Cambio vita, ma comincio da settembre. Dieta, palestra, letture: dopo le vacanze si apre la stagione dei buoni propositi, di Giacomo Poretti
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Il Centro culturale Gli scritti (4/9/2012)
In genere quando il tempo della vacanza sta per finire, iniziano a formarsi nella nostra testa delle strane cose, prima molto confuse e vaghe, qualche cosa che assomiglia ad un senso di colpa; poi la matassa psichica si allenta e inizia a comporsi nella nostra mente, o nel cuore, non ho ancora capito bene, un sentimento di disapprovazione ancora senza oggetto.
Finalmente, nel cuore della notte, svegli e sudati e con il fritto di pesce ancora da digerire sullo stomaco, riceviamo l’illuminazione: abbiamo un obiettivo! Al ritorno dalle vacanze, dal 1° di settembre, anzi dal 3 settembre, che è lunedì e i proponimenti partono meglio all’inizio della settimana, parte la missione: cambiare se stessi!
Non completamente, sia chiaro, ma almeno in una cosa!
Mentre la poltiglia del fritto di pesce non sa se varcare il duodeno e abbandonarsi verso il crasso, oppure risalire la corrente, con una spallata abbattere il cardias e ritornare nell’acqua primigenia puranche del nostro water, sentiamo dentro di noi la necessità di diventare uomini migliori.
Sentiamo che la volontà, questa sconosciuta, questa estranea, stavolta è nostra alleata, e che dal 1°, anzi dal 3 settembre ci aiuterà ad attuare la nostra rivoluzione interiore.
I proponimenti sono tanti quanti gli italiani; i più gettonati sono quelli igienico alimentari tipo: «Da settembre basta carne e proteine animali». Oppure, «Da settembre faccio gli addominali tutti i giorni», fino a «A settembre mi depilo le gambe e il torace». Ci sarebbe anche, «Dal 3 settembre smetto di fumare», ma mercoledì 5 è già decaduto.
Sono curiosi i proponimenti letterari: «Da settembre leggo tutto Dostoevskji» o «Imparo a memoria l’Inferno di Dante». Quasi impossibili da attuare invece, «Entro Natale imparo il latino» e «Voglio capire finalmente quando si usa il congiuntivo».
Non tramontano mai i proponimenti sportivi, in genere colpiscono le menti più deboli e suggestionabili: professionisti stimabili che si sono spostati al massimo dalla scrivania al bagno che dichiarano con sicumera baldanza: «A settembre mi iscrivo alla palestra di roccia». O «Entro due anni voglio fare il Tour de France».
Sentivo sotto l’ombrellone che quest’anno vanno di moda i proponimenti cosiddetti di sobrietà: «Da settembre rammendo le calze anziché buttarle», «Il pane vecchio non lo gettiamo ma lo regaliamo alla badante». Fino a quelli più impegnativi, quali «Da settembre basta maglioni in cachemire ma solo in lana merinos» e «Champagne solo al sabato e domenica, il resto della settimana possiamo arrangiarci con il Sassicaia».
Anche i proponimenti etici hanno un certo successo: «Quest’anno non butto più la bottiglia di plastica nel cassonetto del vetro», «Da settembre rilascio lo scontrino fiscale i giorni pari della settimana».
Ma i più gettonati e contemporaneamente i più tormentati sono i proponimenti verso i figli. «Da settembre se esce la versione nuova dell’iPhone col cavolo che gliela compro, solo se verrà promosso alla seconda elementare!».
I proponimenti che spuntano nel cuore delle nostre notti estive ci fanno prendere coscienza che siamo migliorabili, che ognuno di noi possiede certo una qualche imperfezione, ma che grazie a uno sforzo di volontà può diventare perfetto; che noi faticheremo, suderemo, ma alla fine impartiremo i nostri ordini alla colf in latino.
Sentiamo, con gli ultimi caldi di agosto, che possiamo riscattarci da una vita mediocre, che dentro di noi c’è un impulso a realizzare qualche cosa di speciale.
Arriviamo a dirci, nell’impeto e nell’urgenza di trasformazione che oramai ci pervade, che se fosse per noi il nostro Paese sarebbe diverso, altro che i politici! Gente che non ha mai mantenuto le promesse elettorali, figuriamoci i proponimenti!
Noi ce la faremo! Più sobri, coperti di lana merinos, con la coscienza a posto per aver differenziato la spazzatura, potremo guardare negli occhi nostro figlio e citando Dostoevskij dirgli: «Eccoti il telefono, che userai solo per comunicarci il ritardo per pranzo, ma ricordati che è la bellezza che salverà il mondo e non un iPhone!».
Io non so se ce la farò a realizzare il mio proponimento. Il fritto di pesce mi piace troppo!