«Molte cose le ho conosciute ed apprezzate perché le persone intorno a me le disprezzavano con un odio, una visceralità così forte che io mi sentivo obbligato ad andare a verificare questo odio e questo disprezzo». Giovanni Lindo Ferretti parla con Chiambretti del Papa
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Riprendiamo sul nostro sito un breve stralcio della trasmissione Chiambretti night nella quale il presentatore intervista Giovanni Lindo Ferretti sulla figura di papa Benedetto XVI. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (17/5/2013)
Nostra trascrizione del testo
Chiambretti: “Senta, lei ha nove libri di papa Ratzinger che ha scoperto quando non era ancora papa ed era solo cardinale. Ecco: perché quest’amore nei confronti di Ratzinger?”
Lindo Ferretti: “Si può raccontare in due parole molto semplici. Io sono – detto in questo luogo e questa sera fa un po’ ridere! – io sono un cultore del cattivo gusto, mi sono mosso su questa falsariga per tutta la mia vita. Molte cose le ho conosciute ed apprezzate perché le persone intorno a me le disprezzavano con un odio, una visceralità così forte che io mi sentivo obbligato ad andare a verificare questo odio e questo disprezzo”.
Chiambretti: “Lei parla appunto di Ratzinger?”.
Lindo Ferretti: “No, parlo, per esempio, di quando ai concerti dei CCCP il pubblico urlava: ‘chi non salta Jovanotti è!’. Dopo una decina di volte che sentivo sempre questa frase ho detto: ‘ma chi cazzo è stò Jovanotti?’ e sono andato a conoscerlo e siamo diventati amici. Io l’ho conosciuto perché tutti intorno a me lo disprezzavano. Era il tempo in cui lui faceva il ragazzino, prima che diventasse [famoso]”.
Chiambretti: “È qui la festa, certo, È qui la festa!”.
Lindo Ferretti: “Papa Ratzinger per altri motivi, ma è stato quello il modo per cui l’ho conosciuto, perché tutti ne parlavano malissimo. Tenga presente che io per la maggior parte della mia vita ho letto soltanto giornali di sinistra e ho frequentato soltanto un mondo di sinistra. Prima il nemico era il papa, poi ci fu l’attentato a Giovanni Paolo II, quindi essendo una vittima non poteva più essere il carnefice, perché la sinistra è binaria, non si può essere le due cose insieme. Per cui si doveva trovare un altro colpevole, un altro carnefice e venne identificato nel cardinal Ratzinger perché era il prefetto della Santa fede. Io, tra l’altro, pensavo si chiamasse Ratzìnger perché mi suonava più cattivo e pensavo che quello fosse il suo nome e chiedevo a tante persone: ‘Ma chi cazzo è sto’ Ratzìnger che tutti ne parlano male?’. Ma nessuno mi sapeva dire niente perché, naturalmente, la maggior parte di noi ha un rapporto fiduciario con il mondo, non è che vada a verificare. Per cui se il tuo giornale dice che il cardinale è un infame, tu non andrai mai a leggere quello che dice il cardinale perché dici: ‘L’ha detto il mio giornale, l’han detto i miei amici, l’han detto le persone che frequento’.
Io entrai in una libreria cattolica e chiesi: ‘Ma questo cardinale Ratzìnger non ha mai scritto qualcosa che io possa leggere?’ e il signore molto dimesso e molto compìto mi disse: ‘Si dice Ràtzinger, ha scritto moltissimo in latino, moltissimo in tedesco e ha scritto anche qualche libro in italiano per il grande pubblico. Glieli faccio vedere’”.
Chiambretti: “E da qui partì la sua ricerca...”
Lindo Ferretti: “Da lì partì il mio amore per un pensiero”.
Chiambretti: “È chiaro che l’umanità di Wojtyla non abbia paragoni con nessun altro papa fino ad oggi in Vaticano - un applauso alla memoria - ma molti non sanno che i discorsi di papa Wojtyla li scriveva chi?”.
Lindo Ferretti: “C’è una continuità da ogni punto di vista, tranne che dal punto di vista fisico. Wojtyla è stato un giovane papa, era un pastore. Non so se qualcuno ricorda il suo incedere – io ero un cantante dei CCCP, mi fermai a guardarlo in televisione e dissi: ‘Cazzo, questo non scherza mica!’, questo è un pastore che sa usare anche il bastone. Poi la sua lunga malattia... Comunque era un papa che aveva una grande dimestichezza con i media – non è un obbligo avere dimestichezza con i media se tu sei papa”.
Chiambretti: “Ratzinger un po’ meno, però i discorsi di Wojtyla li ha scritti spesso Ratzinger”.
Lindo Ferretti: “Sono stati un sodalizio. Ratzinger ha chiesto tante volte al papa di permettergli di tornare ad essere un insegnante, di tornare allo studio, ma Wojtyla lo ha sempre voluto come suo teologo personale. Perché in realtà il teologo è sempre stato Ratzinger anche al tempo di Wojtyla”.