“libertà dell’uomo” e “Libertà di Dio”. L’importanza della “sintesi” in catechesi. Video di Maurizio Botta e Andrea Lonardo (accompagnato dalla Nota di metodo: la necessità di uno schema sintetico per presentare la fede ai bambini a partire dal cuore della fede cristiana)
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Mettiamo a disposizione sul nostro sito un video sperimentale realizzato per valutare l'opportunità di un simile mezzo per la formazione dei catechisti. Il video è accompagnato da una scheda in PDF anch'essa sperimentale. Per ulteriori approfondimenti vedi su questo stesso sito la sezione Catechesi e pastorale.
Il centro culturale Gli scritti (24/4/2012)
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Nota di metodo. La necessità di uno schema sintetico,
di Maurizio Botta e Andrea Lonardo
L’importanza della “sintesi” in catechesi
I bambini hanno bisogno di visioni sintetiche che mettono ordine nel mondo – non bisogna dimenticare che questo è necessario anche per gli adulti. Per questo i bambini gradiscono tutto ciò che li aiuta a riassumere in maniera comprensibile quanto viene detto.
La catechesi ha sempre sentito la necessità di sintesi capaci di illuminare (si pensi solo al Credo, ai Comandamenti, ai sette Sacramenti, ai vizi ed alle virtù, alle preghiere, e così via). Così scriveva l’allora cardinale Joseph Ratzinger: «I Simboli di fede non sono la spiegazione che viene dall’esterno [della Scrittura] ed è riferita ai punti oscuri. Loro compito è, invece, rimandare alla figura che brilla di luce propria, dar risalto a quella figura, in modo da far risplendere la chiarezza intrinseca della Scrittura» (J. Ratzinger).
È per questo che queste schede propongono uno schema grafico semplicissimo, senza “effetti speciali”, che in maniera sintetica mostri fin dal primo incontro il cuore della fede cristiana.
La necessità di una catechesi che parta dal cuore della fede cristiana
Il contesto in cui viviamo accentua ancora più questa necessità di una sintesi chiara, perché oggi il cristianesimo non è conosciuto o è conosciuto male. Tante persone non saprebbero spiegare con chiarezza perché sono cristiane e cosa sia precisamente il cristianesimo.
Proprio per questo, l’itinerario qui proposto parte dal cuore della fede. Non vi giunge dopo un lungo itinerario, bensì fin dall’inizio vuole annunziare cosa è il cristianesimo e qual è la sua novità. Così ha detto il Papa in proposito: «La fede cristiana è nella sua essenza incontro con il Dio vivente. Dio è il vero ed ultimo contenuto della nostra fede. In questo senso il contenuto della fede è molto semplice: io credo in Dio. Ma la realtà più semplice è sempre anche la realtà più profonda e che tutto abbraccia. Possiamo credere in Dio, perché Dio ci tocca, perché egli é in noi e perché egli anche dall’esterno si avvicina a noi. Possiamo credere in lui, perché esiste colui che egli ha mandato: “Egli ha visto il Padre (Gv6,46)”, dice il Catechismo; egli “è il solo a conoscerlo e a poterlo rivelare”. Potremmo dire che la fede è partecipazione allo sguardo di Gesù» (Benedetto XVI).
Si potrebbe anche arrivare a parlare del cuore della fede al termine di un lungo itinerario, procedendo come a gradini successivi, dalla vita pubblica di Gesù, alla sua Pasqua, alla sua identità, fino alla Trinità. Si è volutamente escluso questo modo di costruire un itinerario, perché non risponde all’esigenza di un nuovo annunzio della fede che oggi è giustamente invocato per un serio rinnovamento della catechesi.
Il cuore della fede cristiana
La prima unità dell’itinerario vuole allora presentare il cuore della fede cristiana. Esso consiste nella piena rivelazione della Trinità all’uomo, rivelazione che è al contempo salvezza dell’uomo che diviene figlio in Cristo. Il “mistero” dell’uomo “capace di Dio” viene così illuminato dal “mistero” del Cristo.
Si vede subito come questo nucleo sia insieme cristologico, trinitario ed antropologico. Un teologo contemporaneo lo ha espresso con semplicità: «La divinizzazione della persona non è possibile che tramite l’Incarnazione, e l’Incarnazione non è possibile se Dio non è Trinità. Tutto il resto, in un modo o nell’altro, deve ricondursi a questo. Dunque che si parli di peccato o di virtù cristiane, che si commenti questa o quella scena dell’Evangelo, questo essenziale è sempre sullo sfondo» (F. Varillon).
È importante annunziare ai bambini fin dall’inizio che l’uomo è l’unico essere che cerca Dio, l’unico essere libero a cui non basta tutto l’universo per essere felice. È importante parlare loro in termini positivi dell’arte, della scienza, della filosofia, ma mostrando loro come tutto questo all’uomo non basti. È bene che comprendano fin dall’inizio che senza la Libertà di Dio, che vuole farsi conoscere dall’uomo, l’uomo mai potrebbe conoscere intimamente il Mistero di Dio.
I bambini hanno la capacità di percepire la serietà della Fede non meno degli adulti. È bene sottolineare che i bambini sono esigenti: non si può e non si deve umiliare la loro intelligenza con un discorso infantile su Dio. Una catechesi fedele al Vangelo non deve, allora, eludere le loro domande. Se è vero che la catechesi è differente dalla scuola, è altrettanto vero che Gesù non è una favola. I bambini non possono maturare se la fede viene banalizzata ai loro occhi.
In un mondo fatto di informazioni e comunicazioni molteplici e velocissime, aiutare i bambini a tornare e ritornare al centro è un aiuto decisivo. È un modo di affermare che c’è qualcosa di così importante che gli adulti sentono la necessità di ridire ogni volta.
La necessità della “ripetizione” di ciò che è essenziale
La convinzione che ai bambini serve e piace la ripetizione nasce dagli studi scientifici, ma anche dall’osservazione della realtà: essi amano guardare e riguardare lo stesso cartone animato fino a conoscerlo a memoria. Hanno il piacere della scoperta, ma anche il piacere del riscoprire. Vivono il gusto di anticipare i catechisti ed il piacere di essere padroni di uno schema tanto da poterlo presentare poi ai loro genitori.
Così affermano i Catechismi della CEI: «I bambini sono sensibili alla ritualità. Ripetere più volte le stesse cose dà loro sicurezza. Le imparano con facilità e gioia se gli adulti le fanno con loro» (Lasciate che i bambini vengano a me, 188)
Le sintesi non si contrappongono assolutamente alla libertà ed alla creatività. Basti pensare alla Divina Commedia in cui il Dante “sistema” tutta la storia umana e la rivelazione divina secondo un preciso ordine, ma al contempo in essa tutto è freschezza e poesia.
Lo schema proposto da queste schede
Lo schema proposto da queste schede si propone di visualizzare quanto viene discusso nelle riunioni.
Esso non è assolutamente vincolante, poiché altre schematizzazioni sono senz’altro possibili. Vuole però stimolare all’utilizzo di uno schema, che renda il catechista consapevole di un’ossatura della proposta che offre, uno schema a partire dal quale svilupperà poi i diversi approfondimenti.
È importante non stancarsi di ripetere, tornando sempre alle sintesi che chiarificano il cammino compiuto. È bene ridisegnare lo schema ad ogni incontro. In questo modo alla fine dell’anno anche i più timidi sapranno padroneggiarlo.
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