Tiziano: un invito alla mostra. Appunti di Andrea Lonardo
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Per articoli similari, vedi la sezione Arte e fede. Oppure vedi la sezione Testi di Andrea Lonardo. Su Tiziano, vedi anche Siamo tutti carne e sangue di Tiziano, di Antonio Paolucci
Il Centro culturale Gli scritti (17/3/2013)
N.B. Questa breve nota vuole presentare solo alcuni appunti senza alcuna pretesa, al solo scopo di fare memoria di alcuni particolari iconografici delle opere di Tiziano. In questi appunti le opere sono presentate con una cronologia che va dalla più recente alle più giovanili.
La pietà (non presente in mostra; Gallerie dell’Accademia, Venezia, 1576)
Tiziano dipinse questa tela - non presente in mostra - per la Cappella dei Frari che aveva acquistato per la propria sepoltura. Sulla destra in basso si vede - con linguaggio metalinguistico - un’opera nell’opera con Tiziano stesso ed il figlio Orazio, anch’egli pittore, che chiedono alla Pietà di avere misericordia di loro.
La Maddalena corre incontro allo spettatore.
Annunciazione (San Salvatore, Venezia, 1562-1564)
Al centro dell’Annunciazione si intravede il roveto ardente ed il particolare è sottolineato anche dall’iscrizione. Il roveto ardente, nella tradizione, è tipo dell’Incarnazione: la gloria del Figlio di Dio prende la carne da Maria e non si consuma.
Deposizione (Museo del Prado, Madrid, 1559)
Nella Deposizione del Prado Tiziano dipinge sul lato corto del sarcofago il Sacrificio di Isacco, perché il figlio unigenito e amato di Abramo è tipo di Cristo.
Crocifissione (Monastero dell’Escorial, ca. 1555)
Il teschio si volge verso il Cristo che è solo in croce, quel cranio che da sempre rappresenta Adamo, poiché la tradizione vuole che la croce sia stata piantata sul luogo della sepoltura del primo uomo.
Adamo si volge al nuovo Adamo, perché solo da lui potrà riavere la vita.
Caino uccide Abele (Santa Maria della Salute, Venezia, 1542-1544, non presente in mostra)
Squarcio estremamente innovativo, nel quale non si vedono i volti dei due fratelli, ad esprimere la violenza dell’omicidio).
Davide e Golia (Santa Maria della Salute, Venezia, 1542-1544, non presente in mostra)
Con Davide che ringrazia l’Altissimo che lo ha aiutato a trionfare, venendo in aiuto della sua debolezza.
Sacrificio di Isacco (Santa Maria della Salute, Venezia, 1542-1544, non presente in mostra)
Con il capo chino del figlio, mentre Abramo guarda l’angelo.
Madonna in trono con San Francesco, San Biagio e il donatore (Museo Civico, Ancona, 1520)
Il santo invita il donatore a guardare alla Madre di Dio ed al suo Figlio.
Il Battesimo di Gesù (Musei Capitolini, Roma, 1512)
Sullo sfondo, in un campo, alcuni rapaci si impadroniscono di una preda, mentre una donna cerca di scacciarli. Il peccato da cui il Battesimo libera è causa di morte. Certo il Battesimo dona innanzitutto la vita divina, nel segno dell’acqua, ma quella vita è necessaria proprio perché senza di essa l’uomo è nella morte.
Il miracolo dell’uomo geloso (non presente in mostra, dipinta a Padova nel 1511, mentre Tiziano era in fuga da Venezia per la pesete che uccise il suo maestro Giorgione; Sala del Santo a Padova)
Quando un uomo geloso che aveva accoltellato ingiustamente la moglie accusandola di tradimento, scoprì che essa gli era sempre stata fedele, chiese perdono ed ottenne da Sant’Antonio la resurrezione della sua amata.
San Marco circondato da Santi (non presente in mostra; Ex-voto per la peste debellata; Santa Maria della Salute, Venezia, 1510)
Dipinto al termine della peste che aveva ucciso anche Giorgione.
Vedi anche, per una prima presentazione dell’opera di Tiziano, il breve video presente in mostra, qui da YouTube: