Il Liceo Valdese non paga l’ICI. E “non è un privilegio”, di Sandro Magister
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Riprendiamo sul nostro sito un articolo di Sandro Magister pubblicato il 13/3/2012 sul sito Settimo cielo de L’espresso. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (14/3/2012)
Il Collegio Valdese di Torre Pellice è un vanto della comunità protestante che porta questo nome. È un liceo con tre indirizzi: classico, scientifico e linguistico. È riconosciuto come scuola paritaria. In ogni classe gli studenti frequentano insieme le lezioni comuni e si separano per le materie dei rispettivi indirizzi. Per il prossimo anno i nuovi iscritti alla prima classe sono al momento 17, un risultato valutato positivo, il più elevato degli ultimi quattro anni.
La qualità della formazione ha un test nei concorsi nazionali. All’ultimo “Certamen Taurinense” le due ragazze in gara del Collegio si sono classificate in ottima posizione, una addirittura tra le prime cinque d’Italia. Per i propri studenti, il Collegio indice quest’anno un “Agòn”, una gara di traduzione dal greco all’italiano di un brano tratto dalla Bibbia.
La retta annuale è graduata secondo il reddito delle famiglie. Nell’anno scolastico 2012-2013 varia da un minimo di euro 2.100,00 a un massimo di euro 6.500,00. Per i non abbienti sono previste borse di studio. Ma le rette coprono solo la metà dei costi reali.
Domanda d’obbligo: il Collegio Valdese paga l’ICI?
La risposta del preside della scuola, il professor Elio Canale, che è anche docente del corso quinquennale di storia delle religioni, è la seguente, ripresa dall’ultimo numero di “Riforma – L’Eco delle Valli”, il settimanale ufficiale della Chiesa Valdese:
“È una domanda che mi hanno fatto in molti in questi giorni. A tutti rispondo ovviamente allo stesso modo: no. Noi non paghiamo l’ICI perché siamo una scuola paritaria ‘non a fini di lucro’, così come siamo esenti dall’IVA (e questo è un danno, perché non possiamo scaricare l’IVA che paghiamo sui beni acquistati). Questo non è un privilegio ma un beneficio sancito dalle norme fiscali in vigore da decenni. Questo è lo stato dei fatti, a cui noi ovviamente non possiamo che attenerci”.