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Qumran: una delle cisterne d'acqua

LA SETTA DI QUMRAN E IL NUOVO TESTAMENTO

I documenti scoperti a Qumran ci permettono di osservare da vicino un movimento religioso contemporaneo a Gesù, che raggiunse un alto livello di spiritualità.
I documenti ritrovati presentano delle affinità con la dottrina cristiana. Le esortazioni ad un rinnovamento di vita che troviamo nei rotoli del Mar Morto riguardanti la vita comunitaria a Qumran, come anche in quelli che in modo più universale vogliono interpretare l’ansia del tempo di Dio che i profeti del dopo esilio (Abacuc, Naum ... ) avevano preannunciato, mostrano sorprendenti affinità con l’esortazione alla conversione predicata dal Battista, da Gesù e dalla Chiesa Apostolica. Espressioni come «raddrizzare la via», la «scure è alla radice», «battesimo di fuoco» e soprattutto «il tempo è vicino» e le categorie religiose espresse con «figli della luce» e «figli delle tenebre» oppure i «poveri, umili, pii» contro «ricchi, superbi e perversi» sono tutti richiami ad una connotazione di affinità almeno spirituale e non soltanto di linguaggio. Tanto più che il movimento di Qumran, per quanto ci è dato di leggere nei testi, ha saputo esprimere il grado più alto di interiore religiosità a cui il giudaismo del tempo era arrivato nella linea dei profeti e dell’apocalittica.
È comprensibile come la prima comunità cristiana, soprattutto quella giudeo-cristiana, possa avervi attinto espressioni e modelli. Non è improbabile che alcuni fra i discepoli stessi di Gesù ed alcuni dei primi fede possano essere stati educati in quell’ambiente. Giuseppe Flavio afferma infatti che le migliori famiglie affidavano a loro l’educazione dei propri figli. Giovanni Battista, di cui il vangelo dice che «visse nel deserto fino alla sua manifestazione in Israele» (Lc 1,80), è certamente cresciuto conoscendo Qumran. Gesù stesso quando, dopo il battesimo, si ritira nel deserto, non può aver ignorato questi monaci.
La diversità è tuttavia essenziale e fondamentale. La morale della comunità di Qumran nacque da preoccupazioni legalistiche (compresa la motivazione del celibato); essa era tutta fondata sull’autorità delle Legge; la morale cristiana al contrario si rifà alla persona stessa di Gesù che per i cristiani diventa lui stesso norma di vita spirituale. La loro carità verso il prossimo era rivolta ai soli componenti della comunità, ben lontana dall’amore verso i nemici predicato da Gesù; in nessun scritto di Qumran esiste un solo accenno di benevolenza verso coloro che anche solo non fanno parte della loro cerchia. Soprattutto il respiro di universalismo che è lo sfondo di tutta la morale evangelica era totalmente assente nella morale di Qumran che viveva ancora sostanzialmente nel clima di una setta.

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