Perdono: la vera novità del mondo (da Alessandro Pronzato)
da Alessandro Pronzato, Vangeli scomodi, Gribaudi, Torino, 2003, pp. 44-45
“Beati i misericordiosi”. Beato chi sa perdonare. Vale a dire: beato chi sa avere iniziative. Poiché non c’è nulla di più rivoluzionario di uno che, in un conflitto, tutto ad un tratto, perdona! Tutti abbiamo l’abitudine inveterata di fare le scimmie. Mi ha fatto questo? Gli faccio questo. La medesima cosa. O l’equivalente. Non ne usciremo più. Abbiamo creato per sempre un cerchio infernale intorno a cui giriamo con calma e sangue freddo. Che progresso si potrebbe produrre, dato che abbiamo deciso, come di comune accordo, una volta, per sempre, di restare sulle stesse posizioni?
Non c’è una via d’uscita: che uno dei due abbia l’idea prodigiosa di incominciare ad amare un uomo che non l’ama, allora si crea un elemento nuovo. Colui che, colpito su di una guancia, restituisce lo schiaffo, non è che l’eco dell’altro. Ma se uno non restituisce, se perdona, se ama, se dice: “Su vieni, non stiamo così, è troppo stupido, è troppo triste, vieni al sole, abbiamo altro da fare...” costui fa esistere sulla terra qualche cosa d’assolutamente imprevisto. Fa saltare in aria quella prigione che la disputa, a poco a poco, fatalmente, stava costruendo intorno ad essi.
“Beati i misericordiosi”: beato chi riesce ad uscire da quell’indolenza che per tutta la vita ci impedisce di inventare qualche cosa di nuovo. Beato chi fa saltare i circoli viziosi – dei nostri noiosissimi bisticci, rancori, asti.
Fate qualcosa di nuovo, inventate come il Padre celeste. Siate misericordiosi: siate creatori! Dio non si è lasciato, Lui, imprigionare dal peccato. Mi tieni il broncio? Io tengo il broncio. Quando Adamo si è nascosto dietro la tenda di foglie, Dio non si è ritirato dietro la sua. Ha fatto il primo passo. Dio fa sempre il primo passo. “Adamo... dove sei?” Su vieni, carissimo. Non stiamo così! Le situazioni che di solito giudichiamo come le sole ammissibili sono quanto mai servili: prestare a chi ci restituirà l’equivalente, sorridere a chi ci sorride... Sorridere a chi ci sputerà in faccia, aiutare chi ci volterà le spalle: questi sono atti liberi, creatori.
“Beati gli artefici della pace”: beato chi non si rassegna agli stati di guerra, ai bisticci senza fine. Come ha osservato il teologo padre Jolif, finché gli uomini giudicheranno che il rapporto dell’uomo con l’uomo debba essere basato sulla forza, la storia sarà stagnante. I giornali sforneranno quotidianamente notizie clamorose. Ma, in realtà, non succederà veramente nulla di nuovo. Il solito fatto da niente, insignificante, di tutti i giorni: degli uomini muoiono massacrati. Tutto come la sera del primo delitto di Caino. E il Padre continuerà a chiederci: “Hai ucciso ancora?”