Il Tabularium ed il Tempio della Triade capitolina che Paolo vide (clicca per il testo)
Foto di Riccardo Aperti.
Il Tabularium ed il Campidoglio che Paolo vide una volta arrivato a Roma; egli preparò il suo viaggio scrivendo ai cristiani di Roma
«A quanti sono in Roma diletti da Dio e santi per vocazione, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo. Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché la fama della vostra fede si espande in tutto il mondo. Quel Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che io mi ricordo sempre di voi, chiedendo sempre nelle mie preghiere che per volontà di Dio mi si apra una strada per venire fino a voi. Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io. Non voglio pertanto che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire fino a voi - ma finora ne sono stato impedito - per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra gli altri Gentili. Poiché sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso i dotti come verso gli ignoranti: sono quindi pronto, per quanto sta in me, a predicare il vangelo anche a voi di Roma».
(dalla lettera di Paolo apostolo ai Romani 1,7-15)
Paolo scrisse la lettera ai Romani in prospettiva del suo viaggio nella capitale. Probabilmente ciò avvenne durante la permanenza di tre mesi a Corinto (At 20,3), nel corso del suo III viaggio missionario. Paolo non era ancora mai stato a Roma, ma conosceva almeno una trentina di cristiani della città (Rm 16,1-16), che doveva aver incontrato nei suoi viaggi (si pensi, ad esempio, ad Aquila e Priscilla).
La lettera ai Romani è una esposizione del vangelo di Cristo. Paolo non è pressato da contingenze concrete ed espone la sua comprensione del cuore diviso dell’uomo e dell’amore di Dio che solo salva tramite la fede.
L’apostolo decise di recarsi a Roma durante la sua permanenza ad Efeso (At 19,21) e riuscì a realizzare il suo progetto quando, arrestato a Gerusalemme con la falsa accusa di aver profanato il Tempio, si appellò a Cesare e scelse di essere giudicato a Roma, possedendo fin dalla nascita la cittadinanza romana. Secondo il racconto degli Atti, in quella circostanza fu il Cristo stesso, apparsogli mentre era imprigionato nella Fortezza Antonia costruita a sorveglianza del Tempio di Gerusalemme, a chiedergli di recarsi a Roma (At 23,11).
Questa foto appartiene ad una Gallery del sito <a href="http://www.gliscritti.it">www.gliscritti.it</a>.
La mostra è stata esposta presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore, a cura dell'Ufficio Catechistico della diocesi di Roma <a href="http://www.ucroma.it">www.ucroma.it</a>. Tutti i testi della mostra sono on-line al link <a href="http://www.gliscritti.it/approf/mbibbia/mbibbia2008.htm">Storia e teologia della Bibbia</a>.
Per ulteriori approfondimenti, vedi su questo stesso sito la sezione <a href="http://www.gliscritti.it/tematiche/argomento/s_scrittura.htm">Sacra Scrittura</a>.