La chiameremo con il nome di religione della Luce. Ma la via da sola senza l'azione di un santo non potrebbe diffondersi, e così pure un santo senza la via non potrebbe raggiungere la vera grandezza. Il testo della stele di Xi’an, antica capitale della Cina e punto di partenza della via della seta: la più antica attestazione della fede cristiana in Cina
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Riprendiamo sul nostro sito la traduzione di Matteo Nicolini-Zani del testo della cosiddetta Stele nestoriana di Xi’an. La riprendiamo dal volume M. Nicolini-Zani, La via radiosa per l’oriente, Qiqajon, Magnano, 2006, pp. 191-214. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza di questa traduzione sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (8/9/2013)
N.B. de Gli scritti
Le parole in corsivo sono in aramaico nel testo. Riprendiamo, sintetizzandole, in nota solo alcune delle notazioni critiche della splendida edizione critica di Nicolini-Zani a cui rimandiamo per un’interpretazione completa del testo.
La stele di Xi’an è ora custodita presso il Museo Provinciale dello Shaanxi a Xi’an (noto anche come Museo della foresta delle Stele, per la raccolta di testi incisi su stele che lo caratterizza). Venne ritrovata in una data compresa fra il 1623 ed il 1625. Probabilmente era stata sepolta dopo la persecuzione seguita all’editto imperiale dell’anno 845 contro le comunità religiose straniere presenti sul territorio imperiale.
Non è chiara la collocazione originaria della stele stessa che poteva essere stata eretta nel monastero cristiano che sorgeva presso il quartiere Yining della capitale Chang’an (l’odierna Xi’an) oppure presso il distretto di Zhouzhi.
Il testo può essere diviso in due parti. Nella prima si presenta il cristianesimo, cercando di mostrarne la sua dottrina ed il bene che apporta alla vita personale e pubblica, nella seconda si descrive il favore che esso ha incontrato presso gli imperatori cinesi.
La stele può essere datata all’anno 781 d.C. Dal testo si evince che il cristianesimo doveva essere arrivato in Cina già almeno nell'anno 635. La comunità cristiana fondata dai monaci provenienti dalla Siria venne distrutta dall'impero cinese nell'845, anno in cui l'imperatore decise la persecuzione dei buddhisti radicatisi in Cina e, con essi, di tutte le comunità straniere presenti nel paese.
Sebbene la stele sia abitualmente chiamata "nestoriana", poiché tale era il cristianesimo di origine siriana al tempo, questo dato confessionale appare assolutamente irrilevante nel testo della stele stessa: meglio sarebbe chiamarla più semplicemente "stele cristiana di Xi'an".
Per un primo approfondimento, vedi su questo stesso sito il testo Il cristianesimo in Cina già nel primo millennio: annunciato da monaci siriani fu accolto favorevolmente a Si Ngan-fou (Xi’an). Le testimonianze archeologiche e letterarie
STELE DELLA DIFFUSIONE IN CINA DELLA RELIGIONE DELLA LUCE DI DA QIN[1]
Memoriale encomiastico [inciso] sulla stele della diffusione in Cina della religione della Luce, con una presentazione introduttiva, redatto da Jingjing, religioso del monastero di Da Qin.
Adamo, presbitero e corepiscopo, p'apši del Sinestan[2].
Si dice che [vi sia un Essere] eterno nella sua verità e quiete, senza origine e al di qua di ogni inizio; insondabile nella sua spiritualità e immutabilità, Essere trascendente al di là di ogni fine; il quale, disponendo del misterioso cardine del mondo, crea e trasforma [ogni cosa]; Supremo Venerabile, [egli] ispira ogni santità - ma questo non è forse proprio Dio, l'Essere trascendente della nostra Triunità, vero Signore senza origine?
Tracciando una croce, egli ha separato le quattro regioni dello spazio; suscitando lo spirito primordiale, ha dato origine ai due soffi. Le tenebre e il vuoto furono trasformati, e il cielo e la terra furono separati; il sole e la luna iniziarono a ruotare, e il giorno e la notte cominciarono ad alternarsi. Dopo aver forgiato e portato a compimento tutte le cose, creò il primo uomo: a lui diede, differenziandolo [dagli altri esseri viventi], ogni buona qualità in armonia e la custodia sulle miriadi di creature.
