Antoni Gaudí: non solo la Sagrada Familia, ma anche i simboli cristiani di Casa Battló, Casa Milà detta la Pedrera e Parc Güell, di Andrea Lonardo
- Tag usati: antoni_gaudi, scritti_andrea_lonardo
- Segnala questo articolo:
Restiamo a disposizione per l'immediata rimozione delle foto presenti in questo testo che abbiamo tratte dal web se la loro presenza non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto.
Il Centro culturale Gli scritti (6/11/2010)
«La vita è amore, e l’amore è sacrificio. A qualsiasi livello si osserva che, quando una casa conduce una vita prospera, c’è qualcuno che si sacrifica; a volte questo qualcuno è un domestico, un servitore. Quando le persone che si sacrificano sono due, la vita del nucleo diventa brillante, esemplare. Un matrimonio, in cui i due coniugi hanno spirito di sacrificio, è caratterizzato dalla pace e dall’allegria, che ci siano figli o no, ricchezza o no. Se coloro che si sacrificano sono più di due, la casa brilla di mille luci che abbagliano chiunque ai avvicini. Il motivo della crescita spirituale e materiale degli ordini religiosi è che tutti i membri si sacrificano per il bene comune» (da A. Gaudí, Idee per l’architettura. Scritti e pensieri raccolti dagli allievi, a cura di I. Puig-Boada, Jaca Book, Milano, 1995, p.277).
È una delle riflessioni del grande architetto Antoni Gaudí, messe per iscritto dai suoi allievi, che rimandano alla profonda fede cristiana che lo ispirò - come è noto è in corso il processo di beatificazione.
Ma non fu solo la sua vita personale ad essere profondamente informata dalla fede; anche l’iconografia dei suoi edifici, innanzitutto civili, è continua espressione del suo cristianesimo.
Solo qualche indicazione sulle tre realizzazioni civili più famose di Gaudí in Barcellona.
Casa Battló
Le abbreviazioni dei nomi di Gesù, Giuseppe e Maria sono chiaramente visibili nella torretta di Casa Battló (1904-1906). In alto JHS (Jesu hominum Salvator, Gesù, Salvatore degli uomini), poi M (Maria) ed infine JP (Joseph, Giuseppe). Si tratta di un vero e proprio campaniletto (ovviamente senza campana) con una croce nello stile di Gaudí alla sommità.
Il piano nobile, famoso per il balcone e le sue finestre che prospettano sulla strada, comprendeva al suo interno una cappella di cui esiste una foto del 1927 (la Sacra Famiglia è di L. Llimona, i candelabri di J. M. Jujol, il crocifisso di C. Mani, il tabernacolo di J. Rubió i Bellver, il tutto coordinato dal progetto dello stesso Gaudí), che venne successivamente eliminata.
Lo straordinario crocifisso della cappella privata della famiglia Battló, opera di Carles Mani i Roig, è ora conservato nella Casa-Museo Gaudí, nel Park Güell. Rappresenta Cristo crocifisso che guarda in alto vero il Padre, con una fortissima torsione del capo - una straordinaria interpretazione iconografica dei sentimenti di Gesù nella passione.
Casa Milà, detta la Pedrera
Casa Milà, detta la Pedrera (progetto 1906; costruzione 1906-1912) conserva ancora l’iscrizione dell’Ave Maria in latino (Ave Maria Gratia Plena) nel primo coronamento in lato della facciata.
Non venne mai realizzata la statua della Vergine che Gaudí voleva a completamento dell'edificio, per l'opposizione del proprietario Pedro Milà. Del disegno originario rimane al centro del coronamento della facciata solo la M di Maria, con un bocciolo di rosa stilizzato sottostante.
Gaudí voleva che l'edificio, che pure era un palazzo privato, avesse un'iconografia totalmente ispirata ai simboli della Vergine del Rosario. La stessa conformazione del palazzo richiama le rocce della montagna presso la quale sorge il monastero di Montserrat, il santuario mariano della Catalogna.
Anche i famosi camini sono sormontati da campaniletti agli angoli con croci dello stile tipico di Gaudí: viene così rappresentata l'eterna lotta fra il bene e il male, nella quale la croce benefica di Cristo sovrasta ogni altra potenza.
