La Visita alle Sette Chiese: il percorso originario proposto da San Filippo Neri
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Riprendiamo dal sito della Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella) un testo che presenta l’itinerario originale proposto da San Filippo Neri ai pellegrini. Per altri testi su San Filippo Neri e per una spiegazione delle basiliche romane del suo pellegrinaggio, vedi su questo stesso sito la sezione Roma e le sue basiliche.
Il Centro culturale Gli scritti (20/4/2011)
Avevano cominciato a ritrovarsi lì, sul sagrato della Chiesa di San Girolamo della Carità, a pochi passi da piazza Farnese (in seguito presso Santa Maria in Vallicella, la "Chiesa Nuova"). E non sarà passato inosservato alla curiosità dei romani quell'insolito ritrovo quotidiano, proprio nell'ora della passeggiata pomeridiana. Erano gli amici di Padre Filippo Neri, il fiorentino.
Tutto era cominciato in quel maggio 1551, quando Filippo, novello sacerdote, aveva preso dimora presso San Girolamo. S'intrattenevano con lui nella chiesa, poi uscivano per una passeggiata. Spesso, imboccato il ponte Sant'Angelo, dopo una sosta all'Arcispedale di Santo Spirito in Sassia, puntavano dritti a San Pietro, per una visita alla tomba dell'Apostolo, oppure se ne andavano verso l'Esquilino, a Santa Maria Maggiore.
La domenica o nei giorni di bel tempo e di festa, Filippo attendeva i suoi figlioli sul sagrato per una scampagnata. Allora il cammino si faceva più lungo. Le mete erano le Tre Fontane, la basilica di San Paolo; si andava poi sull'Appia, alla catacombe di San Sebastiano e dopo aver consumato un pasto all'ombra di qualche vigna, si faceva ritorno passando per San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme. Filippo e i suoi (quei primi che diventeranno il nucleo della Congregazione dell'Oratorio) le chiamavano familiarmente "visite". Proprio come andare a far visita alla casa di un amico, con l'unica differenza che le "case" visitate erano i luoghi cari alla memoria cristiana di Roma. E' nato così, con questa spontaneità, il pellegrinaggio più famoso di Roma: la visita alle Sette Chiese.
Il pellegrinaggio alle sette basiliche [...] ebbe un tale successo che da poche decine di partecipanti (all'inizio erano addirittura cinque o sei) arrivò in pochi anni, con il crescere della popolarità di Filippo, a coinvolgere centinaia di persone, fino a raggiungere, sotto il pontificato di Pio IV (1560-1565), seimila partecipanti. Senza volerlo, senza quasi accorgersene, Filippo aveva coinvolto tutta Roma.
La visita ai più importanti luoghi di culto dell'Urbe non è tuttavia invenzione di san Filippo Neri. Filippo non fa che riprendere l'antichissima tradizione medioevale dei pellegrini romei alla tombe di Pietro e Paolo. Tradizione che nel corso dei secoli, soprattutto con il primo grande Giubileo istituito nell'anno 1300 da Bonifacio VIIII (1294-1303) aveva indicato le tappe che il devoto viaggiatore doveva compiere una volta giunto nella Città santa degli apostoli e dei martiri.
Anche Filippo, appena diciannovenne, era arrivato a Roma nel 1534 come pellegrino. E come pellegrino, nei primi anni della sua permanenza romana, si recherà frequentemente ai luoghi santi. "Era solito" - racconta Antonio Gallonio, amico del Santo e autore della sua prima biografia - "andarsene solitario alle Sette Chiese, o ad alcuna d'esse, massime a quelle fuori della città" e quelle visite "non furono per lui senza grandissima consolazione e senza profitto di virtù e di doni".
Bisogna tuttavia arrivare al 1552 perché il pellegrinaggio diventi una pratica stabile e organizzata. Con il crescere del numero dei partecipanti, Filippo decise infatti di dedicare al pellegrinaggio un giorno fisso dell'anno: il giovedì grasso. Così, il primo pellegrinaggio ufficiale alle Sette Chiese ebbe inizio il 25 febbraio 1552.
Il percorso, lungo sedici miglia, fu diviso in due giornate, con la partenza, la sera del mercoledì, dalla chiesa di San Girolamo della Carità. Attraversato ponte San'Angelo si faceva visita ai malati dell'ospedale di Santo Spirito. Quindi il corteo si raccoglieva presso la basilica di San Pietro, prima tappa della visita.
La mattina seguente, di buon'ora, l'appuntamento era nella basilica di San Paolo, da dove si percorreva la via che prese poi il nome delle Sette Chiese e si giungeva a San Sebastiano per partecipare alla Messa. Nei periodi di maggiore affluenza la celebrazione eucaristica ebbe luogo a Santo Stefano Rotondo sul Celio.
Seguiva l'omelia di Filippo, o di altri religiosi, quindi la refezione. Nei primi anni si fermavano alla vigna Savelli, nei pressi della Caffarella. Col tempo divenne abituale la fermata al giardino Mattei, in quella che oggi si chiama Villa Celimontana. Poi si dirigevano verso la Scala Santa e San Giovanni in Laterano e proseguivano per Santa Croce in Gerusalemme. Attraverso Porta Maggiore il corteo usciva di nuovo dalla cinta muraria arrivando all'Agro Verano, dov'è la basilica di San Lorenzo.
Rientrando infine in città il corteo volgeva all'ultima tappa dell'itinerario: Santa Maria Maggiore. Qui, dopo un ultimo raccoglimento, i partecipanti si congedavano intonando la Salve Regina.