"Mangiare carne ci ha resi quello che siamo oggi": una ricerca su "Nature" rivela il ruolo centrale nell'evoluzione dell'uomo, di Ilaria Betti
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Riprendiamo da L’Huffington Post dell’11/3/2016 un articolo scritto da Ilaria Betti. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Scienza e fede.
Il Centro culturale Gli scritti (13/3/2016)
N.B. de Gli scritti Ricordo un bambino che, con grande intelligenza, alla domanda “Cosa differenzia un uomo da un animale?” mi rispose: “L’uomo cucina il cibo”. Anche questo, insieme alla memoria dei morti e alla capacità simbolica e artistica, dice la differenza dell’uomo.
"Mangiare carne ci ha resi quello che siamo oggi": una ricerca su "Nature" rivela il ruolo centrale nell'evoluzione dell'uomo, di Ilaria Betti
Mangiare la carne ci ha resi quelli che siamo oggi: esseri umani evoluti, intelligenti, capaci di utilizzare un linguaggio verbale. "Ci dispiace, vegani": così il Time titola l'articolo che riprende una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista "Nature". Secondo lo studio, smettere di mangiare soltanto frutta e verdura e aggiungere alla dieta alimenti ricchi di proteine animali avrebbe permesso all'uomo di evolversi, trasformandolo sia a livello anatomico (con volti e denti di dimensioni ridotte) sia a livello intellettivo (sviluppando la sua capacità di parlare).
Circa tre milioni di anni fa, vivere di sola frutta e verdura non era un grosso problema per i nostri antenati: cibo di questo tipo se ne trovava in abbondanza. Ma l'apporto di calorie non era soddisfacente, così ad essere consumati erano anche patate, barbabietole, carote o radici, con un valore nutrizionale più alto, ma difficili da masticare. È stato così che è entrata in gioco la carne, in grado di garantire un pasto più completo e con meno sforzi nella masticazione. Ovviamente richiedeva una grande preparazione: un animale doveva essere ucciso, la sua carne lavorata e poi cotta.
L'abitudine di cuocere i cibi è nata 500mila anni fa e molti ricercatori fanno risalire a questo momento la svolta della nostra evoluzione. Secondo la ricerca pubblicata su "Nature", il solo fatto di aver imparato a cucinare potrebbe, però, non spiegare tanti cambiamenti: "Cucinare è un fattore importante, ma non è l'unico da prendere in considerazione - ha spiegato Daniel Lieberman dell'Harvard University, autore dello studio - Anche il cibo lavorato, tagliato o fatto a pezzi, ha avuto effetti profondi su di noi".
Ancor prima di imparare a cucinare, dunque, aggiungere la carne alla dieta e imparare a tagliarla e a lavorarla, riuscendo così a masticarla in poco tempo, ha dato la possibilità agli esseri umani di assumere una maggiore quantità di calorie con uno sforzo minore. Senza il bisogno di strappare via il cibo dalle carcasse degli animali, i denti sono diventati via via più piccoli. Anche le ossa del collo e del cranio si sono modificate, favorendo lo sviluppo di un cervello più grande e una capacità dialettica più avanzata.
"Questi cambiamenti - scrivono i ricercatori - non sarebbero forse stati possibili senza il consumo di carne insieme all'acquisizione di tecniche per lavorarla e cucinarla". Se è vero che prediligere questo tipo di cibo è stato importante per la nostra evoluzione, non è detto che sia necessario continuare a farlo: la libera scelta appartiene ad ogni individuo. Ciò che gli studiosi hanno ribadito, contro alcune critiche mosse dai seguaci del veganismo, è che mangiare carne è del tutto naturale per l'uomo.