Anche nel piano nobile, abitualmente non visitabile, compaiono frequenti riferimenti alla Madonna, come l'iscrizione Ave Maria al di sopra di una delle porte interne.
Parc Güell
Le panche-parapetto del famosissimo Parc Güell (1900-1914), meta di tutti i visitatori di Barcellona, sono decorate con maioliche che recano scritte inneggianti alla Vergine, opera dell’amico e collaboratore dell'architetto catalano Josep Maria Jujol.
Ma, soprattutto, Gaudí volle che alla sommità della collina venisse eretto un Calvario da lui disegnato per ricordare la crocifissione di Gesù sul Golgota.
L'insistenza sul simbolo della croce è evidente anche nei due padiglioni (quello meridionale e quello settentrionale) di ingresso al Parc.
Cenni su altri edifici civili
Gaudí volle che simboli cristiani ornassero anche gli altri suoi edifici. Si pensi solo a Palacio Güell (1886-1889), nel quale è possibile visitare la cappella per la preghiera familiare al piano nobile, con tele di Aleix Clapés - S. Elisabetta d'Ungheria che porge la sua corona ad un povero e Famiglia contadina in preghiera, oltre alla serie dei santi nelle due porte - e scultura della Vergine di Rosend Nobas) oltre alla croce che sovrasta l'edificio, eretta sulla guglia. Si pensi ancora alla cancellata dedicata all’Immacolata Concezione realizzata per la Torre di Bellesguard (1900-1902).
Gli edifici religiosi e gli studi liturgici di Gaudí
Gli edifici destinati al culto non sono così un unicum nella produzione del grande architetto catalano, bensì si collocano all'interno di una ricerca sul simbolismo cristiano che lo accompagnò durante tutta la sua vita.
Oltre alla Sagrada Familia non bisogna dimenticare in Barcellona il Collegio delle Teresiane (nel quartiere di Ganduxer; 1889-1894), più difficile da visitare perché - grazie a Dio - abitato tuttora dall'ordine religioso. L'architettura dell'edificio è piena di simboli che rimandano alla spiritualità di Santa Teresa di Gesù.
Anche la cripta della chiesa della Colonia Güell a Barcellona (1898-1914) è opera dell'architetto catalano. In essa, oltre ai bellissimi simboli cristiani in maiolica, sono di Gaudí persino le acquasantiere e le panche per i fedeli.
Gaudí affinò poi la sua competenza come architetto di edifici ecclesiastici a partire dal 1902 quando si recò a Maiorca, su invito del vescovo di allora mons. Joan Campins i Barceló, per realizzare il restauro e l'adattamento liturgico del presbiterio (1900-1914) della cattedrale gotica dell'isola.
Nella progettazione del lavoro Gaudí non si limitò ai testi di teologia liturgica che in quel tempo cominciavano ad apparire, ma soprattutto, da assiduo partecipante alla liturgia quale era, si preoccupò di seguire passo passo tutti i movimenti liturgici che si svolgevano nella cattedrale, per studiare la migliore sistemazione architettonica, come lui stesso ci testimonia, attraverso il ricordo dei suoi discepoli:
«Quando il dottor Campins mi affidò il restauro della cattedrale di Maiorca, non andai a cercare le norme relative al mio lavoro nei trattati di liturgia, che a quel tempo cominciavano già ad essere pubblicati. Seguendo il metodo sperimentale, invece, trascorsi un anno osservando e annotando tutte le carenze che l’errata disposizione dell’arredo liturgico causava nel cerimoniale delle funzioni vescovili, privandole di significato e splendore» (da A. Gaudí, Idee per l’architettura. Scritti e pensieri raccolti dagli allievi, a cura di I. Puig-Boada, Jaca Book, Milano, 1995, pp. 274-275).
Per la Sagrada Familia, come è noto, Gaudí realizzò anche le scuole per i figli degli operai della chiesa, perché essi potessero studiare più facilmente. L'edificio venne distrutto dai “rossi” nel 1936, insieme a parte della decorazione della stessa chiesa già realizzata, all'interno delle logica della devastazioni degli edifici cristiani che veniva allora perseguita, e vennero ricostruite successivamente ad immagine delle originali, data la loro bellezza.