La natura umana originaria era pura e umile, e il cuore [dell'uomo], semplice e sereno, era nella sua essenza libero da passioni disordinate. Ma venne Satana, il quale con la menzogna ingannò la sua essenza pura: egli immise [l'orgoglio della] grandezza uguale [a Dio] al cuore di ciò che era [vero] bene, e insinuò l'identità misteriosa all'interno di quello che fu male. In questo modo trecentosessantacinque eresie iniziarono a susseguirsi e ad aprirsi le loro vie, intrecciando una rete di [varie] dottrine: alcune di esse indicarono cose materiali come signori [da adorare]; altre portarono all'eliminazione della distinzione tra essere e non-essere; altre [indicarono] le preghiere e i sacrifici come mezzi [sufficienti] per ottenere la benedizione; altri ancora esaltarono la bontà [della natura umana] per ingannare gli uomini. L'uomo, con la sua conoscenza e il suo intelletto, si sforzò di operare un discernimento, ma i suoi pensieri e le sue intenzioni erano ormai stati resi completamente schiavi, e l'uomo non poté più nulla. Il suo tormento e la sua angoscia divennero fuoco divorante; egli, sprofondato ancora di più nell'oscurità, smarrì definitivamente il cammino, e vagò a lungo incapace di ritrovare la via del ritorno.
[Allora] il Radioso venerabile Messia, persona distinta della nostra Triunità, spogliando [se stesso] e celando la sua vera maestà, venne nel mondo come uomo. Un angelo portò la benedizione a una vergine, che diede alla luce il Santo presso Da Qin[3]. Un astro luminoso annunciò il lieto evento, e dalla Persia, avendo scorto lo splendore della stella, vennero a rendergli omaggio con doni. Portando a compimento l'antica legge esposta dai ventiquattro santi, egli insegnò come governare famiglia e nazione secondo il suo grande piano. Stabilì la nuova dottrina ineffabile, fondata sullo Spirito puro della Triunità, per formare [l'uomo] alla virtù attraverso la retta fede. Definendo la norma degli otto precetti, purificò l'uomo dalla corruzione e lo [ri]portò alla sua vera condizione. Aprendo le porte delle tre virtù costanti, dischiuse la vita e abolì la morte. Sospendendo [nel cielo] il sole luminoso, distrusse la dimora delle tenebre. In questo modo tutti gli inganni del demonio furono annientati. Postosi ai remi della barca della misericordia, ascese al palazzo della luce, e condusse nella traversata verso la salvezza [tutti] gli esseri animati. Avendo così portato a termine la sua potente opera, nell'ora meridiana ascese infine alla Verità. Egli lasciò i ventisette libri della Scrittura, i quali espongono la grande trasformazione [da lui operata], abbattendo così i limiti della [vita] spirituale. La sua dottrina prevede l'immersione nell'acqua e nello Spirito, grazie alla quale l'uomo viene mondato dalle vanità e purificato, ritrovando così la sua purezza e il suo candore.
La croce che [i cristiani] portano come emblema unisce nella luce i quattro orizzonti della terra, radunando insieme ciò che era disperso. Battendo il legno, diffondono un suono che incita alla bontà e alla benevolenza. Nelle loro cerimonie si volgono verso oriente, e avanzano rapidamente sulla via della vita e della gloria. Si lasciano crescere la barba in segno del loro ministero pubblico, e si rasano la sommità del capo per ricordare che non hanno passioni interiori. Non tengono servi né serve presso di sé, e considerano sullo stesso piano gente altolocata e gente di umili origini. Non accumulano beni né ricchezze, offrendo loro stessi un esempio di radicale rinuncia. Completano i loro digiuni con l'isolamento e la meditazione; rendono salda la loro disciplina attraverso la quiete e la vigilanza. Sette volte al giorno cantano lodi liturgiche, in una grande intercessione per i vivi e per i morti. Una volta ogni sette giorni celebrano il culto, purificando il loro cuore e restituendogli così la sua purezza.
Questa via vera e immutabile è trascendente e difficile da definire con un nome; tuttavia la sua efficace azione si manifesta in modo così luminoso che, sforzandoci di descriverla, la chiameremo con il nome di religione della Luce. Ma la via da sola senza [l'azione di] un santo non potrebbe diffondersi, e [così pure] un santo senza la via non potrebbe raggiungere la [vera] grandezza. Soltanto quando la via e il santo si congiungono come [le due parti di] un accordo, il mondo è istruito e illuminato.
