La Madonna dell'Axa, la Croce e la Via Crucis della parrocchia di Santa Melania (tpfs*)




Indice:


La croce del Campanile

La croce non è meta ultima del cristianesimo ma passaggio. Alcuni crocifissi medioevali esprimevano questa verità rappresentando su di una facciata il Cristo in croce e nel suo retro il Cristo risorto. La nuova croce esprime la stessa tensione. I due assi sembrano quasi dissolversi divenendo un fascio di spighe. Il dono della vita del Crocifisso diviene già il pane del Risorto che nutre la sua Chiesa.

Disegno della Croce
Croce del campanile di S. Melania, dono della
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L'icona della Madonna con Bambino

IconaE' un'immagine che vuole evidenziare l'atteggiamento di Maria che è di dono totale e di oblio di sé. Il suo sguardo rivolto all'umanità sembra dire: è lui il salvatore! Vieni, non temere, prendilo tra le tue braccia: è venuto per te! Mentre Gesù sorride, si tende avanti e desidera solo essere accolto.

L'icona è ispirata dal "sogno" di piccola sorella Magdeleine di Gesù, fondatrice delle piccole sorelle, morta nel 1989, di cui è in corso il processo di canonizzazione.

Così diceva agli artisti impegnati a dipingere l'opera nel dicembre 1946: "Che Maria vi aiuti a realizzare il più bello dei suoi gesti, il suo atteggiamento più vero, quello che dà alla sua vita tutta la ragion d'essere: quella di donare al mondo il suo piccolo Gesù. Non continuate a porglielo tra le braccia perché lo guardi con tenerezza. Quel bambino non è per lei soltanto. Non accontentatevi di farglielo presentare al mondo, ma che essa, senza rimpianti e tutta felice di offrirlo, lo tenda a tutti quelli che vorranno prenderglielo! Fatela molto bella, perché molto giovane, molto pura, molto pia, molto sorridente..."

L'icona è stata realizzata grazie al dono dell'arcivescovo di Melbourne, S.E. mons. George Pell, al termine della Giornata Mondiale della Gioventù dell'agosto 2000, come segno di ringraziamento per l'ospitalità dei giovani australiani.



L'edicola dell'icona della Madonna dell'Axa

L' 8 dicembre 2001, giorno dell'Immacolata, S.E.mons. Rino Fisichella, nostro vescovo ausiliare, ha benedetto l'icona di Maria, dipinta da piccola sorella Marie Edith, inserita nell'edicola realizzata su progetto dell'architetto Gianluca Rovagna. Una piccola targa bronzea a sinistra ci invita ad una preghiera per Andrea Barberi. E' per lui che è stata donata alla parrocchia questa immagine di Maria.

Disegno della Croce


La Via Crucis in terracotta

Via Crucis
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La via crucis scolpita per la chiesa parrocchiale di S.Melania si presenta come un pezzo unico, lungo 6 metri, con 72 personaggi che si stagliano sul bianco della parete.

E'stata realizzata dallo scultore Giancarlo Miccò, nel 1986, su richiesta di padre Bruno Moras, allora parroco, per la chiesa di S.Melania, appena consacrata.

Il materiale con cui è composta è la creta, che, una volta cotta in forno a circa 950°, diventa terracotta. Ognuna delle 72 statuette è stata sezionata in più parti, vuotata internamente e poi riattaccata senza lasciare traccia delle ricuciture. Questo per evitare che la presenza di qualche bolla d'aria nella creta fresca ne provocasse la frattura durante la cottura in forno.


Le 14 stazioni e la resurrezione

L'andamento da sinistra verso destra inizia con la condanna di Gesù nel sinedrio e segue le tradizionali 14 stazioni.

L'ultimo episodio (la via gloriae), il quindicesimo, rappresenta la figura di Gesù, maestoso nello splendore della resurrezione, che guarda soddisfatto al Padre e allarga le braccia verso l'umanità, in un gesto di grande amore, desideroso di essere accolto da tutti come salvatore.


Le mani della figura di Gesù

Tutte le figure sono state modellate senza particolari: infatti non ci sono occhi, bocca, orecchie, capelli, dita, ecc... Solo la figura di Gesù è meglio definita attraverso due particolari che le altre non hanno: le mani e i capelli. Sono le due parti del corpo più difficili da rappresentare, ma anche quelle che meglio esprimono un atteggiamento, specialmente le mani. Se osserviamo le mani di una persona, infatti, possiamo capire cosa sta facendo: se è irata, se è serena, se racconta qualcosa di bello o di drammatico, ecc...



Dettaglio
Un crescendo di abbassamento

Le tre cadute di Gesù sono sempre più rovinose. C'è un crescendo nella sofferenza di Gesù, a partire dal momento in cui riceve la croce fino al momento in cui, spogliato delle vesti diventa ecce homo, tribolato, percosso, umiliato. Questa progressione di sofferenza è rappresentata dal successivo incurvamento di Gesù, dalla tensione delle mani e dai capelli che alla fine sono intrisi di sudore e di sangue.


Il patibulum

La croce è stata rappresentata così come pare fosse realmente, un trave posto sulle spalle, il patibulum, che veniva poi installato su di un palo già precedentemente conficcato in terra, assumendo così la forma della croce che tutti conosciamo.


La morte in croce e la deposizione

Nella morte in croce Gesù è l'uomo dei dolori, appeso ai chiodi della croce e morto tra indicibili sofferenze. Maria sua madre gli è al fianco, composta nonostante il terribile dolore di una madre che assiste al supplizio del figlio, ma amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata (LG 58).

Nella deposizione dalla croce è espresso l'amore grande dei discepoli che contemplano il corpo di Gesù, nell'abbandono della morte.


L'indifferenza e il potere nella via crucis

La via crucis esprime anche quella tremenda indifferenza di fronte all'episodio più grave, più importante, più tremendo ma anche più felice della storia dell'umanità. L'autore ha voluto rappresentarlo con una persona che si volta appena a guardare Gesù caduto per terra. Il fatto non lo interessa, continua ad andare per la sua strada perché ha tante cose a cui pensare e non ha tempo di fermarsi per chiedersi ma chi è costui ?. Lo scultore ha voluto anche rappresentare il potere attraverso la figura di un fariseo, grasso e corpulento, preoccupato di questo Gesù che vorrebbe capovolgere il mondo: lo guarda come per controllare che tutto si svolga secondo quanto deciso contro di lui per farlo morire. Ma poi, al momento della crocifissione, lo stesso fariseo appare perplesso e dubbioso sulla giustezza della scelta fatta.



[Arte e Fede]

 

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