Francia, nozze gay. Il giurista Cardia: si lede il diritto dei bambini. «Uno dei punti nodali del relativismo è quello di dire: noi chiediamo cose per noi, non tocchiamo interessi di nessun altro, perché volete negarci ciò che è un nostro diritto, quando questo diritto non viola il diritto di nessun altro? Benissimo, nel matrimonio delle persone omosessuali questa cosa decade, perché il matrimonio degli omosessuali porta con sé necessariamente, per un motivo logico, l’adozione di bambini. Allora, il diritto dei bambini viene colpito»
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Riprendiamo dal sito della Radio vaticana il testo di un’intervista rilasciata da Carlo Cardia il 14/1/2013. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (14/1/2013)
Grande partecipazione ieri alla manifestazione in Francia in difesa del matrimonio fra uomo e donna. Secondo gli organizzatori sono state almeno 800mila le presenze, mentre la prefettura parla di 340mila persone. La “Manifestazione per tutti” - questo il nome che le è stato dato - ha evitato qualsiasi tono omofobo e vuole convincere il presidente Hollande a non legalizzare matrimoni tra persone dello stesso sesso con diritto all’adozione, il cosiddetto “matrimonio per tutti”. Il testo della proposta di legge sarà esaminato a fine mese in Parlamento. Debora Donnini ha chiesto al giurista Carlo Cardia, docente di diritto ecclesiastico all'Università Roma Tre, quali siano le sue impressioni sulla manifestazione:
R. - Credo che si tratti della prima manifestazione di massa, in un grande Paese occidentale, dove si evidenzia la divisione della società su una proposta, che ormai è una proposta precisa, depositata in Parlamento. Quindi, una manifestazione che rende esplicita di fronte a tutti la divisione delle opinioni su un tema che è diventato caldissimo da quando è stato introdotto in alcuni ordinamenti. Diciamo che aver fatto questa manifestazione indica la volontà di non cedere su questo punto. Certamente, bisogna osservare una cosa: non è una manifestazione confessionale, perché vi sono una serie di soggetti laici, cattolici, protestanti, ebrei, alcune categorie anche di sindaci che hanno annunciato la loro opposizione a questa ipotesi. Questo, da una parte, rende il problema più acuto, ma dall’altra, più interessante, perché fa vedere come la società si divida a diversi livelli su questa tematica.
D. - Secondo lei, questa questione dei matrimoni tra persone omosessuali e della possibilità di adozione, in fondo, non tocca la questione profonda del diritto naturale?
R. - Io direi qualche cosa di più. Tocca un’esperienza di tutti gli esseri umani, che si perpetua da quando esiste la storia. Il diritto naturale in fondo richiede un minimo di elaborazione intellettiva, un minimo di elaborazione normativa; noi qui stiamo toccando alcuni aspetti della naturalità dell’uomo, della donna e del bambino e credo che per la prima volta il diritto si stia arrogando il potere di intervenire e cambiare gli elementi di natura. Questa, forse, è l’obiezione più forte che spinge persone di diversissimo orientamento culturale, religioso, politico, a reagire di fronte a questa ipotesi.
D. – Anche perché se non c’è un ancoraggio con il diritto naturale tutto potrebbe essere permesso, un giorno, a livello legale…
R. – Noi stiamo per permettere quasi tutto in alcuni ordinamenti. Pensiamo all’ipotesi dell’eutanasia per i malati di mente. Lì non c’è nemmeno il filtro della volontà individuale, ma una decisione della società che ritiene che quel tipo di vita non sia dignitosa. Noi stiamo arrivando a forzare quello che è il ciclo naturale, pre-giuridico, quindi un ciclo naturale rispetto al quale la legge dovrebbe astenersi dall’intervenire. Il problema è che il passo ulteriore è stato quando si è voluto utilizzare un istituto che non ha nulla a che vedere con la convivenza omosessuale, e lo si è forzato fino a farvi rientrare rapporti che sono di tutt’altro genere. Faccio un esempio molto concreto. Uno dei punti nodali del relativismo è quello di dire: noi chiediamo cose per noi, non tocchiamo interessi di nessun altro, perché volete negarci ciò che è un nostro diritto, quando questo diritto non viola il diritto di nessun altro? Benissimo, nel matrimonio delle persone omosessuali questa cosa decade, perché il matrimonio degli omosessuali porta con sé necessariamente, per un motivo logico, l’adozione di bambini. Allora, il diritto dei bambini viene colpito: ci sono altri che sono interessati e che forzatamente sono fatti rientrare nella soddisfazione degli interessi di alcuni.