Quando Taizong (627-649), imperatore dalle colte virtù, inaugurò il suo regno glorioso e splendido, si rivelò un saggio illuminato nel governo del suo popolo. [A quel tempo] nel regno di Da Qin vi era [un uomo di] virtù superiore, chiamato Aluoben, il quale, avendo scrutato i segni delle nuvole azzurre, prese [con sé] le vere scritture, e avendo esaminato le note musicali dei venti, attraversò difficoltà e pericoli: nel nono anno dell'era Zhenguan (635) egli arrivò dunque a Chang'an[4]. L'imperatore inviò il suo ministro di stato, il duca Fang Xuanling, con la guardia imperiale nel quartiere occidentale della città per accogliere il visitatore e introdurlo a palazzo. [L'imperatore] fece tradurre le scritture nella biblioteca [imperiale] ed esaminò attentamente quella via [all'interno] delle porte proibite: egli giunse così a essere profondamente convinto della fondatezza e della verità [di quella dottrina], e diede speciali ordini affinché essa potesse essere propagata. D'autunno, nel settimo mese del dodicesimo anno dell'era Zhenguan (638), fu promulgato il seguente editto imperiale:
“La via non ha un nome immutabile, il santo non ha un'apparenza corporea immutabile: ogni regione della terra ha il suo proprio insegnamento religioso, [così che] tutti i viventi possano essere condotti misteriosamente alla salvezza. Il Grande virtuoso Aluoben, del regno di Da Qin, è venuto da molto lontano per presentare le scritture e le immagini [della sua religione] nella nostra suprema capitale. Avendo esaminato attentamente la natura del suo insegnamento, [abbiamo trovato che esso] è non-azione misteriosa; avendo valutato i suoi elementi essenziali, [abbiamo concluso che essi] riguardano le esigenze fondamentali della vita umana e del suo perfezionamento. Il suo linguaggio è semplice e scarno, e i suoi princìpi permangono anche dopo che è passata l'occasione per i quali erano stati stabiliti. [Questo insegnamento] conduce alla salvezza [tutte] le creature, e [da essa] traggono benefici [tutti] gli uomini. Sia concessa [dunque] la sua diffusione nei territori dell'impero, e le autorità [religiose] competenti costruiscano dunque un monastero di Da Qin nel quartiere Yining della capitale, e ordinino come monaci ventun persone”.
La virtù dell'illustre casato di Zhou si era ormai estinta, e il cocchio nero si era ormai levato verso occidente; ma con la grande dinastia Tang la via tornò a risplendere, allorché la brezza della religione della Luce soffiò verso oriente. Alle autorità competenti fu inoltre ordinato di produrre un ritratto dell'imperatore e di collocarlo sul muro del monastero: la sua bellezza celeste apparve così nei suoi brillanti colori, il suo splendore si irradiò sulle porte [del tempio] della religione della Luce; le sue fattezze esercitarono una benefica influenza e illuminarono in eterno sul dominio della dottrina.
Secondo la Descrizione illustrata delle terre occidentali e le opere storiche delle [dinastie] Han e Wei, il regno di Da Qin a sud è lambito dal mar dei coralli, a nord si estende fino ai monti degli innumerevoli tesori, a ovest guarda verso la terra degli immortali e le foreste fiorite, e a est lambisce i forti venti e le deboli acque. Quel paese produce tessuti che si lavano nel fuoco, profumo che risveglia l'anima, perle lucenti come la luna e gemme che risplendono nella notte. Per quanto riguarda i costumi, [là] furti e rapine sono sconosciuti, e tra gli uomini regnano la felicità e la pace. Al di fuori della religione della Luce non sono diffuse altre dottrine, e non vi sono sovrani che non siano governanti virtuosi. Il suo territorio è vasto ed esteso, e le realizzazioni della sua civiltà splendide.
