"Figli preadolescenti e social. Cari genitori regolatevi così". I consigli di Alberto Pellai

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 20 /12 /2021 - 22:46 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo sul nostro sito un articolo di Alberto Pellai pubblicato su Famiglia cristiana il 18/12/2021. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Educazione e media.

Il Centro culturale Gli scritti (20/12/2021)

«Voglio farmi il profilo su Instagram». Quanti di voi si sono sentiti fare questa richiesta da un figlio preadolescente o adolescente? Probabilmente quasi tutti. Forse molti figli nemmeno lo hanno chiesto, perché in molti, dentro ai social, ci vanno in totale autonomia, senza percepire alcuna necessità di un accompagnamento e di una supervisione educativa da parte degli adulti di riferimento. Eppure quel sostegno, quello sguardo vigile che limita, consiglia e fornisce indicazioni è più che mai necessario.

Sta generando un ampio dibattito internazionale la notizia di una ricerca realizzata a uso interno di Instagram e mai resa pubblica, fino al 14 settembre, quando il Wall Street Journal ha pubblicato i dati di uno studio finalizzato a comprendere quale impatto ha sui minorenni l’uso di questo social network. I dati sono molto problematici e, anche se nessuno al di fuori dell’azienda avrebbe dovuto conoscerli, è bene invece esserne consapevoli. Il 32% delle ragazze iscritte a Instagram afferma che questo social contribuisce ad aumentare l’ansia che provano intorno alla propria immagine corporea: ovvero, le fa percepire brutte, diverse da come vorrebbero essere. La costante attività di confronto con corpi perfetti, volti limati e abbelliti dall’uso di filtri genera una sensazione di inadeguatezza che va ad amplificare quella che già fisiologicamente molti soggetti in età evolutiva provano di fronte alle profonde trasformazioni che vivono a livello corporeo.

Inoltre, la tendenza di tutti a condividere solo immagini perfette di “istanti” in cui tutto appare bello e magnifico, tutti sorridono e sono eleganti, rende sempre più difficile percepirsi come adeguati e soddisfatti del proprio status. Così si comincia a desiderare un corpo diverso e una vita diversa; tutto ciò che hai e che sei sembra grigio e senza senso. Ne deriva un’insoddisfazione che è a sua volta fattore di rischio per ulteriore ansia, tristezza e depressione.

Come psicoterapeuta, penso inoltre che il bisogno costante che i nostri figli – in particolare le nostre figlie – hanno di postare su Instagram immagini in cui vogliono apparire perfetti agli sguardi degli altri li affatichi oltremodo, intrappolandoli in un’eccessiva preoccupazione sul loro “fuori” e su aspetti estetici, facendo così perdere motivazione e interesse verso la conquista di competenze per la vita molto più invisibili e interiori, che sono decisamente più importanti e funzionali per realizzare e autodeterminare il proprio progetto esistenziale. Inoltre, fare sempre in modo che la propria immagine soddisfi lo sguardo degli altri allontana sempre più dalla capacità di mettere a fuoco, dentro di sé, uno sguardo sano e indulgente, capace di tenere insieme punti di forza e fragilità, valorizzando la propria unicità, che non può essere inclusa e omologata all’idea di perfezione imposta da fuori. Il rischio, altrimenti, è quello di diventare ciò che gli altri si aspettano che tu sia. L’esatto contrario di ciò che dovrebbe accadere in età evolutiva: ovvero, diventare ciò che realmente si vuole essere.

È molto faticoso essere genitori oggi, con figli che sono veri e propri natanti digitali. Ma è necessario avere le idee chiare. Ho provato a raccontare tutto questo in Vietato ai minori di 14 anni, il nuovo libro che ho scritto con Barbara Tamborini, basato sulla nostra esperienza professionale, ma anche sulla nostra vita di genitori di quattro figli. Qui sotto vi propongo alcuni buoni consigli per un’educazione digitale famigliare rispettosa dei bisogni di crescita dei nostri ragazzi.

SEI REGOLE D'ORO PER GENITORI DI ADOLESCENTI

1. Invitate i vostri figli a rispettare i limiti di età imposti dai social network: Instagram non permette l’iscrizione a chi non ha ancora compiuto i 13 anni. Questo è un buon punto di partenza: se non hai l’età minima consentita, non puoi entrarci. Non te lo chiedono i genitori: te lo chiede Instagram.

2. Siate tra i follower del profilo di vostro figlio/a fino al compimento del 16° anno di età: sapere che gli adulti di riferimento vedono quello che fai nei social favorisce nei figli la capacità di autogestire e autoregolare meglio i propri comportamenti online.

3. Se siete genitori di figli in età prescolare e scolare, riducete al massimo la pubblicazione delle loro fotografie nei vostri social. Vedere gli adulti che hanno sempre messo limiti e si sono dati regole per pubblicare le immagini dei propri figli rappresenta il miglior modo per aiutarli a comprendere quali limiti e regole dovranno darsi loro stessi, una volta che spetterà a loro decidere cosa fare online.

4. Due volte a settimana trascorrete 15 minuti con i vostri figli visionando i loro profili e discutendo insieme a loro su come usano i social e come li stanno usando i loro amici e influencer preferiti. Sottolineate il valore di messaggi che vi sembrano positivi e verificate con loro quale problematicità constatano di fronte a messaggi volgari oppure mirati a generare un senso di inadeguatezza nello spettatore.

5. Confrontate il profilo Instagram di un influencer di chiara fama e quello di una persona che ha raggiunto grande successo nel suo campo di competenza (scienziato/a, scrittore/scrittrice, docente, filosofo/a). Che differenza riuscite a riscontrare nel modo in cui questi profili vengono gestiti e alimentati con nuovi post?

6. Esigete che alcuni momenti della giornata siano “social-free”, ovvero liberi dalla consultazione dei social: risveglio mattutino, i pasti condivisi in famiglia, il tempo prima dell’addormentamento (non si devono avere strumenti connessi in camera durante la notte).