Peccato originale e alienazione dell'uomo (da J. Ratzinger-Benedetto XVI)
da J. Ratzinger-Benedetto XVI, Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla resurrezione, LEV, Città del Vaticano, 2011, pp. 116-117
Questo orizzonte universale della missione di Gesù appare anche in due altri testi importanti del quarto Vangelo; innanzitutto nel colloquio notturno di Gesù con Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (3,16) e poi – ora con l’accento sul sacrificio della vita – nel discorso sul pane a Cafarnao: «Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (6,51).
Ma in che rapporto con questo universalismo sta la parola dura che si trova nel versetto 9 della Preghiera sacerdotale: «Io prego per loro; non prego per il mondo»? Per comprendere l’unità interiore delle due richieste apparentemente contrastanti, dobbiamo considerare che Giovanni usa la parola «cosmos» - mondo – in un duplice senso. Da una parte, essa indica tutta la buona creazione di Dio, particolarmente gli uomini come creature sue, che Egli ama fino alla donazione di se stesso nel Figlio. Dall’altra, la parola designa il mondo umano come storicamente si è sviluppato: in esso corruzione, menzogna, violenza sono diventate, per così dire, la cosa «naturale». Blaise Pascal parla di una seconda natura che, nel corso della storia, si sarebbe sovrapposta alla prima. Filosofi moderni hanno illustrato questa situazione storica dell’uomo in molteplici modi; per esempio Martin Heidegger, quando parla dell’essere condizionati dal «si» impersonale, dell’esistere nella «non-autenticità». In maniera molto diversa appare la stessa problematica, quando Karl Marx illustra l’alienazione dell’uomo.
Con questo, la filosofia descrive in fondo precisamente ciò che la fede chiama «peccato originale». Questa specie di «mondo» deve scomparire; deve essere trasformato nel mondo di Dio. Proprio questa è la missione di Gesù, nella quale i discepoli vengono coinvolti: condurre il «mondo» fuori dall’alienazione dell’uomo da Dio e da se stesso, affinché il mondo torni ad essere di Dio e l’uomo, nel diventare una cosa sola con Dio, torni ad essere totalmente se stesso. Questa trasformazione, però, ha il prezzo della croce e per i testimoni di Cristo quello della disponibilità al martirio.