Santa Sofia da chiesa a moschea. Aperto al culto musulmano il luogo che nel 787 ospitò il secondo concilio di Nicea
Riprendiamo un breve articolo da L’Osservatore Romano del 13/11/2011. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Sulla chiesa di Santa Sofia vedi su questo stesso sito Nicea/Iznik.
Il Centro culturale Gli scritti (24/11/2011)
La chiesa di Santa Sofia a Iznik, in Turchia, che nel 787 ospitò il secondo concilio di Nicea (settimo concilio ecumenico riconosciuto da cattolici e ortodossi) per deliberare sul culto delle immagini religiose, è diventata una moschea. O — a sentire l’«Orhan Gazi Foundation» (l’istituto al quale le autorità turche hanno affidato la proprietà dell’edificio e che prende il nome dal sultano ottomano Orhan I che nel 1331 conquistò Nicea, l’odierna Iznik) — è tornata a essere una moschea. Fu proprio Orhan Gazi a trasformare Hagia Sophia in una moschea. Ma prima del 1331 era stata una chiesa, fatta costruire nel VI secolo dall’imperatore Giustiniano sul modello dell’omonima basilica di Costantinopoli (Istanbul). Sta di fatto che il 2 novembre scorso, per la prima volta dal 1920 (anno in cui Santa Sofia venne semidistrutta durante la guerra d’indipendenza), il muezzin ha chiamato alla preghiera e lo ha fatto dal minareto costruito, successivamente, accanto alla chiesa. La (ri)apertura al culto musulmano è avvenuta giorni fa — dopo un lungo lavoro di restauro — in occasione delle celebrazioni per il Kurban Bayram (come viene chiamata la festa del sacrificio in Turchia). All’interno, gli affreschi che rappresentano la Madre di Dio e gli apostoli sono stati lasciati. Ma le richieste di farne un museo sono rimaste inascoltate.