Monte Carmelo
Il Carmelo appare abitato sin dalla preistoria; nelle grotte del Carmelo (Mèarot Carmel) sono stati trovati resti umani compresi tra il 150.000 e il 9.000 a.C., quando l’umanità passò dalla caccia all’agricoltura; vi sono, inoltre, le prime tracce di riti funerari.
Il monte Carmelo fu considerato luogo sacro fin dalla più lontana antichità.
XV sec - Tutmosis III, nelle sue campagne militari in Palestina, menziona fra le sue conquiste anche il monte Carmelo sotto il nome di «Monte Santo». La sua particolare configurazione e posizione geografica si prestava a farlo considerare come un luogo destinato per sua natura al culto.
Gs 12,22; Gs 17,1 - Il Carmelo, secondo il racconto biblico, fu conquistato da Giosuè e assegnato alla tribù di Issacar.
1Re 17 - Il luogo entra nella storia biblica con il profeta Elia al tempo del re d’Israele, Acab. Costui aveva sposato Gezabele, di origine fenicia, che aveva importato nel regno d’Israele il culto idolatrico di Baal. Contro questa apostasia insorse il profeta: egli scelse proprio il Carmelo come baluardo del monoteismo contro l’idolatria che proveniva dal nord. Il monte divenne sacro alla memoria del profeta più popolare dell’A.T
1Re 18,19 - Elia vi eresse il suo altare e lanciò la sua sfida ai profeti di Baal: il dio che avrebbe mandato il fuoco dal cielo a bruciare la vittima sul proprio altare, quello mostrava di essere il Dio vero. Dopo il miracolo del fuoco sceso sull’altare di Elia, i profeti di Baal vennero tutti trucidati e i loro corpi gettati nel torrente Kishon. Il riconoscimento del vero Dio fece cessare il castigo della siccità. Dopo questo episodio, il monte Carmelo non compare più nella storia biblica se non in brevi accenni. Amos, ad es., minacciando agli idolatri il castigo di Dio annunciava che essi non sarebbero sfuggiti alla sua giustizia, anche «se si nascondono in vetta al Carmelo» (Am 9,3).
Is 35,2: Ct 7,5 - La ricchezza di vegetazione in confronto al resto della Palestina, faceva considerare il monte come un’immagine di bellezza e di prosperità. Isaia profetizzava che all’epoca messianica il deserto avrà «lo splendore del Carmelo», e il Cantico dei Cantici lo ricordava come un’immagine di una bellezza superlativa. Vedi anche: Ger 4,23; Na 1,4
66 - Vespasiano, sbarcato a Tolemaide (Akko), prima di iniziare la sua campagna militare, compì sacrifici sul monte Carmelo al dio del luogo, che Tacito e Svetonio descrivono come un Dio senza volto. Diverse tradizioni ricordano come la devozione al profeta Elia continuasse attorno alla sua grotta. Numerosi eremiti continuarono a ritirarsi nelle grotte di questo monte in ideale continuità con Elia, Eliseo e i loro discepoli. In particolare ci furono insediamenti monastici di epoca bizantina presso la Grotta di Elia (nella chiesa dell’attuale convento), testimoniati dalle iscrizioni trovate negli scavi della grotta, che provano come la tradizione religiosa relativa alla grotta stessa risale all’epoca talmudica e quindi già venerata dagli ebrei, presso la «Scuola dei Profeti» e presso la «Sorgente di Elia», a sud (circa 4 km) del convento attuale
XII sec - Quando i crociati fortificarono il luogo misero al sicuro anche numerosi monaci cristiani che, sul Carmelo, si erano da tempo dedicati alla vita eremitica sull’esempio di Elia e con una particolare devozione alla Madonna. Tali monaci, chiamati originariamente «fratelli di S.Maria del Carmelo», distinti in «eremiti latini, chiamati fratelli del Carmelo» se abitavano allo wadi ‘Ain es-Siah e alla Sorgente di Elia; chiamati, invece, «eremiti del Carmelo» se dimoravano alla Scuola dei Profeti, venuti in Europa, presero definitivamente e per tutti il nome di Carmelitani (quelli che sono venuti dal Carmelo) e con tale nome ebbero l’approvazione di Onorio III nel 1226 e la conferma, pur con modifiche, di Innocenzo IV nel 1245 come Ordine Mendicante, titolo riservato ai «predicatori». Eletto patriarca di Gerusalemme dai Canonici Regolari del S.Sepolcro, S. Alberto (Avogadro di Castro Gualtieri di Parma) lascia Mortara ov’era priore e Vercelli di cui era vescovo e va Legato pontificio in Terra Santa ad Acri (Gerusalemme è occupata dagli arabi).
1206 - È lui che sostituisce la Institutio primorum monachorum (regolamento degli eremiti del Carmelo, attribuito al patriarca di Gerusalemme, Giovanni 44°) con quella Regola che i carmelitani chiameranno primitiva e che incomincia:«Alberto, per grazia di Dio chiamato patriarca della Chiesa di Gerusalemme, ai diletti figli in Cristo Broccardo e altri eremiti che sotto la sua obbedienza dimorano sul monte Carmelo, presso la fonte (di Elia), salute nel Signore e benedizione dello Spirito Santo».
1244/1251 - Rientrato in Europa, dietro la sconfitta dei crociati a Gaza, il priore generale, S. Simone Stock ebbe, in Inghilterra la visione della Madonna che gli consegnava lo scapolare del Carmelo come abito dell’Ordine.
1291 - Sconfitti definitivamente i crociati, i musulmani trucidarono tutti i monaci rimasti.
1631 - Solo alcuni secoli dopo, i Carmelitani tornarono sul luogo dove era nato il loro ordine e vi costruirono un piccolo convento sul pendio del monte, sotto l’attuale faro.
1768 - Circa un secolo e mezzo dopo, essi lasciarono il convento sotto il faro e si trasferirono presso la venerata grotta. Qui costruirono una chiesa e un convento che da allora andò man mano ampliandosi.
1799 - La campagna di Napoleone contro Akko si concluse con un insuccesso. Ritirandosi egli lasciò i feriti alle cure dei frati: furono tutti assieme massacrati dai turchi e il convento distrutto. I resti furono sepolti davanti alla basilica e il luogo è ancora segnato da una piccola piramide sormontata da una croce in ferro.