San Pietro in Gallicantu
San Pietro in Gallicantu
Il nome della chiesa si rifà all'episodio evangelico delle negazioni di Pietro: Mc 14,53-54.66-72.
Si suppone che la chiesa sorga nei pressi del luogo dov'era la casa di Caifa, dove Gesù fu condotto subito dopo il suo arresto. Essa è tenuta dai PP. Assunzionisti i quali hanno compiuto anche lavori di ricerca portando alla luce le parti del quartiere erodiano e romano racchiuse nella loro proprietà.
Nella cripta della chiesa si può visitare un complesso di grotte che facevano parte di abitazioni del tempo di Cristo. Una di queste grotte ha la netta caratteristica di una prigione. Gli scopritori hanno voluto vedervi il luogo dove fu rinchiuso Gesù nella notte del suo arresto, dopo il sommario processo da Anna (Anania) e da Caifa, in attesa, il mattino successivo, di essere condotto da Pilato.
Al tempo di Gesù, l'attuale Sion era il quartiere residenziale della città e il luogo dove sorge la chiesa, era appunto collegato con tale quartiere. Non è improbabile che qui vi fossero le dipendenze dei palazzi vicini. Questa supposizione dà attendibilità alla tradizione che localizza qui il pianto di Pietro presso una casa di Caifa, il cui palazzo sorgeva nella zona residenziale.
All'epoca bizantina sul luogo vi era una chiesa dedicata alle lacrime di pentimento versate da Pietro dopo il suo tradimento. Furono rinvenuti resti di mosaici appartenenti alla chiesa e all'annesso monastero. Nel sec. XII vi sorgeva una chiesa denominata S.Pietro in Gallicantu.
Nei dintorni della chiesa furono rinvenute ceramiche, grotte, macine e soprattutto una lunga scalinata di epoca romana che dal quartiere alto della città scendeva alla città bassa, verso la Valle del Cedron.
La scalinata esisteva già all'epoca di Cristo; è bello pensare che su di essa sia passato Gesù la sera del giovedì santo, dopo l'ultima cena, quando scese con i suoi apostoli verso l'orto del Getsemani.
Mc 14,53-54.66-72
Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò: «Non so e non capisco quello che vuoi dire». Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è di quelli». Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: «Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo che voi dite». Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte». E scoppiò in pianto.