Nel cristianesimo non c’è Dio soltanto: c’è Dio incarnato, c’è Cristo. È allora che noi siamo a sua immagine (da Sergio Zavoli)
dall'articolo La notte, il dubbio, la fede: l’itinerario di Zavoli, di Piero Coda, apparso su Avvenire del 2/12/2011
Andando con la memoria alla preghiera mormorata da suo padre un giorno lontano, in un’affollata chiesa di Rimini, il pomeriggio di un giorno di festa, Zavoli scrive [in Il ragazzo che io fui, Mondadori]: «Nel cristianesimo non c’è Dio soltanto: c’è Dio incarnato, c’è Cristo. È allora che noi siamo a sua immagine. Soltanto quando la sua imprendibilità si scioglie, ricomponendosi nel corpo di Gesù, siamo simili a lui». E in una lettera indirizzatagli nel 1969 da Spello, suor Maria Teresa di Gesù – l’interlocutrice discreta e struggente di quello straordinario documento televisivo che porta il nome di Clausura – gli confessa: «Dodici anni fa le dissi che avevo scelto di amare gli uomini in Dio, non Dio negli uomini, ma poi sentii che Cristo incarnato non sopporta una scelta che lo divide in se stesso. Allora volli amare Cristo totale, Dio fatto uomo».