Moschea El-Aqsa
MOSCHEA EL-AQSA (arabo: «L’altra»)
Dice il Corano: «Lode a Colui che di notte trasportò il suo servo (Muhammad) dal recinto (masgid da cui: moschea) sacro (ossia la Mecca) all'Altro (al-'Aqsa) Recinto». Così dal Corano, Sura XVII, 1, stando all'interpretazione ufficiale del Consiglio Supremo dei beni musulmani di Gerusalemme.
Su questo luogo (che è tutto il recinto sacro musulmano o area del Tempio) dove al tempo di Gesù sorgeva il Tempio di Erode, in epoca musulmana furono edificate due cosiddette Moschee (in realtà, per l'etimologia e la storia, moschea è tutto il recinto) dal califfo 'Abd el-Malik (circa 700 d.C.; 68 dell’Egira), cioè la Cupola della Roccia e la Moschea El-Aqsa.
Al tempo dei crociati l'area, dove ora sorgono le attuali costruzioni, era ritenuta essere stata occupata anticamente dal palazzo di Salomone. Presso la moschea dimoravano i re di Gerusalemme, i quali cedettero poi tutto ai Templari quando fu pronto il nuovo palazzo reale presso il Santo Sepolcro. Allora la moschea divenne sede dei cavalieri Templari che la chiamarono Palazzo di Salomone. Dopo la vittoria di Saladino, la moschea riprese la sua precedente funzione e venne arricchita di marmi, mosaici e decorazioni che si possono ammirare tuttora. Durante la lunga dominazione turca, specie sotto Solimano il Magnifico, nel sec. XVI, furono compiute grandi opere di restauro per dare all'edificio l'aspetto che aveva ai tempi degli Abbàsidi e dei Fatimidi. La moschea subì molti altri rifacimenti, gli ultimi risalgono al 1938. Furono allora sostituite le vecchie colonne con altre nuove in marmo bianco di Carrara (donate da Mussolini). In quest'epoca furono purtroppo sfondate molte finestre crociate con l'intento, si diceva, di dare maggior luce all'interno; in realtà scomparvero le ultime tracce crociate.
L'attuale facciata fu costruita nel 1227 imitando il gotico francese.
La moschea è preceduta da un grande vestibolo con sette arcate che danno accesso alle porte di epoca fatimida; esse immettono nelle sette navate dell'interno. La prima impressione che il visitatore riceve è quella di grandiosità, di luce e di spazio; vi possono sostare in preghiera più di 5000 fedeli. La navata centrale, formata da due file di massicce colonne con capitelli corinzi, è decorata con mosaici e il soffitto a cassettoni dorato è un gioiello di arte araba. Le navate sono separate da colonne di marmo e pilastri di pietra, le arcate sono in rame placcato d'oro. L'interno della cupola è ornato di mosaici e decorazioni con iscrizioni tratte dal Corano, la maggior parte eseguite per ordine di Saladino dopo il 1187. Pure per suo ordine furono costruiti il grande mihrab e il pulpito in legno di cedro finemente cesellato e incastonato d'avorio e madreperla, distrutto da un incendio nel 1969.
Nell'angolo sud-ovest della moschea, vi è una seconda moschea aperta sull'abside. La Moschea delle Donne, detta anche Moschea di Omar, lunga m 30 e larga 8. Essa non presenta alcunché di caratteristico, salvo un'iscrizione coranica che commemora il viaggio del Profeta a Gerusalemme. Dall'angolo settentrionale si entra in una piccola sala detta Cappella o Mihrab di Zaccaria, dove una singolare finestra a rosone è tra le poche testimonianze della presenza dei crociati in questo luogo.
È luogo "più sacro" per l'Islam; più della Moschea di Omar. Qui pregò Sadat nel 1977 ed è sempre qui che, precedentemente, fu assassinato il nonno di Hussein. Fu incendiata da un ebreo australiano fanatico nel 1969 che voleva accelerare la venuta del Messia: ci furono numerosi morti e feriti nei successivi disordini. Ancora oggi è luogo di continue manifestazioni (quasi tutte le settimane, dopo la preghiera del Venerdì).