I vizi e le virtù dipinti da Giotto nella Cappella della Scrovegni. Brevi testi da Roberto Filippetti
Ripresentiamo sul nostro sito alcuni brani tratti da Roberto Filippetti, Il Vangelo secondo Giotto. La vita di Gesù raccontata ai ragazzi attraverso gli affreschi della Cappella degli Scrovegni, Itaca, Castel Bolognese, 2004, pp. 60 e 62-68, per presentare i Vizi e le virtù affrescati da Giotto nella Cappella degli Scrovegni tra il 1303 ed il 1306. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti sui Giotto, vedi la sezione Arte e fede.
Il Centro culturale Gli scritti (4/11/2012)
N.B. de Gli scritti
Nel commento di R. Filippetti le virtù e i vizi sono presentate a coppie, così come Giotto le ha disposte, secondo la tradizione cristiana:
Ai brani di Filippetti abbiamo aggiunto, fra parentesi quadre, i testi frammentari del commento che Giotto stesso dipinse a spiegazione delle immagini. Molte delle iscrizioni sono andate perdute, come si vedrà.
Virtù cardinali e loro opposti
Nei tre tempi a colori di questo grande film [io Giotto di Bondone] vi ho raccontato il Fatto, un evento splendente di bellezza, veramente accaduto lungo una cinquantina d’anni: quella vicenda che nel preciso momento dell’Incarnazione taglia la storia in due, prima e dopo Cristo. In questo quarto tempo, in bianco e nero, vi mostrerò le conseguenze della venuta di Gesù, nella vita di tutti i giorni: l’attrattiva del Bene e il disgusto per il male.
Ho personificato le sette virtù (quattro cardinali più tre teologali) e i sette vizi opposti. Guardate, là in fondo, nel Giudizio universale Cristo con la mano destra aperta verso il paradiso e la sinistra chiusa sull’inferno. Ebbene, le sette virtù stanno lungo la calda parete Sud, quella alla sua destra, e conducono alla salvezza; i vizi alla base dell’umida e gelida parete Nord, quella alla sua sinistra, portano all’eterna perdizione.
Il bene è bello, affascinante: è facile seguirlo. Specialmente quando è successo - a voi come a me e ai miei amici - d’incontrare un santo. Guardate la Madonna col Bambino scolpita sopra l’altare dal mio amico Giovanni Pisano: dalla cintura che ha in vita pendono due cordoni con tre nodi ciascuno. Il segno di san Francesco. Immaginate questa statua colorata di marrone, vestita come un frate francescano. Io, Dante e Giovanni Pisano siamo andati dietro ai francescani e la bellezza è letteralmente esplosa nella nostra vita. Invece il male è proprio brutto, anzi mostruoso. Vedrete che roba...
Prudenza
Evoca le vergini prudenti del vangelo, opposte alle vergini stolte; è la virtù dell’insegnante. Siede in cattedra, davanti a un libro. In una mano ha il compasso e nell’altra uno specchio: si guarda prudentemente alle spalle, imparando dalla tradizione. Ma quello specchio è anche un invito alla riflessione.
[Questo il testo dell’iscrizione:
Prudentia
Le cose ed il tempo con grande attenzione... si ricorda di ciò che vede...[1]]
Stoltezza
Un individuo fisicamente pesante ma interiormente “leggero”, inconsistente – “fatuo” dice l’iscrizione – con la testa fra le nuvole. Le penne sul capo, quelle che gli rivestono il corpo, e la mano sinistra che mima una testa di struzzo: tutto in lui evoca gli uccelli. E di cosa va a caccia con quella clava? Forse di altri volatili suoi simili?
[Questo il testo dell’iscrizione:
Stultitia
Lo stolto indossando le penne.. un bastone secco...[2]]
Fortezza
Eretta, decisa, con la destra brandisce una mazza, con la sinistra sorregge un grande scudo sul quale campeggiano una croce e un leone rampante. Una pelle di leone le fa da mantello: la testa della fiera come elmo, le zampe anteriori annodate al collo, quelle posteriori in vita. Forte come un leone, vigile come una sentinella nella notte.
[Questo il testo dell’iscrizione:
Fortitudo
Vince ogni cosa superando e brandendo una mazza le cose malvagie distrugge.
Ecco uccide con la forza un leone, si veste con la sua pelle, supera ogni sfida e in nessun caso si abbatte[3]].
Incostanza
In precario equilibrio su una ruota che corre verso il basso, sta cadendo all’indietro, come suggerisce anche il mantello svolazzante: appena viene indotta in tentazione, ci cade.
Temperanza
Ha la spada fasciata con una lunga cintura di cuoio, e la bocca tenuta a freno da una briglia come si fa coi cavalli, perché – dice il proverbio – “uccide più la lingua che la spada” (una volta un bambino mi ha chiesto: “Giotto, l’hai dipinta col ‘baffo’, l’apparecchio dei denti?)
