La migliore offerta, di Giuseppe Tornatore. Breve nota di Andrea Lonardo
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Il Centro culturale Gli scritti (24/2/2013)
N.B. Questo articolo svela il finale del film. Quindi, caro lettore, se devi ancora vedere l’opera e non vuoi perderti la sorpresa, evita di leggerlo per ora!
«Tu sei interessato alle mie cose più che a me», afferma Claire. La giovane donna accusa Virgil di essersi attardato ad ammirare alcuni frammenti di una complessa macchina automatica del millesettecento che l’antiquario sta pazientemente cercando di ricostruire, piuttosto che ascoltarla mentre sta raccontando la sua storia dolorosa.
Solo al termine del film apparirà chiaro che è invece lei che ha recitato la parte dell’amante per impossessarsi dei beni di Virgil.
Certo Virgil Oldman non è un personaggio senza macchia: richiestissimo battitore d’aste, stimatissimo per la sua competenza in campo artistico e la sua capacità di individuare falsi e falsari, in realtà, con la complicità di Billy, un amico di vecchia data, orienta la vendita pubblica di opere d’arte a suo vantaggio. È riuscito, infatti, a venire in possesso di una serie impressionante di ritratti femminili che custodisce in un caveau della sua bellissima casa. Sublima l’arida vita che conduce contemplando i volti di tante donne dipinti dai grandi pittori di ogni secolo, quasi trovando in esse l’affetto che gli manca.
Claire lo conquista attirandolo a sé con i suoi dolori, raccontandogli le sofferenze della sua giovane vita, a partire dalla perdita di un amore adolescenziale a causa di un incidente. L’agorafobia che la ossessiona, obbligandola a vivere nascosta nella paura di affrontare il mondo, è la chiave che utilizza per sedurre Virgil che comincia ad amarla, nel desiderio di salvarla.
Solo l’epilogo della vicenda rivela l’inganno: la giovane non è la vera Claire ed, insieme al suo fidanzato orologiaio, ha attirato Virgil nella trappola di un finto amore solamente per introdursi nella sua casa e per sottrargli l’intera collezione di ritratti. Tutto il dolore di Claire è stato solo finzione. Niente di ciò che lei ha raccontato è vero. La vera Claire, disabile, passa il suo tempo al bar ed ha affittato la casa alla giovane, ignara anche lei del tranello.
Si esce dal cinema con l’animo amarissimo. Come ha insegnato Dante, nella Commedia, il peccato più grave, il crimine più orrendo, è il tradimento dell’amore. La truffa professionale di Virgil, per quanto brutta, non è altrettanto disgustosa quanto quella di Claire, che si finge innamorata.
Nella memoria di Virgil si riaffacciano le immagini – in flashback nel film – dei momenti in cui i due hanno fatto l’amore: ora egli si accorge che lei ha usato del proprio corpo senza amarlo, fingendo l’amore per derubarlo dei beni, così come comprende in un istante che la finta Claire si è servita del racconto di tanti dolori mai sofferti per sedurlo ed attirarlo nella trappola. Per l’anziano uomo non resta ormai che la via della pazzia.
Non c’è dolore più grande dell’essere traditi da chi abbiamo amato, credendo di essere riamati. La menzogna e la finzione: ecco il grande dramma che La migliore offerta presenta.