la mia vita tutti i giorni.
- dalla Turchia
Da quando ho intrapreso il mio cammino, la vita non è diventata più facile all’improvviso ma è cambiato radicalmente il mio modo di vedere il mondo. Non saprei descrivere la forza che sento in me. Perché la fede non è etica, non è filosofia e ancor meno una specie di istruzioni d’uso per la vita. La fede per me è l’incontro con Dio e con tutti i miei peccati, paure e speranze: mi sono affidata completamente a Gesù.
- dall’Italia
Iniziai a studiare al liceo. La storia, la filosofia e la letteratura piano piano aprivano la mia mente… iniziai ad ascoltare musica rock e punk. Mi rendevo conto che nei Testimoni di Geova vigeva una mentalità ristretta, che non si accordava con quello che ero realmente… Iniziai a vivere due vite… l’adolescente scatenata e la perfetta testimone di Geova… qualcosa dentro di me si spezzava: perché Dio che amavo tanto voleva che rinunciassi alla mia personalità? Perché dovevo farlo solo esteriormente? Perché dovevo per forza non andare con i ragazzi se il mio corpo lo desiderava?
Il giorno dopo andai da un anziano di congregazione e mi confessai. Egli chiamò a raccolta sette uomini, gli altri anziani, e mi sottoposero ad un comitato giudiziario. Si chiama proprio così. Dovetti raccontare e scrivere nei dettagli cosa avevo fatto di fronte ad un adulto responsabile per me, visto che ero minorenne.
Dopo questo terribile episodio fui “segnata” nella congregazione. Segnata significava che potevo frequentare le adunanze, ma non potevo parteciparvi attivamente, non potevo commentare la rivista Torre Di Guardia, non potevo avere il privilegio di prendere parte alla Scuola di Ministero Teocratico, dove le mie amiche invece inventavano scenette divertenti per illustrare come predicare di casa in casa la buona notizia… Dovevo sedermi sempre in fondo e, benché potessi parlare con gli altri, non potevo essere invitata alle feste, o partecipare alla vita della congregazione, ai matrimoni, agli anniversari. Insomma i miei fratelli dovevano evitarmi perché ero una cattiva compagnia, sporca e peccatrice e tutto avveniva per il mio bene, affinché mi rendessi conto della gravità delle mie azioni verso Geova.
Questa segnatura fu davvero la mia salvezza, ma non nei termini dei testimoni! Già il Signore mi proteggeva e guidava i miei passi… ora so che ascoltò realmente il mio grido “Aiutami” durante quella notte!
Poiché ero emarginata nei testimoni, iniziai a frequentare le mie amiche del liceo.
Un giorno mia sorella mi vide fumare una sigaretta e mi costrinse a dire agli anziani che lasciavo definitivamente i testimoni di Geova, altrimenti mi avrebbe denunciata. Venni disassociata a 20 anni e da allora non ho più potuto né vedere né salutare le mie amiche e tutte le persone con cui ero cresciuta. Loro non mi potevano più rivolgere nemmeno il saluto. Tutt’ora non so che fine abbiano fatto.
Furono anni di eccessi, ero libera finalmente e potevo fare tutto quello che volevo, senza più sensi di colpa. Ero una bottiglia di spumante che veniva stappata dopo vent’anni di agitamenti.
Viaggiai come una vagabonda per l’Europa, provai tutte le droghe del momento, ero di casa ad Amsterdam: LSD, cocaina, extacy, MDMA, funghi allucinogeni e perfino eroina.
Eppure quel periodo fu molto importante, mi resi conto che la libertà non significava la felicità… doveva esserci dell’altro.
Mi sdraiai nuda sul letto, guardai il cielo fuori dalla finestra e cominciai a parlarGli in romanaccio! “Senti, ciao, te ricordi de me? È molto tempo che non ti parlo. Io non so’ nessuno per dire che non esisti! Facciamo così: se esisti fammelo capire, dimmelo chiaramente, perché io so un po’ rinco. Se mi dici che esisti, allora io farò tutto quello che mi dirai”.
Il giorno dopo su facebook la mia collega cattolica, mi inviò un invito per il corso zero ad Assisi, dai frati francescani con tanto di link!
Arrivai a S. Maria degli Angeli e cominciai il corso zero. C’era un frate che mi diceva che Dio mi amava, che mi cercava, che andavo bene così com’ero, che non dovevo cambiare o fare qualcosa per piacergli. Era lui che veniva da me e non io che l’andavo a cercare. Mi ero semplicemente messa in cammino e avevo camminato fin lì e il Signore Gesù mi ha accolto meglio del figliol prodigo, mi ha vista dal balcone, è sceso in strada, mi è venuto incontro: io piansi per due ore in bagno!