Il grande imperatore Gaozong (650-683) seguì il predecessore nella sua riverente deferenza: dando lustro alla vera religione, egli fece erigere monasteri della religione della Luce in ogni prefettura, e inoltre onorò Aluoben conferendogli il titolo di Grande signore della dottrina, Guardiano del regno. [Così] quella dottrina si diffuse nelle dieci province, e le benedizioni scesero abbondanti su [tutto] il paese. Monasteri sorsero in tutte le città e in ogni famiglia abbondarono le benedizioni accordate dalla religione della Luce.
Nell'era Shengli (698-699) i buddhisti, sfruttando la loro posizione di forza, alzarono la voce [contro la religione della Luce] nella capitale orientale di Zhou, e alla fine dell'era Xiantian (712) alcuni uomini inferiori derisero e diffamarono [quella religione] nella capitale occidentale di Hao. Ma ci furono [uomini] quali il capo dei religiosi Luohan e il Grande virtuoso Jilie, uomini di nobile stirpe nelle regioni dell'oro, eminenti religiosi elevati al di sopra delle cose mondane, i quali si unirono per intrecciare nuovamente la misteriosa rete e insieme riallacciarono i nodi che erano stati sciolti.
L'imperatore Xuanzong (713-755), il Perfetto della via, ordinò che il principe reale Ningguo e gli altri quattro principi reali facessero visita di persona agli edifici sacri e che vi [ri]costruissero gli altari. Le travi della dottrina, che per un momento erano state abbattute, furono erette nuovamente, e le pietre fondanti della via, che per un certo periodo erano state rimosse, furono ricollocate nella loro giusta posizione. All'inizio dell'era Tianbao (742-755), [l'imperatore] diede ordine al generale Gao Lishi di portare ai vari monasteri, e collocare al loro interno, i ritratti dei cinque santi, insieme al dono di cento rotoli di seta. [In questo modo], rendendo riverente omaggio di fronte alle effigi imperiali, è possibile raggiungere l'arco e la spada [degli imperatori], nonostante la barba dei dragoni sia lontana; le loro protuberanze solari diffondono luce tutt'intorno, e i loro volti celesti sono intimamente vicini [a chi li riverisce][5].
Nel terzo anno della stessa era (744) nel regno di Da Qin vi era il religioso Jihe, il quale osservando le stelle si volse verso la trasformazione, e tenendo dinanzi ai suoi occhi il sole si recò a omaggiare il Venerabile. Un editto prescrisse che il religioso Luohan, il religioso Pulun e altri, sette in tutto, coltivassero meriti presso il palazzo Xingqing insieme al Grande virtuoso Jihe. Inoltre dal celeste [imperatore] furono composte le iscrizioni verticali poste nei monasteri, dove risaltavano [anche] le tavolette orizzontali con le loro calligrafie del dragone. I preziosi ornamenti erano scintillanti come il piumaggio di un martin pescatore, rilucenti come bagliori di luce rosata al tramonto. Le iscrizioni imperiali pervadevano [con il loro fulgore] gli ampi spazi, giungendo quasi a sfidare il sole. Il favore imperiale crebbe fino a un'altezza elevata come i monti del sud, e la copiosità dei suoi benefici si estese a una profondità simile a [quella de]l mare dell'est.
Non vi è nulla che la via non possa realizzare, e a [tutto] ciò che realizza può essere dato un nome; non vi è nulla che il santo non possa fare, e [tutto] ciò che fa può essere descritto.
Suzong (756-762), illuminato imperatore dalle colte virtù, ricostruì i monasteri della religione della Luce in cinque divisioni amministrative: Lingwu [e altre quattro]. Dotato di ogni buona virtù, [con lui] si aprì un periodo di prosperità e di felicità; le benedizioni scesero copiose e il potere imperiale fu consolidato.
L'imperatore Daizong (763-779), nella cui persona si combinarono colte virtù e grande potenza militare, portò a un'ancor più elevata grandezza il trono cui successe, applicando il principio della non-azione. A ogni ricorrenza del suo giorno di nascita egli offriva incenso celeste, al fine di proclamare le azioni meritorie [da esso compiute]; inoltre egli offriva cibi della propria tavola per dare lustro alla comunità della religione della Luce. Il cielo gli elargì eccellenti favori così che la sua azione non poté che essere foriera di effetti assai ampi; e il santo incarnò l'azione originaria [del cielo], così che egli non poté che completare e far prosperare [i favori dal cielo elargiti].
