L'oasi di Gerico
Gerico: forse da yareah, luna; o forse da reah, odore pregnante; in Arabo, Ariha, profumo o giardino.
Attualmente è una moderna città ai bordi di una vasta e lussureggiante oasi. Nella sua estensione odierna e nei suoi caratteri differisce profondamente sia dalla Gerico, città più antica del mondo, sia dalla Gerico dei Vangeli. Seduta tra wadi e sorgenti, profumata di balsamo, Gerico, di biblico possiede ancora una vasta copertura di piante e datteri per cui, come la città dei tempi biblici, anche l'attuale può essere detta «città delle palme».
La città moderna non presenta particolari attrattive. Essa occupa l’area nella quale i crociati avevano ricostruito Gerico, ricostruzione ricordata solo dalle antiche guide. Delle costruzioni crociate non rimane più nulla, salvo, pare, un muro merlato ed i resti di un bastione che sembra facessero parte del castello.
La città va riacquistando quella floridezza che la rese famosa. Già dal tempo dell’amministrazione giordana si è dato molto impulso ai lavori di irrigazione, a nuove costruzioni, viali alberati e giardini per la coltivazione di aranci e banani che fanno di Gerico un giardino in mezzo al deserto. In mezzo alla città le guide mostrano un grosso sicomoro che fa ricordare l’episodio di Zaccheo che incontra Gesù. Dal 1924 vi è una chiesa latina dei francescani eretta a parrocchia dal 1951.