Questa è stata però una grande grazia. I rapporti familiari si stanno risanando a poco a poco e ho recuperato un rapporto con la mia sorellona che sembrava perduto. Che gioia! Che bello ogni mattina alzarmi e recitare dentro di me come fece Maria: “L’anima mia magnifica il Signore… grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!”
- dall’Italia
La mia decisione è nata due anni fa, dopo vari avvenimento nella mia vita che hanno scombussolato la mia “pace interiore”, quella “pace” che non era vera e non era pura, era solo un silenzio pesante e uno stato di confusione.
Questi ostacoli mi hanno riavvicinata al Signore. Nei momenti di crisi e di difficoltà la mia unica speranza ed il mio unico aiuto erano Dio e la Madonna.
- dall’Italia
Da quando frequento la parrocchia ho notato dei cambiamenti in me stessa: sono più calma, più serena e più propensa verso il prossimo. Le parole del parroco nella Messa della domenica le porto con me tutta la settimana e mi aiutano ad affrontarla meglio.
- dall’Italia
Sono passati ormai tanti anni dal giorno in cui ho scoperto la bellezza del cammino di fede. Grazie ai miei figli mi sono avvicinata alla Chiesa e di domenica in domenica non riesco a fare a meno di partecipare alla Messa.
- dall’Albania
Dopo il mio incontro con alcuni cristiani, ho iniziato a leggere la Bibbia, in particolare il Nuovo Testamento. Da subito sono stato affascinato dalla persona di Gesù. Questo fascino, che ancora oggi mi avvince, e la sorpresa che Gesù mi ama così tanto da salire sulla croce e dare la vita per me, sono i motivi che mi spingono ad abbracciare la fede cattolica.
- dall’Italia
L’occasione della nascita del mio bambino, ha accresciuto in me la voglia di conoscere la chiesa cattolica, anche perché desideroso di dare a mio figlio una sana educazione umana e religiosa.
- dall’Italia
Il mio percorso di fede è recente in quanto, purtroppo, sono nata in una famiglia atea, che ha scelto di non darmi alcun insegnamento religioso. Questa è stata però anche una fortuna: ho avuto, infatti, modo di avvicinarmi ora, in età adulta, in piena coscienza e libertà, a Gesù ed alla Chiesa Cattolica.
Le prime riflessioni e domande di fede sono sorte qualche anno fa con la frequentazione – apparentemente per puro caso – di alcune Suore che, con dolcezza ed amore, mi hanno aiutata a comprendere ciò che ho sempre avuto in fondo al cuore ed a cui non sapevo dare un nome, indirizzandomi con delicatezza e sostegno verso la scelta di diventare cristiana.
C’è stato poi un momento in cui ho capito con fermezza di non essere sola: quando mio padre ha avuto un infarto. Penso che in tanti in quella brutta situazione avrebbero pregato, ma io non lo avevo mai fatto e non sapevo come si facesse, così sono stata presa da un grande sconforto.
Ad un certo punto ho sentito un impulso fortissimo ad entrare nella cappella dell’ospedale. Appena entrata sono stata subito meglio, ho chiesto al Signore la forza, il perdono, e di stare vicino ai miei cari, quasi però vergognandomi di quella richiesta. Il Signore, invece, mi ha ascoltata con tutto il Suo amore ed ha sorretto me e tutta la mia famiglia che stava crollando, salvando sia mio padre che mia madre. Ad un solo mio accenno Lui è stato presente.
- dall’Italia
Il mio percorso di fede comincia all’età di undici anni quando a causa di una lunga e brutta malattia viene a mancare mia madre. La sua scomparsa precoce ha sconvolto le mie certezze e sogni di bambina. Mia mamma era atea e per questo non sono stata battezzata; i miei genitori di comune accordo ritennero giusto che potessi scegliere se intraprendere o meno un percorso di fede una volta cresciuta. Ed è stata proprio lei, donna e mamma eccezionale, che apparsa in sogno ad un caro amico mi ha fatto scorgere il volto di Dio. Un sogno nel quale diceva di stare bene e che mi avrebbe sempre guardata e protetta dal cielo, un sogno che ha concretizzato in me l’idea che Dio esiste e che la morte del corpo è la vita eterna dello spirito. È grazie a quel sogno che ho scoperto il piacere della preghiera rivolta a Dio, certa che mamma fosse stata accolta nel Regno dei cieli ed è grazie a questa certezza che Dio è diventato il mio compagno di viaggio.