Ira
Si strappa le vesti, come il sommo sacerdote Caifa, in collera per le parole di Gesù, e come l’angioletto sotto il braccio sinistro di Gesù crocifisso, per l’incontenibile dolore. Guardate la smorfia della bocca, il naso troppo piccolo, e quegli occhi che sembrano due lame...
Giustizia
Siede, regale, su un trono prezioso, di fronte alla porta della città. Regge una bilancia con cui pesa ogni cosa con grande equilibrio, com’è scritto sotto. Con la destra regge un piatto sul quale sta un angelo che incorona il bene, mentre l’angelo retto dalla sinistra sta giustiziando il male. Nella predella ai suoi piedi, quattro cavalieri – due cacciatori con cani e falcone e due mercanti – procedono sicuri, dirigendosi verso un villaggio in festa, dove si suona e si danza.
[Questo il testo dell’iscrizione:
Iusticia
Giusta esamina ogni cosa con il piatto della bilancia, la giustizia è perfetta nel premiare il bene, usa con vigore la spada contro i vizi. Tutte le cose godono della libertà se questa regnerà, agirà con benevolenza chiunque compirà qualcosa. Per essa il soldato combatte, accompagna, spinge i mercanti già... si manifesta...[4]]
Ingiustizia
È un tiranno dal mento prominente e dalle mani artigliate come Lucifero [...]; troneggia, armato di spada e di lancia uncinata, di fronte a una porta di città che sta venendo giù a pezzi. Inselvatichita è la natura che gli sta di fronte, mentre la strada è infestata da predoni che uccidono, rubano, compiono ogni tipo di violenza.
Virtù teologali e loro opposti
Fede
Forte e sicura, ti guarda dritto negli occhi. Dal mantello le spunta la chiave, il segno del Papa che ha il dovere di custodire integra la fede. Con la sinistra regge un cartiglio su cui sta scritto il Credo; con la destra una croce ad asta che, giù a terra, sta frantumando l’idolo; sotto i piedi calpesta gli oroscopi. Scismi ed eresie hanno aperto dolorosi strappi nel mantello e nella tunica di lei, ma non ne hanno rovinato il volto.
[Questo il testo dell’iscrizione:
Fides
Raffigurata e sacra è presentata al’uomo. Indiscussa resta la fede... della quale tuttavia è potente l’aspetto tangibile con la prova fornita dalla ragione. Ha riunito e sottomesso con potenza gli idoli, è coronata e posta solidamente sopra la roccia, è rafforzata dal consenso degli uomini e degli angeli, meravigliosamente retta[5]].
Infedeltà
Ha lo sguardo bieco; zoppica, a motivo di una deformazione della gamba sinistra (lo si legge nel piedistallo). Confida nell’idolo, retto con la destra, cioè in quella statuetta che – a sua volta – l’ammalia offrendole con la destra un arboscello in fiore, mentre con la sinistra stringe una cordicella la quale finisce con un nodo scorsoio al collo dell’adoratrice. Questa, strozzata, precipiterà di lì a poco nel rosso fuoco infernale, trascinata dall’idolo.
[Questo il testo dell’iscrizione:
Infidelitas
L’infedele zoppica, gli idoli lo disprezzano mentre si esalta, dall’aspetto si mostra idolatra... la mente... con lo sforzo...[6]]
Carità
Il capo aureolato (con tre rossi bagliori che evocano l’aureola di Cristo) coronato di fiori, lo sguardo intensamente rivolto a Gesù, a cui con una mano offre il cuore (e se lo vede restituito di nuovo), mentre con l’altra mano offre al prossimo una canestra piena di fiori, frutti e spighe. La carità fiorisce come gratitudine per il fatto di essere amorevolmente amati e preferiti da Gesù. Donare al prossimo e calpestare l’idolo dell’avere (i sacchetti di denaro, guadagnati magari con l’usura) viene come conseguenza. È la virtù più bella.
[Questo il testo dell’iscrizione:
Karitas
Questa è l’immagine della carità, così il bell’aspetto reca delle sue proprietà. Il cuore che piace nel segreto dona a Cristo. Questa per decisione si fa di regola serva. Se rifiuta la vanità delle ricchezze terrene, colora tutte le cose di ogni liberalità, con mano generosa offre allo speziale ciò di cui manca[7]].
Invidia
È il vizio più diabolico e schifoso. Arsa (il fuoco ai suoi piedi) dalla bramosia di possesso, tiene ben stretto con la sinistra il sacchetto dei propri averi, mentre la destra si protende bramosa, un po’ zampa artigliata, un po’ bocca spalancata di velenosa serpe. Quella diabolica serpe che le scodinzola sulla nuca, le spunta da sotto il turbante, le esce dalla bocca e le entra negli occhi, avvelenandole lo sguardo. “In-vidia” significa cecità: non vedere, o vedere tutto di “mal-occhio”, mentre il grande orecchio origlia maligno.