Nel presente periodo di regno Jianzhong (780-783) il nostro santo e augusto imperatore, uomo dalle colte virtù e dalla grande potenza militare, propagò gli otto princìpi di governo, così che gli indegni furono degradati e i meritevoli furono promossi; diffuse [il grande piano di governo articolato in] nove sezioni, dando così nuovo vigore all'illustre mandato imperiale. Le innovazioni [da esso apportate] condussero alla penetrazione dei più misteriosi princìpi; i suoi invocatori non provano vergogna nei loro cuori.
Che [l'uomo] persegua la più elevata statura morale ma resti umile; che miri alla quiete ma si mantenga sensibile [verso gli altri]; che egli cerchi, con compassione dilatata, di alleviare i dolori altrui; e che, nella sua bontà, condivida la vita di tutti i viventi: questa è la grande via che noi coltiviamo, questa è la graduale ascesa attraverso cui noi ci eleviamo. E inoltre, che i venti e le piogge giungano al tempo opportuno, che nel mondo regni la pace, che tra gli uomini prevalga il diritto, che gli esseri si mantengano incorrotti, che i vivi prosperino e i morti abbiano la gioia, che i pensieri nascano e un'eco risponda loro, che i sentimenti sgorghino e gli sguardi siano sinceri: questi sono i meritori effetti che la forza della nostra religione della Luce è in grado di produrre.
Il religioso Yisi, Gran dispensatore insignito del titolo di Grande ufficiale della radiosa prosperità con [sigillo d']oro e [cordone] viola, vice-comandante delle divisioni settentrionali, ispettore alla sala degli esami, fu onorato del kasāya viola. [Uomo] mite e benevolo, appena udì della via, si mise a praticarla con zelo. [Partito] dalla lontana città del palazzo reale, arrivò quindi in Cina. La sua erudizione sorpassava [quella del]le tre dinastie, e le sue conoscenze si estendevano in tutti i campi.
Dapprima prestò vari servizi alla corte rossa, poi scrisse il suo nome in una tenda principesca. Quando il duca Guo Ziyi, segretario di stato e principe della prefettura di Fenyang, fu inizialmente incaricato delle operazioni militari nelle divisioni settentrionali, l'imperatore Suzong ordinò che Yisi lo seguisse. Nonostante fosse ammesso nella camera da letto [dell'imperatore], non si differenziò mai [dalle truppe] nella marcia: si dimostrò "artiglio e dente" per il duca, e "orecchio e occhio" per l'esercito. Egli distribuiva i doni a lui elargiti dal favore imperiale e il suo salario, così che non accumulò [mai] nulla per sé; offriva i [vasi di] vetro del beneficio che s'avvicina, e stendeva i tappeti [broccati] d'oro su cui ci si riposa dopo aver preso congedo. Egli inoltre riportò al loro antico splendore alcuni monasteri, mentre ampliò le sale per il culto in altri, ornando e decorando elegantemente i loro corridoi e i loro tetti, [le cui falde] si innalzavano [verso il cielo] come fagiani in volo. Di più, fin da quando abbracciò la religione della Luce, egli impiegò tutte le sue rendite in atti di carità. Ogni anno radunava i religiosi dei quattro monasteri, li serviva con rispetto e presentava offerte raffinate per un periodo di cinquanta giorni. [In quell'occasione] vi accorrevano gli affamati ed erano saziati, gli ignudi ed erano vestiti; i malati venivano curati e guariti, i morti venivano sepolti potendo riposare in pace. Tra i tarsā più puri e pieni di spirito di abnegazione non si era mai udito [prima] di una siffatta perfezione: ma ora vediamo un tale uomo tra i ministri della religione della Luce vestiti di bianco.
Per celebrare tutti questi eminenti e meritori eventi, desideriamo incidere su questa augusta stele i seguenti versi:
[A colui che è] vero Signore e senza origine,
profondamente quieto ed eterno;
[partendo dal]la materia primordiale, egli forgiò e trasformò l'universo,
stabilì la terra e fissò il cielo;
la persona distinta[6] si rese manifesta,
e la salvezza si estese al di là di ogni confine;
il sole sorse e le tenebre scomparvero,
e tutti conobbero [l'Essere] misterioso e vero.