Oggi sono mamma di un bimbo meraviglioso, figlio di un grande amore tra me e mio marito. Mio figlio è affetto da una rara malattia cromosomica che come tutte le malattie genetiche rende mio figlio un bambino con dei bisogni “speciali”. La disperazione e il senso di impotenza provati al momento della diagnosi sono stati rimpiazzati dalla fierezza e gioia di averlo con me. Mio figlio ravviva ogni giorno la mia fede in Dio che me lo ha donato.
-dall’Italia
Sono stata molte volte in cui il dolore e lo sconforto hanno preso il sopravvento nella mia vita, facendomi credere che non ci fosse una soluzione, chiedevo aiuto e credendo di non riceverne, ho scoperto con grande gioia che proprio in quei momenti mi rendevo conto che la mano di Dio scendeva sulla mia testa a darmi conforto. Più chiedevo aiuto a Dio e più quei momenti bui erano immediatamente illuminati dall’amore di nostro Signore.
La Sua saggezza ha guidato le mie scelte,la Sua bontà ela Sua misericordia mi aiutano ad essere una persona semplice e di cuore e il Suo spirito, una mamma amorevole.
- dalla Cina
Sono nata in Cina e mi sono trasferita in Italia quando avevo cinque anni. A Roma ho incontrato un fantastico ragazzo, il quale è diventato mio marito e padre della nostra bimba di quasi due anni.
Da quando ho iniziato le scuole qui in Italia ho sempre frequentato il catechismo, fino a quando la mia famiglia non ha deciso di trasferirsi definitivamente in Sardegna. Anche se la mia famiglia è di un’altra religione, quella buddista, io ho avuto sempre un “debole” per quella cristiana e, frequentando questo corso, mi sono convinta ancor di più a convertirmi al cristianesimo, anche perché la famiglia di mio marito è molto credente e praticante.
È stato un bellissimo percorso che mi accompagnerà per tutta la vita, perché Dio garantisce il senso e la bellezza della vita umana.
- dall'Italia
Ho seguito con appassionato fervore la fede ebraica professata da mamma e dai nonni, fino a celebrare a Gerusalemme, nel compimento dei miei 13 anni, il rito del Bar Mitzvah diventando così “figlio della Torah” e membro a pieno titolo della Comunità Ebraica. Sono e resterò sempre ebreo. Tutto ciò l’ho vissuto con entusiasmo, orgoglio, slancio di spirito.
Sentirmi parte del popolo d’Israele non mi ha fatto però mai sentire lontana la fede di papà e dell’altro ramo della mia famiglia che è cristiano.
Con il sacerdote che mi ha seguito ho discusso spesso su cosa volesse dire credere in Dio, l’essere cristiano, esprimendo i dubbi riguardo ad un’eventuale conversione al cristianesimo. Lui mi ha sempre ascoltato con molta attenzione e, raccontandomi la storia della sua vocazione, del perché arrivò a scegliere la Vita Religiosa, i motivi per cui lui ha deciso di diventare sacerdote, mi ha fatto progressivamente avvicinare alla dottrina cristiana, anche se conservavo ancora alcuni dubbi dentro il mio animo. Dubbi che ho sempre cercato di raccontargli: ha cercato e trovato sempre delle risposte facendomi vedere in Gesù il compimento e non il rinnegamento della religione ebraica.
A proiettarmi ancor più nella mentalità cristiana e a iniziarmi a vedere il lato missionario della fede cattolica, che non si accontenta dello stare in comunità, del senso di appartenenza di popolo, ma esce fuori da sé, va per le strade in cerca dei poveri e dei lontani, ci ha pensato un altro sacerdote della nostra scuola. Con lui ho iniziato a partecipare alle attività della Lega Missionaria Studenti: riunioni formative, uscite di gruppo, raccolte per le missioni, sostegno per le case famiglia in Romania.
Nel corso di queste attività ho imparato ad amare Dio veramente di cuore, a sentirlo vicino attraverso la vita e l’insegnamento di Gesù; a leggere la Bibbia, le Scritture come qualcosa che porta a Lui, a vedere i due Testamenti uno legato all’altro. E i miei dubbi si sono trasformati in piena volontà di conseguire i Sacramenti Cristiani, con i quali mi sentirò molto più legato a Dio.