Il rapporto fra la fede nello Spirito Santo ed i sacramenti del battesimo e dell’eucarestia nel Battistero di Siena. Breve nota di A.L.
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Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo. Restiamo a disposizione per l'immediata romozione se la presenza delle immagini commentate nell'articolo non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. Per altri testi vedi le sezioni Arte e fede e Testi di Andrea Lonardo. In particolare, vedi Il Simbolo degli Apostoli: il Simbolo della fede nella catechesi e nell’arte, di Roberto Mastacchi e Ryszard Knapiński.
Il Centro culturale Gli scritti (10/10/2012)
Nel Credo non si parla esplicitamente della liturgia e dei sette Sacramenti, ma solamente si afferma «Credo in un solo Battesimo». L'iconografia del Credo esplicita, però, che la dimensione sacramentale appartiene all'essenza stessa del Credo nello Spirito Santo e del Credo la Chiesa.
Nel Battistero di San Giovanni a Siena l'articolo Credo nello Spirito Santo è rappresentato attraverso l'immagine della colomba che discende sull'altare per la consacrazione dell'Eucarestia e l'articolo Credo la Chiesa è rappresentato attraverso la figura di un pontefice che sorge dal corpo di San Pietro che gli porge le due chiavi e battezza un fedele, rendendolo figlio di Dio e membro della Santa Chiesa.
Così spiega in dettaglio Roberto Mastacchi, il massimo esperto italiano dell'iconografia del Credo[1]:
«[L'articolo del Credo qui raffigurato] è l'ottavo che, mediante l'Apostolo Bartolomeo, professa: «Credo nello Spirito Santo». Alla sinistra il Profeta Aggeo con un testo (Ag 2,6) che preannuncia l'effusione dello Spirito Santo. La scena è occupata dalla colomba, simbolo dello Spirito Santo, che discende in un fascio di luce sull'ostia elevata sull'altare. Sulla parete anteriore dell'altare un paliotto con al centro l'immagine dell'Agnello con lo stendardo della Risurrezione e sul davanti un elegante pavimento. È interessante notare che la stessa immagine (pur con ovvie varianti) della colomba che scende sull'altare con l'Eucaristia è presente in uno degli stalli intarsiati del Coro della Cappella del Palazzo Pubblico. L'articolo del Credo Niceno-Costantinopolitano è appunto: «Et in Spiritum Sanctum, Dominum et Vivificantem, et cetera, qui locutus est per Prophetas».
Questa raffigurazione è forse la più originale di tutto il ciclo, in quanto connette, mediante il "filo rosso" dello Spirito Santo, il Battesimo all'Eucaristia, entrambi opera della potenza rinnovatrice, trasformante e vivificante dello Spirito nella vita del credente. La scena si trova al di sopra del fonte battesimale e l'attenzione è focalizzata pertanto sui "Santi misteri"; l'affresco, inoltre, si trova di fronte all' altare vero su cui si celebrava l'Eucaristia, collocato sotto la scena della Crocifissione.
Il 9° articolo «Credo la Santa Chiesa Cattolica, la Comunione dei Santi» occupa la prima vela della terza campata. L'Apostolo Matteo e il Profeta Sofonia (Sof 2,15) si presentano accoppiati a questo articolo di fede. La scena è piuttosto complessa e presenta al centro la figura di un pontefice, irradiato dall'alto, che con la mano destra si rende strumento della potenza dello Spirito per un catecumeno nudo che riceve il Battesimo, proprio a fianco del consueto personaggio che professa: "Credo". Il papa è come appoggiato su Pietro semidisteso, col quale mediante le mani si scambiano le chiavi. Pietro appare pertanto davvero la "pietra" sulla quale Cristo ha edificato la Chiesa, in modo quasi "fisico" e la Chiesa è presentata innanzitutto quale amministratrice dei Sacramenti, attraverso il ministero apostolico».
Fu il Vecchietta ad affrescare l'intero ciclo del Credo nel Battistero, sulle 12 vele, che rappresentano i 12 articoli del Simbolo degli apostoli. Il suo nome di battesimo era Lorenzo di Pietro: a lui fu commissionato l'intero ciclo di affreschi il 7 febbraio 1450. Portò avanti il suo lavoro tra il 1450 ed il 1453, aiutato da altri artisti fra i quali Agostino di Marsiglia. Il Battistero fu ricavato sotto il Duomo di Siena e, anticamente, esisteva una botola che si apriva davanti all'altare del Duomo per mostrare il collegamento che esiste idealmente fra i due edifici.
Mastacchi così conclude, sottolineando che anche nell'articolo Credo nella remissione dei peccati il Vecchietta ha inserito la tematica sacramentale rappresentando la Confessione di un fedele che viene assolto dai peccati[2]:
«Non vi è dubbio che il Vecchietta, affrescando il Battistero, abbia voluto porre un accento tutto particolare sull'amministrazione dei Sacramenti e mostrare la intima connessione fra il Sacramento della Rinascita e quello dell'Eucaristia, nonché quello della Riconciliazione, ed evidenziare la Chiesa quale "Sacramento universale di Salvezza", come diremmo oggi alla luce del Concilio Vaticano II. In questa linea appare chiaro il ruolo assolutamente centrale del ministero apostolico, qui reso in modo evidente».
Il Vecchietta aveva precedentemente già dipinto gli articoli del Credo sia nella cosiddetta Arliquiera, un armadio reliquiario che è custodito nella Pinacoteca di Siena e che apparteneva alla Sagrestia Vecchia dell'Ospedale di Santa Maria della Scala, sia in affresco proprio nella Sagrestia Vecchia stessa dell'Ospedale. In Siena gli articoli del Credo sono rappresentati anche ad intarsio nel coro ligneo della Cappella del Palazzo Pubblico.
Note al testo
[1] R. Mastacchi, Il credo nell’arte cristiana italiana, Cantagalli, Siena, 2007, p. 118.
[2] R. Mastacchi, Il credo nell’arte cristiana italiana, Cantagalli, Siena, 2007, p. 119.