Harry Potter e la confermazione. Ancora un post su Harry Potter, di Andrea Lonardo
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Vedi su Harry Potter e l'educazione anche Harry Potter e l’educazione alla vita buona. 6 post di Andrea Lonardo. Per approfondimenti, vedi la sotto-sezione Adolescenti e giovani nella sezione Catechesi, scuola e famiglia.
Il Centro culturale Gli scritti (5/11/2011)
«Ci sei quasi» disse James. «Sei molto vicino. Noi siamo... fieri di te»[1].
È un dialogo semplice quello fra Harry Potter e le figure dei suoi genitori che improvvisamente appaiono prima che egli venga “ucciso”.
Essi vengono a “confermarlo”. A “confermarlo” non in una banale approvazione buonista, bensì a sostenerlo perché è il momento che egli doni se stesso fino a morire.
Di questa conferma hanno bisogno i nostri ragazzi. Che valga la pena donarsi fino a morire. Che ci sia qualcosa per cui vale la pena vivere e morire. E che i grandi credano in questo, perché anche i loro figli intraprendano la stessa strada.
La madre Lily dice ad Harry: «Sei stato coraggioso», invitandolo implicitamente a proseguire, mentre giunge l'ora decisiva. Ed alla domanda di Harry «Resterete con me?» il padre risponde «Fino alla fine».
L'educazione, anche quella di impostazione cristiana, sembra tutta sbilanciata ad interrogare i ragazzi, chiedendo loro se vogliono confermare i valori ricevuti da ragazzi. Ad esempio, nel cammino della Cresima, l'atteggiamento abituale dei catechisti sembra essere quello di domandare se i giovani vogliono oggi dare il loro assenso ad una lontana promessa fatta dai genitori.
Tutt'altro potrebbe – e, crediamo, dovrebbe – essere un vero atteggiamento educativo. Gli adulti dovrebbero, loro per primi, ora che il gioco diviene difficile e non più scontato, rinnovare la loro promessa ed assicurare che ne vale la pena. Essi per primi dovrebbero trovare le parole ed i gesti per confermare i ragazzi che quella è la via della vita, anche se si tratta di morire.
Solo in seconda battuta sarebbe poi la volta dei ragazzi di dire il loro assenso. Il loro assenso non ad un'antica promessa fatta nel lontano Battesimo, bensì all'assicurazione appena confermatagli dai grandi che li amano.
Harry Potter dice infine alla madre «Stammi vicino». E la Rowling prosegue poi raccontando l'azione del ragazzo: «E si avviò».
Certo il testo della saga di Harry Potter non ha un intento sacramentale, ma suggerisce qualcosa ad una società ed ad una chiesa che vuole parlare di fortezza e di confermazione alle nuove generazioni.
Note al testo
[1] J.K. Rowling, Harry Potter e i doni della morte, Salani, Milano, 2008, pp. 642-643. Anche le citazioni successive fanno riferimento alle stesse pagine.