[Questo il testo dell’iscrizione:
Invidia
Patisce questo di invidia cieca...[8]]
Speranza
Con volto pacificato spicca il volo, le mani protese verso la corona della gloria, verso il paradiso del Giudizio universale. Il corpo, il capo, le braccia: ogni dettaglio ripropone il Cristo dell’Ascensione (notate l’ala della speranza e il lembo del mantello sollevato di Gesù).
[Questo il testo dell’iscrizione:
Spes
La speranza pensa sempre alla fuga [dal mondo], è rappresentata come mente pura, rafforzata dalla speranza, mai è invischiata in pensieri terreni, ma vola verso l’alto per farsi incoronare da Cristo, così si affida certa per essere beatificata e sublimata nei cieli[9]].
Disperazione
S’impicca, come l’idolo dell’infedeltà prefigurava (e l’occhio corre su Giuda, giusto all’estremità opposta e, strozzato, nel Giudizio). Nell’angolo in alto a sinistra, un sinistro diavolo ne arpiona il capo per trascinarla nel fuoco dell’inferno del grande Giudizio universale. Volto devastato, pugni contratti: questa è la tragica conseguenza del male liberamente scelto.
[Questo il testo dell’iscrizione:
Desperatio
Riguardo il cuore disperato questa figura rappresenta Satana che ha in potere l’impiccato e quindi dannato nella Geenna...[10]]
Note al testo
[1] PRUDENTIA
RES ET TEMPVS
SVMMA CVRA...
VIDENTIS
MEMORATVR...
[2] STULTITIA
GERENS PENNAS
FATVVS... ...LIGNVM
ARENS...
[3] FORTITUDO
CVNCTA STERNIT
(FORTITUDO)
SVPERANDO... ET
ARMATA CLAVAM
GERENS PRAVA
QVOQVE DEPRIMIT
EN OCCIDIT VI
LEONEM, EIVS PELLE
TEGITVR OMNEM
SVPERAT AGONEM ET
IN NVLLO
FRANGITVR...
[4] IUSTICIA
EQUA LANCE CUNCTA
LIBRAT/PERFECTA
IUSTICIA
CORONANDO BONO
VIBRAT/ENSEM
CONTRA VICIA
CUNCTA GAUDENT
LIBERTATE/IPSA SI
REGNAVERIT
AGIT CUM
IOCUNDITATE/
QUISQUE QUIDQUID
VOLVERIT MILES
PROPTER HANC
VENATUR/
COMITATUR
TRUDITUR
MERCATORES
IAM.../...PRODITUR.
[5] FIDES
FIGVRATA ET
IERATA/PRESENTATVR
HOMINI. INDISCVSSA
MANET FIDES... CVIVS
AVTEM VALET
TACTVS/APROBANDO
LOYTER.
CONGREGAVIT
SVBIVGAVIT/YDOLA
VIRILITER.
CORONATVR ET
FVNDATVR/SVPRA
PETRA FIRMITER.
ANGELORVM ET
VIRORVM/
CONFORTATVR
NVMINE, MIRE RECTA
ET PERFECTA...
[6] INFIDELITAS
INFIDELIS
CLAVDICATUR/...
YDOLA SPERNIT DVM
SE PREDICAT
CAVSA/VISV TRADIT
YDOLATRA
...MENS.../...NISV.
[7] KARITAS
HAEC FIGURA
KARITATIS/SUAE SIC
PROPRIETATIS/GERIT
FORMAM COR QUOD
PLACET IN
SECRETO/CHRISTO
DAT HANC PRO
DECRETO/SERVAM
NORMAM SI
TERRENAE
FACULTATIS/
MECONTENTUM
VANITATIS/
COLORARET CUNCTA
CUNCTIS
LIBERALI/OFFERT
MANU SPETIALI/ZELO
CARET.
[8] INVIDIA
PATET HIC INVIADIAE
CECAE/...
[9] SPES
SPE DE FVGA SEMPER
CVRAT/DESIGNATVR
QVOD MENS
PVRA/SPE FVLCITA
NVMQUAM CVRA
TERRHENORVM
CLAVDITVR/SED
A CHRISTO
CORONANDA/SVRSVM
VOLAT SIC
BEANDA/ET IN CELIS
SUBLIMANDA/FORE
FIRMA REDDITVR.
[10] DESPERATIO
INSTAR CORDIS
DESPERATI/SATHAN
DUCTU SUFFOCATI ET
GEHENNE SIC
DAMPNATI/TENET
HEC FIGURA.