Glorioso imperatore dalle colte virtù,
[Taizong] superò tutti i precedenti sovrani nel [sostenere] la via;
sapendo cogliere il tempo opportuno dominò ogni disordine,
[così che] il cielo divenne più ampio e la terra più estesa;
il brillante insegnamento della religione della Luce si volse verso il nostro [impero] Tang,
le scritture furono tradotte e furono costruiti monasteri;
i vivi e i morti furono trasportati sulla barca [della misericordia],
[in questo modo] le benedizioni scesero copiose e ovunque abbondò la pace.
Gaozong successe al suo predecessore,
e gli edifici sacri furono da lui ricostruiti;
palazzi dell'armonia risplendettero ovunque,
e riempirono ogni regione dell'impero;
la vera via diffuse ovunque la sua luce,
e fu nominato un Signore della dottrina;
tra gli uomini regnò la felicità e la pace,
e il mondo non conobbe né miseria né sofferenza.
Xuanzong accrebbe la santità,
e perseguì e coltivò la verità e l'integrità;
le iscrizioni imperiali [nei monasteri] diffusero tutt'intorno il loro splendore,
e le calligrafie celesti risplendettero nella loro eleganza;
i ritratti imperiali rifulsero come gemme,
e tutte le terre gli tributarono grandi onori;
le diverse attività [umane] prosperarono dovunque,
e ogni uomo beneficiò dell'azione proficua [di Xuanzong].
Suzong restaurò dunque [il trono imperiale],
e la maestà celeste guidò il corteo;
il sacro sole diffuse all'intorno i suoi raggi cristallini,
e il vento propizio spazzò via le tenebre;
sulla real casa scesero rinnovate benedizioni,
e i presagi di calamità svanirono per sempre:
i tumulti furono acquietati e i disordini sedati,
[così che] l'impero fu infine rifondato.
Daizong fu uomo di grande pietà filiale ed eccezionale rettitudine morale,
e la sua virtù si unì al cielo e alla terra;
dispensò benefici per la vita umana e il suo perfezionamento,
e tutte le creature furono abbondantemente investite di [tali] eccellenti favori;
offrì incenso per proclamare le sue azioni meritorie,
e nella sua benevolenza operò come un grande benefattore;
la valle del sole nascente venne [a rendere omaggio] alla sua maestà,
e le caverne lunari si radunarono in grandi folle.
Nel presente periodo di regno Jianzhong il nostro imperatore è successo al trono,
e fin dall'inizio del suo regno ha coltivato l'illustre virtù;
la potenza della sua azione militare si estende fino ai quattro oceani,
e la sua colta azione brilla preclara su tutte le terre del mondo;
come la luce di una candela, [la sua azione] penetra l'intimo degli uomini,
e, come in uno specchio, essa riflette l'aspetto di [tutte] le cose;
le sei regioni dell'universo sono illuminate e vivificate [dalla sua azione],
e persino i popoli barbari prendono a modello [il suo governo].
Quanto vasta è la via, e tuttavia essa resta impenetrabile nei suoi segreti!
Sforzandoci di darle un nome, useremo l'espressione Triunità.
Ciò che il Signore ha compiuto, il suo servo lo possa aver narrato [degnamente]!
Con l'erezione di [questa] nobile stele noi lodiamo [il Signore] per i suoi immensi benefici.
Eretta nel secondo anno dell'era Jianzhong della grande dinastia Tang, anno sotto il segno Zuo'e, nel mese di Taicu, nel settimo giorno, giorno del grande eev-sambat, quando il religioso Ningshu, Signore della dottrina, presiedeva le comunità orientali della religione della Luce.
Nei giorni del padre dei padri, mar Henanišoe, catholicos patriarca. Scritta da Lü Xiuyan, insignito del titolo di Chaoyilang, già sovrintendente militare nel distretto di Taizhou.
Religioso Yeli, priore del monastero, onorato del kasāya viola, Dignitario dell'Ufficio dei riti imperiali, vice-responsabile delle operazioni di controllo.
Sabrišoe presbitero; Gabriele presbitero, arcidiacono e capo della chiesa di Kumdan e di Sarag.
Religioso Xingtong, responsabile delle operazioni di controllo durante l'erezione della stele.
Adamo, diacono, figlio di Yazedbozid, corepiscopo; mar Sergio, presbitero e corepiscopo.
