Il Calvario e la tomba, nel plastico dell'Holy Land Hotel
Gli evangelisti ci danno le seguenti indicazioni sul Calvario: era un luogo appena fuori dalla città, vicino ad una porta e ad una strada abbastanza frequentata, non lontano da un giardino dove c'era una tomba nuova.
Il vangelo dice anche che il luogo si chiamava Cranio (in latino: Calvaria; in aramaico: Golgota). Sul motivo del nome si sono avanzate diverse ipotesi: dai «crani» dei suppliziati, trattandosi di luogo di pubbliche esecuzioni, o, più semplicemente, dalla particolare configurazione del suolo che poteva vagamente richiamare una testa umana.
Ai nostri giorni di quei luoghi ben poco è ancora visibile. La prima impressione che ricava il visitatore che giunge al S.Sepolcro, è un senso di stupore e di delusione. A chi si aspetta la chiara visione dei luoghi della Passione, si presenta una costruzione incastrata all'esterno fra altri edifici vicini e all'interno carica di altari, cappelle, colonne dove non è facile rintracciare la «collina» del Golgota e il sepolcro vuoto di Giuseppe d'Arimatea, nel «giardino vicino».
I luoghi del Calvario e del sepolcro di Gesù sono sempre stati venerati, fin dai primissimi tempi, dalla comunità cristiana residente in Gerusalemme. Gli ebrei del resto, hanno sempre avuto la grande preoccupazione di conservare il ricordo delle tombe dei personaggi più importanti.
Negli anni 41-44 d.C., la costruzione del «Terzo muro» inglobò nella città anche il luogo del Calvario. Dopo la repressione della rivolta giudaica nel 135, Gerusalemme subì un cambiamento radicale: giudei, samaritani, giudeo-cristiani furono espulsi con la proibizione di ritornarvi. L'imperatore Adriano, nell'intento di cancellare ogni ricordo di una religione, quella giudaica, che aveva già provocato due violente rivolte, con un preciso calcolo politico, si adoperò per far sparire ogni luogo di culto; ma le esperienze religiose legate a tali luoghi erano troppo profonde e radicate perché potessero facilmente scomparire.
L'evento della morte di Cristo fu oggetto di attente riflessioni fin dai primissimi tempi; sorsero ben presto anche degli scritti (es. La Caverna dei Tesori, Il Combattimento di Adamo, Il Vangelo di Bartolomeo; ecc.) che cercavano di spiegare come tale morte avesse realizzato la redenzione del genere umano. Il Golgota fu evidentemente posto al centro di questi racconti; lì fu localizzata anche la vita di Adamo penitente dopo la cacciata dal Paradiso Terrestre e la sua morte. Una grotta che esiste sul fianco est del Calvario, riscoperta da poco, fu ritenuta essere il luogo della sua sepoltura e fu indicato come il luogo della discesa agli Inferi di Gesù dopo la crocifissione. Queste idee di origine giudeo - cristiana, circolarono per anni attorno al Calvario. Adriano, sopra tale grotta, edificò un'edicola a sei colonne con il simulacro di Venere-Ishtar (nel mito essa sarebbe scesa agli inferi a cercare Tammuz per liberarlo) per sostituire l'idea della discesa agli inferi di Gesù, proprio in questo luogo. La grotta continuò ad essere visitata ancora nel sec. V come ne fa fede Rufino, morto verso il 410.
Sopra il sepolcro di Gesù, invece, fu costruito un terrapieno sul quale fu eretto il foro di Aelia Capitolina con tempietti votivi a divinità pagane.
In Gerusalemme era rimasta una comunità cristiana proveniente dal paganesimo, della quale conosciamo il nome del primo vescovo, Marco. Essa, pur conservando la venerazione di molti luoghi santi, non pensò mai di fissare altrove una tomba di Gesù, appunto perché faceva memoria di quella coperta dagli edifici pagani. Tale ricordo si conservò fino al tempo di Costantino.