La catechesi accoglie le culture, le rettifica, le conduce a pienezza (da Giovanni Paolo II)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 26 /04 /2012 - 15:42 pm | Permalink | Homepage
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da Giovanni Paolo II, Esort. apost. Catechesi tradendae, 53 

«Il termine acculturazione, o inculturazione, pur essendo un neologismo, esprime molto bene una delle componenti del grande mistero dell'incarnazione». Della catechesi, come dell'evangelizzazione in generale, possiamo dire che è chiamata a portare la forza del vangelo nel cuore della cultura e delle culture. Per questo, la catechesi cercherà di conoscere tali culture e le loro componenti essenziali; ne apprenderà le espressioni più significative; ne rispetterà i valori e le ricchezze peculiari. E' in questo modo che essa potrà proporre a tali culture la conoscenza del mistero nascosto ed aiutarle a far sorgere, dalla loro propria viva tradizione, espressioni originali di vita, di celebrazione e di pensiero che siano cristiani. Converrà, tuttavia, tener presenti due cose:

-da una parte, il messaggio evangelico non è puramente e semplicemente isolabile dalla cultura, nella quale esso si è da principio inserito (l'universo biblico e, più concretamente, l'ambiente culturale, in cui è vissuto Gesù di Nazaret), e neppure è isolabile, senza un grave depauperamento, dalle culture, in cui si è già espresso nel corso dei secoli; esso non sorge per generazione spontanea da alcun «humus» culturale; esso da sempre si trasmette mediante un dialogo apostolico, che è inevitabilmente inserito in un certo dialogo di culture.

-dall'altra parte, la forza del vangelo è dappertutto trasformatrice e rigeneratrice. Allorché essa penetra una cultura, chi si meraviglierebbe se ne rettifica non pochi elementi? Non ci sarebbe catechesi, se fosse il vangelo a dover alterarsi al contatto delle culture.

Dimenticando questo, si arriverebbe semplicemente a ciò che san Paolo chiama, con espressione molto forte, «render vana la croce di Cristo».

Ben diverso è il metodo che parte, con saggezza e discernimento, da elementi - religiosi o di altra natura - che appartengono al patrimonio culturale di un gruppo umano per aiutare le persone a comprendere meglio l'integrità del mistero cristiano. Gli autentici maestri in catechesi sanno che una catechesi «s'incarna» nelle differenti culture o nei differenti ambienti: basta pensare ai popoli tanto diversi, ai giovani del nostro tempo, alle circostanze diversificate in cui si trova la gente al giorno d'oggi; essi non accettano, peraltro, che la catechesi s'impoverisca con l'abdicazione o l'attenuazione del suo messaggio, a causa di adattamenti, anche di linguaggio, che comprometterebbero «il buon deposito» della fede, o a causa di concessioni in materia di fede o di morale; essi sono persuasi che la vera catechesi finisce per arricchire queste culture, aiutandole a superare i lati deficienti, o addirittura inumani esistenti in esse, e comunicando ai loro valori legittimi la pienezza del Cristo.