Religioso Lingbao.
Nell'anno 1092 dei greci [7]mar Yazedbozid, presbitero e corepiscopo di Kumdan, la città imperiale, figlio del defunto Milis, presbitero [proveniente] da Balkh, città del Tahurestan, ha eretto questa stele di pietra su cui sono scritte le economie del Salvatore nostro e la predicazione dei nostri padri presso gli imperatori dei cinesi.
Mar Giovanni, vescovo | grande virtuoso Yaolun |
Isacco, presbitero | religioso Rijin |
Gioele, presbitero | religioso Yaoyue |
Michele, presbitero | religioso Guangqing |
Giorgio, presbitero | religioso Heji |
Mahdadgušnasp, presbitero | religioso Huiming |
Mšihādad, presbitero | religioso Baoda |
Efrem, presbitero | religioso Fulin |
Abāy, presbitero | |
Davide, presbitero | |
Mosè, presbitero | religioso Fushou |
Bacco, presbitero | religioso Chongjing |
Elia, presbitero [e] monaco | religioso Yanhe |
Mosè, presbitero e monaco | |
eAbdišoe, presbitero e monaco | |
Simeone, presbitero della tomba | |
Giovanni, diacono e monaco | religioso Huitong |
Aronne | religioso Qianyou |
Pietro | religioso Yuanyi |
Giobbe | religioso Jingde |
Luca | religioso Lijian |
Matteo | religioso Mingtai |
Giovanni | religioso Xuanzhen |
Išoeemmeh | religioso Renhui |
Giovanni | religioso Yaoyuan |
Sabrišo | religioso Zhaode |
Išoedad | religioso Wenming |
Luca | religioso Wenzhen |
Costantino | religioso Juxin |
Noè | religioso Laiwei |
Izadspas | religioso Jingzhen |
Giovanni | religioso Huanchun |
Anoš | religioso Lingshou |
Mar Sergio | religioso Lingde |
Isacco | religioso Yingde |
Giovanni | religioso Chonghe |
Mar Sergio | religioso Ningxu |
Pusay | religioso Puji |
Simeone | religioso Wenshun |
Isacco | religioso Guangji |
Giovanni | religioso Shouyi |
Giacobbe, presbitero | anziano Yejumo |
Mar Sergio, presbitero e corepiscopo abate | religioso Jingtong |
Gigoy, presbitero | |
arcidiacono di Kumdan | |
e maestro di lettura | religioso Xuanlan |
Paolo, presbitero | religioso Baoling |
Sansone, presbitero | religioso Shenshen |
Adamo, presbitero | religioso Fayuan |
Elia, presbitero | religioso Liben |
Isacco, presbitero | religioso Heming |
Giovanni, presbitero | religioso Guangzheng |
Giovanni, presbitero | religioso Neicheng |
Simeone, presbitero e anziano | |
Giacobbe, sacrestano | religioso Chongde |
eAbdišo | religioso Taihe |
Išoedad | religioso Jingfu |
Giacobbe | religioso Heguang |
Giovanni | religioso Zhide |
Šubhalmāran | religioso Fengzhen |
Mar Sergio | religioso Yuanzong |
Simeone | religioso Liyong |
Efrem | religioso Xuande |
Zaccaria | [religioso] Yiji |
Ciriaco | religioso Zhijian |
Bacco | religioso Baoguo |
Emmanuele | religioso Mingyi |
Gabriele | religioso Guangde |
Giovanni | |
Salomone | religioso Qushen |
Isacco | |
Giovanni | religioso Dejian |
Note al testo
[1] Il titolo della stele è inciso sul cartiglio che la sovrasta, sul quale figura anche la raffigurazione di una croce.
[2] Probabilmente la riga in corsivo è l’equivalente in siriaco della riga precedente in cinese, quindi Adamo è il nome siriaco del personaggio che in cinese ha preso il nome di Jingjing.
[3] Con Da Qin si intende evidentemente la provincia siriana dell’impero romano di cuila Giudea faceva parte.
[4] Chang’an è l’antico nome di Xi’an.
[5] Immagini come la barba dei dragoni fanno riferimento alla dignità della figura imperiale.
[6] In cinese fenshen, termine che si riferisce al Figlio di Dio.
[7] Corrispondente al 781 d.C.